28 gennaio 2017
Con Marco alla scoperta di Gesù
Prima tappa:  Cap. 1 versetti 1-15

Mc 1,1-15:

[1] Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.

[2] Come è scritto nel profeta Isaia: 
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
 
[3] Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri
[4] si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

[5] Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. [6] Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico [7] e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. [8] Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

[9] In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. [10]E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. [11]E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

[12] Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto [13] e vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.

[14] Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: [15] «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».

Commento e spunti di riflessione

v. 1: Con queste parole Marco propone non solo la sintesi del messaggio di Gesù e il significato sostanziale della sua vita, ma ci indica anche i criteri decisivi di scelta per metterci alla sequela di Cristo; siamo invitati infatti non solo a riconoscerlo come l’inviato di Dio per la nostra salvezza, ma anche che quel particolare uomo è il Figlio di Dio divenendo l’esempio da seguire. Il vangelo è l’annuncio della volontà salvifica di Dio: la misericordia è offerta ai peccatori, la speranza è donata ai disperati e l’amore come senso della vita e della storia è rivelato a tutti gli uomini.

Cosa può voler dire porre la nostra vita sotto la luce del vangelo?

 

v. 2-8: Di fronte alle due citazioni bibliche che presentano l’avverarsi del giudizio di Dio (Mal 3,1-9 nel v. 2) e l’annuncio della salvezza (Is 40,1-9 nel v. 3), nasce con e nella figura del Battista l’appello alla conversione (v. 4); in questo modo si compie un nuovo esodo (v. 5) in senso inverso rispetto ai precedenti: la meta non è più Gerusalemme e il Tempio ma ci si allontana da quel mondo, segnato da una determinata religiosità. La figura di Giovanni è già annuncio di qualcosa di nuovo, è l’uomo della sobrietà, della giustizia. Il suo annuncio è diverso rispetto ad altri profeti: egli non pensa ad un futuro remoto richiamando un sentimento di attesa, ma indica la presenza di Dio per cui invita ad un atteggiamento di attenzione. Il cristiano è colui che è capace di intravvedere nella storia i segni della presenza di Dio.

Come vivere da persone attente, a partire dai valori della giustizia e della sobrietà?

 

v. 9-11: In questi pochi versetti Marco presenta il mistero dell’incarnazione di Dio, poiché Dio si fa incontro all’uomo. Gesù si mette in fila con tutti gli uomini peccatori: egli è il Dio con noi, un Dio che si schiera non in modo generico, ma da una parte precisa ovvero nel nostro essere peccatori. In questo modo Gesù consacra la sua vita all’obbedienza di Dio e all’amore verso gli uomini e riceve l’approvazione di Dio; tale approvazione è rivolta a Gesù, ma anche a ciascuno di noi nel momento in cui ne seguiamo l’esempio.

Ciò ci dice due cose: 1) il cristiano e la Chiesa, come Gesù, sono chiamati a vivere incarnati ed ogni allontanamento dalle vicende concrete dell’uomo è rinnegare il messaggio di Cristo; 2) nelle situazioni dell’uomo il cristiano e la Chiesa, come Gesù, sono chiamati a portare avanti un progetto di salvezza, promozione, emancipazione, solidarietà e servizio (G.S. 1). Allora la vita del cristiano è segnata dal motto “dove sono, ci sono”!

Come vivo la mia vita come segno della presenza di Dio nel mondo?

 

v. 12-13: Lo Spirito spinge con forza Gesù nel deserto, luogo per eccellenza della prova e della fedeltà di Dio (Os 2,16); qui vi trascorre 40 giorni ripercorrendo tutta la storia dell’umanità da Adamo che fu tentato, peccò e morì al popolo di Dio che nel deserto fu messo alla prova e cadde. Marco, a differenza di Matteo e Luca, non specifica il numero e il tipo delle tentazioni, ma possiamo pensare che la tentazione di Gesù è quella di ogni uomo, ovvero quella di pensare secondo la logica degli uomini e non secondo la logica di Dio: quella del “servirsi” e non del servizio, quella dell’egoismo e non dell’amore. Gesù rimane fedele al progetto di Dio e si abbandona totalmente ad esso, in lui tutta l’umanità ritorna a proclamare il suo sì per vincere la sua battaglia contro il male. Il racconto delle tentazioni ripropone lo stile dell’incarnazione: Gesù ha subìto la tentazione, cioè ha vissuto in prima persona le seduzioni di

successo, autoaffermazione e potenza con il risvolto della strumentalizzazione e dell’oppressione degli altri. Ma Gesù ha realizzato nel corso della sua vita una reale conversione alla povertà, al servizio e alla liberazione.

