17 novembre 2018
Con Marco alla scoperta di Gesù
Undicesima tappa: Da 9,30 a 10,31

Siamo all'undicesima  tappa del nostro cammino alla scoperta di Gesù, in cui cerchiamo di conoscere meglio chi è Gesù, cosa dice, cosa insegna, cosa suggerisce, ma soprattutto cosa dice a noi, qui stasera nella nostra situazione, che non è quella di ieri, del mese scorso e non è quella di domani o della settimana prossima. Perché, anche se il Vangelo lo abbiamo ascoltato mille volte, Gesù, la Parola di Dio, fa risuonare ogni volta qualcosa di nuovo dentro di noi, perché siamo noi ad essere in una situazione diversa..

Stasera vediamo circa 40 versetti a cavallo tra i capp. 9 e 10, e precisamente da 9,30 a 10,31. Li possiamo suddividere, come già le altre volte, in quattro piccoli brani, che leggeremo e commenteremo uno per volta.

Parole chiave o tag di questa tappa sono: #istruire   #bambini   #regno di Dio   #vita eterna   #sequela.

Questa volta ho attinto sia alle mie riflessioni sulla Parola della domenica dell'anno B , che pubblico on line sul sito: https://mensadellaparola.weebly.com/
che, per l'ultima parte, da Padre Maggi:
https://www.studibiblici.it/SCHEDE%20TEMATICHE/Mc_10%2C17-31_Il%20giovane%20ricco.pdf

Mc 9,30-37:   (Secondo annuncio della passione e domanda su chi è il più grande)
[30]Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. [31]Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo  tre giorni risorgerà». [32]Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
[33]Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». [34]Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. [35]Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». [36]E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: [37]«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

"....Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande..."
Che pazienza deve aver avuto Gesù. Siamo oltre alla metà del Vangelo di Marco, Gesù è in Galilea, la sua patria, e tenta di spiegare ai discepoli come si evolverà la sua Storia; ma i discepoli discutono tra loro chi sarà il più grande...
Non avevano ancora capito, eppure stavano con Lui, notte e giorno; ma non si erano spogliati delle loro idee di religiosità, di potenza, di potere, e Gesù: "...sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti»
".
Da padrone a servo, da potere a servizio.. che cambiamento di prospettiva, che 'metanoia'...
Ma Gesù non si arrabbia, si siede e ricomincia "chi vuol essere ..." e "preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»".
Ecco Gesù è concreto: il discepolo per accogliere Dio deve accogliere gli ultimi, e il bambino è il segno tangibile della persona senza potere, senza diritti, amabile, indifeso.
Invito al cambiamento, invito all'accoglienza.

Fra Giorgio Bonati il 4 ottobre scriveva: "Nulla dell'Altissimo può esser conosciuto se non attraverso l'Infinitamente Piccolo, attraverso questo Dio ad altezza di bambino, questo Dio raso terra dei primi ruzzoloni, il naso nell'erba." Che bello il mio Bobin nel suo "Francesco e l'infinitamente piccolo"! (Ndr: Christian Bobin, "Francesco e l'infinitamente piccolo", San Paolo Edizioni, 2011)

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Mc 10,1-16:   (Sul divorzio e Gesù e i bambini)
[1]Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. [2]E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». [3]Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». [4]Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». [5]Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. [6]Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;  [7]per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. [8] Sicché non sono più due, ma una sola carne.  [9]L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». [10]Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: [11]«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12]se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».

[13]Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. [14]Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. [15]In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". [16]E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

Questo parte del capitolo termina con "Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso". Penso che questo sia il leit-motiv della Parola di oggi. Sono, siamo invitati ad avere nei confronti del Regno l'atteggiamento dei bambini, di stupore, conoscenza, ricerca, meraviglia, fiducia.

C'è qui anche il difficile brano sul ripudio, previsto dalla legge di Mosè solo per gli uomini, brano che bisogna contestualizzare, come del resto ogni brano evangelico.[1]

Intanto c'è da notare che Gesù viene tentato dai farisei, che cercavano un pretesto per metterlo a morte, dopo che aveva guarito in giorno di sabato.
Poi Gesù prende le distanze da quanto previsto dalla legge mosaica, considerata comunque Parola di Dio e ci riporta al piano della creazione, al progetto di Dio che non crea l'uomo per la solitudine, ma per la relazione: lo crea sessuato, con una tensione tanto forte da andare oltre i legami famigliari e portato a farne di nuovi ancora più potenti, tanto da diventare una sola persona.
Progetto di pari dignità: Genesi parla di ISh e ISha, maschile e femminile con pari dignità, di chi sta alla propria altezza, viso a viso.
C'è sicuramente la c
ondanna del matrimonio ebraico visto come contratto, dove la donna è succube dell'uomo e da lui ripudiata come una cosa, per qualsiasi nonnulla.

Brano quindi che più che sul divorzio è sulla dignità delle persone, sul progetto di complementarietà relazionale; non dimentichiamoci che in Gv 4, alla Samaritana Gesù dice: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». E non la condanna. Invito alla relazione, al rispetto reciproco, allo stupore.



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Mc 10,17-22:   (L'uomo ricco)
[17]Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». [18]Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. [19]Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». [20]Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». [21]Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». [22]Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

(Per un approfondimento, invito qui a vedere le tavole di spiegazione di Padre Maggi: https://www.studibiblici.it/SCHEDE%20TEMATICHE/Mc_10%2C17-31_Il%20giovane%20ricco.pdf
)

In modo sorprendente, ma di grande importanza, Gesù afferma che per avere la "vita eterna" bisogna osservare i comandamenti, ma elimina la prima tavola. Gesù elimina la tavola con i comandamenti caratteristici d'Israele e che gli garantiva lo "status" di "popolo eletto", fondando la differenza e il privilegio rispetto agli altri popoli. Egli elenca solo i comandamenti che sono un attentato all'integrità della vita degli altri. L'evangelista afferma che, per avere la "vita eterna", a Dio non interessa come ci si comporta nei suoi confronti, ma come ci si comporta nei confronti degli altri!

A Roma a settembre al convegno ‘Desidero una chiesa povera per i poveri’ è stato commentato anche questo brano in un modo che non avevo mai sentito, ma che si colloca bene con il progetto di Gesù che abbiamo visto prima nella parte finale del cap 9 di Marco: Gesù invita l‘uomo ricco a spogliarsi delle cose ‘giuste che fa... non certo perché sbagliate in sé, ma per l’atteggiamento di fondo: mi comporto bene perché così ho un premio da Dio. Solo se lascio questo modo consumistico della relazione DIO/uomo e questa relazione la indirizzo ai poveri e cambio, quindi, prospettiva, allora potrò  seguire Gesù, andare dietro a Lui nel suo progetto di costruzione di un regno di terra e cieli nuovi che già iniziano qui: solo amando, donando, condividendo si ha la pienezza della vita e questa è la Vita eterna.


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Mc 10,23-31:   (Il pericolo delle ricchezze e la ricompensa promessa per chi vi rinuncia)
[23]Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». [24]I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! [25]E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». [26]Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». [27]Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».

[28]
Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». [29]Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, [30]che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.  [31]E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

Seguire Cristo non è un discorso di sacrifici, ma di moltiplicazione: lasciare tutto ma per avere tutto. Il Vangelo chiede la rinuncia, ma solo di ciò che è zavorra che impedisce il volo. Messaggio attualissimo: la scoperta che il vivere semplice e sobrio spalanca possibilità inimmaginabili. Allora capiamo che Dio è gioia, libertà e pienezza, che «il Regno verrà con il fiorire della vita in tutte le sue forme» (Vannucci).[2]

Approfondimento

*Il ricco non capisce che il cuore dell’uomo è fatto per l’amore infinito, e fintanto che rimane schiavo delle cose non può che provare delusione e infelicità.

* La proposta evangelica non può essere ridotta a una serie di precetti da osservare, ma è un invito a uscire dalla propria situazione di presunta sicurezza.

*Gesù non si compiace di presentare le cose difficili. Egli ama l’uomo, e lo vuole libero da ciò che lo rende prigioniero; la ricchezza appare come un ostacolo insormontabile.

*Nessuna condivisione con Dio è possibile senza condivisione con i poveri.[3]





Note
[1] Sembra strano che Gesù, tratti della famiglia solamente in questo brano e in maniera così dura; è lo stesso Gesù che incontra la samaritana  al pozzo e non la condanna per i suoi ‘mariti’? E l’aggiunta di Matteo  che permette il ripudio solo in caso di concubinato come va interpretata? Il brano di Genesi a cui si fa riferimento cosa realmente dice, quale è la parte umana, di riflessione e quale la Parola di Dio? Va considerato il testo in ebraico o quello dei settanta, l’unico considerato ispirato? Non sono domande superflue, non è un arrampicarsi sugli specchi! Se vogliamo essere Veri non possiamo esimerci dal farcele.

[2] Citazione in un'omelia di padre Ermes Ronchi http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/35634.html