Vivere con Gesù nel deserto vuol dire affrontare il quotidiano sapendo quanto facilmente possiamo cadere, ma anche avendo presente che, oggi, ci è davvero possibile vivere nella logica del dono e dell’amore condiviso.

Come vivo l’esperienza del limite, il timore di cadere nell’errore? Quali sono i valori che dirigono la mia vita?

 

v.14-15: Gesù non va a Gerusalemme, la città santa, ma sceglie di iniziare la sua predicazione in Galilea come in seguito inviterà gli apostoli, dopo la sua resurrezione a precederlo in Galilea: questo è significativo perché la Galilea rappresenta non solo il luogo della quotidianità, che diventa il luogo privilegiato dell’incontro con Dio, ma era anche una regione “impura” per via della commistione con altri popoli.

Gesù predica il vangelo, ma attenzione per Marco il vangelo non è una dottrina, ma una persona, una vita: infatti, da ora in poi la vita di Cristo sarà la via del cristiano verso la sua piena realizzazione. Lo ripeto perché sia chiaro a tutti ed in primo luogo a me stesso, noi non seguiamo dei dogmi, una verità concettuale, ma un uomo, una verità incarnata.

Il riassunto della predicazione di Gesù che fa Marco si compone di 4 espressioni:

1)      “Il tempo è compiuto” ovvero è giunto il momento propizio e decisivo nella storia umana, non è più il momento di attendere, il futuro sognato dell’intervento di Dio si fa presente

2)      “Il regno di Dio è vicino”: il regno di Dio era la concentrazione di ogni aspettativa, era il regno della giustizia, della libertà, della pace, dell’abbondanza, della fedeltà e dell’amore. Questo regno irrompe nel mondo come la vittoria del bene sul male, sulla sfiducia, sull’egoismo e, nel dono della vita, sulla morte. Il Regno di Dio rende possibile all’uomo essere uomo ovvero rende possibile la speranza di un uomo nuovo e di conseguenza di un mondo nuovo. Se il Regno di Dio non è di questo mondo, è in questo mondo per trasformarlo in un altro mondo. Il cristiano concepisce la realtà non come un ordine eterno e fisso, ma come una storia (di salvezza) che si protende ad un futuro nuovo; quindi i cristiani tendono ad un mondo qualitativamente diverso, sia sul piano individuale che su quello sociale. Con il dono di sé stesso a Dio e agli uomini, Gesù ha reso possibile per tutti quella capacità di amare che sta alla base del progetto di un uomo e di un mondo nuovi.

3)      “Convertitevi”: la conversione non è un episodio momentaneo, ma un atteggiamento quotidiano nella vita dell’uomo; è un volgere le spalle al passato ed è l’inizio di un cammino nuovo. Convertirsi è accorgersi della presenza del Regno e riorientare la propria vita mettendosi alla sequela di Gesù. Cambiare vita e cambiare il mondo è necessario ed urgente: l’uomo vecchio e il mondo dell’ingiustizia e dell’oppressione devono morire perché nascano un uomo diverso e una società diversa.

4)      “Credete al vangelo”: credere non è un atto intellettuale e neppure un impegno moralistico, è aderire totalmente al regno che ci si manifesta in Gesù, è aprirsi, fidarsi, rischiare, coinvolgersi con l’altro. Pertanto credere al vangelo, all’uomo Gesù, Figlio di Dio, vuol dire essere pienamente coinvolti nell’avventura di Dio.

Vivere da convertito è pensare ed agire nella logica di Dio, sapendo che sarò chiamato a condividerne le gioie e le difficoltà; ma io ci sono?