7 aprile 2018
Con Marco alla scoperta di Gesù
Ottava tappa: Cap. 7 completo

Siamo all'ottavo incontro del nostro cammino alla scoperta di Gesù, in cui cerchiamo di conoscere meglio chi è Gesù, cosa dice, cosa insegna, cosa suggerisce, ma sopratutto cosa dice a noi, qui stasera nella nostra situazione che non è quella di ieri, del mese scorso e non è quella di domani o della settimana prossima. Perché, anche se il Vangelo lo abbiamo ascoltato mille volte, Gesù, la Parola di Dio, fa risuonare ogni volta qualcosa di nuovo dentro di noi, perché noi siamo in una situazione diversa.        

Stasera vediamo il capitolo settimo. Lo possiamo suddividere, come già le altre volte, in tre piccoli brani, che leggeremo e commenteremo uno per volta.  

Come nella terza tappa, lo scorso anno, alcune parti lo ho attinte da padre Maggi:

Ho attinto anche da "Vangelo di Marco" di p. Filippo Clerici e p. Silvano Fausti: (http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html)

Ho messo i link alle pagine web così ognuno più facilmente può andarsi a vedere ed approfondire l’esegesi dei brani.

Come l'altra volta, prima mi sono letto la parte; ho subito sottolineato alcune parole che mi dessero un filo conduttore, poi ho approfondito su Padre Maggi e sul Fausti. E mi sono venute in mente altre parole chiave.

Parole chiave o tag: # uomo, # tradizione, # culto, # offerta, # parola, # casa, # disparte, # apriti.

So che può essere più difficile, ma non ho scritto un commento ad ogni pezzo; per l’esegesi, come ho dett,o ognuno la può scaricare dal web. Proverò a dire qualcosa. Ma prima volevo iniziare con questo verso di un canto di Romena che riprende il Cantico dei Cantici:

Alzati tu che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,
 mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce…”.

Ora ci facciamo aiutare da alcuni versetti del Salmo 19 per ricordarci come Dio ci parla:

I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono …
La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice..
Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. [Salmo 19 (18)]

Questo Salmo ci dice come Dio parla. Ci sono tre modi parlare di Dio: un modo è quello del cielo e della natura, cioè tutta la natura canta la gloria di Dio e l’uomo la capisce; come ogni dono parla del donatore. Quindi la prima parola di Dio è la realtà. Poi c’è una seconda parola di Dio che è la Parola, la storia, la Bibbia, la Rivelazione, dove Lui comunica direttamente se stesso attraverso una riflessione umana. E poi c’è una terza parola – molto più importante – che è dentro il cuore di ciascuno di noi. È il cuore che gioisce, sono gli occhi che diventano luminosi, è la dolcezza che si sente dentro. Cioè Dio parla soprattutto al cuore, dando di quei sentimenti che fanno vivere: sentimenti di gioia, di luce e di dolcezza che danno senso alla vita. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito…” ( EZ. 36,26-27).

E ora facciamo un momento di silenzio per accogliere la Parola di questa sera:

Mc 7,1-23:   (La tradizione degli anziani)

[1]Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. [2]Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - [3]i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, [4]e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - [5]quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". [6]Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra, 
ma il suo cuore č lontano da me. 
[7]Invano essi mi rendono culto, 
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.

[8]Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". [9]E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. [10]Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. [11]Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbān, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, [12]non gli permettete pių di fare nulla per il padre e la madre, [13]annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".

[14]Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: [15]non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". [16]  [Se uno ha orecchi per udire oda.]».

[17]Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. [18]E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, [19]perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?". Dichiarava cosė mondi tutti gli alimenti. [20]Quindi soggiunse: "Ciō che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. [21]Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, [22]adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. [23]Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo".


Questo primo brano è denso, e nell'insieme è di facile lettura; chiunque lo ascolti ne percepisce il contenuto.
Mi sembrano tre i punti da sottolineare: i gesti rituali e i digiuni considerati sacri spesso sono o diventano solo esteriorità, norme che non ci permettono di crescere nella libertà e quindi di incontrare DIO. C'è un forte richiamo al cuore alla propria interiorità dove in  fondo avviene lo scontro personale tra il bene e la cattiveria. Gesù ci ricorda che spesso noi mettiamo fuori di noi le cause del male creato dalle nostre azioni, ma che queste nascono dal nostro profondo. Terzo punto è il versetto 16 "Chi ha orecchi da udire, oda!" che verrà ripreso poi nel concetto nella guarigione del sordomuto: se non ci mettiamo in ascolto vero, entrando nel nostro profondo, anche il messaggio di Gesù non ci arriva nella sua novità di buona notizia perché siamo legati alla  nostra personale tradizione.

=======

Alzati tu che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,

 mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce…”.

=======

Mc 7,24-30:   (Guarigione della figlia di una donna siro-fenicia [nota 1])

[24]Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. [25]Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. [26]Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. [27]Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". [28]Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". [29]Allora le disse: "Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia".

[30]Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.

Di questo brano ho trovato due esegesi diversissime tra loro e alla fine ho preferito quella del Fausti rispetto a quella di Padre Maggi che aveva un risvolto più sociale; ho scelto questa che ho indicato nelle note che potrete facilmente reperire in rete perché sottolinea il tema della casa, che comunque era già indicato alla fine del primo brano di stasera.
È nell'intimità della casa che si riesce ad avere un incontro più vero con Gesù, al di la delle folle, della cultura anche religiosa. E poi questo Gesù, che come ci ricorda Lc 9,58 "E Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo"  ha anche lui la necessita di fare Casa, luogo dell'incontro famigliare dove si condivide il pane innanzitutto con i figli, dove il pane non si compra. Ecco, la casa segno della gratuita dell'Amore di Dio che non si può comprare con riti, comportamenti perchè il pane è lì per chi si siede alla mensa.. e questa donna greca e siro-fenicia, quindi pagana, ma anche una che ha fatto strada, (carriera diremmo oggi) ha saputo più che i discepoli cogliere questa novità della gratuità e forse ha saputo con quel suo affettuoso cagnolini (i pagani infatti per gli ebrei erano cani e non dimentichiamo che Gesù è ebreo) mostrare all'uomo Gesù che il suo dono era sì per i figli d'Israele, ma anche per i pagani. Ed è bello veder qui, come nell'episodio del'emoroissa, che Gesù le dice va'. Qui, però, verrà esaudita non per la sua fede, ma per la sua parola.

=======

Alzati tu che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,

 mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce…”.

=======

Mc 7,31-37:   (Guarigione di un sordomuto della Decapoli [nota 2])

[31]Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decāpoli. [32]E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. [33]E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; [34]guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". [35]E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. [36]E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano [37]e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!".

..“Cioè «Apriti!»”. L’invito di Gesù non riguarda soltanto le orecchie, ma riguarda tutto l’individuo; è tutto l’individuo che si deve aprire perché ha questa chiusura. “E subito gli si aprirono … “. Ecco, prima abbiamo detto che l’evangelista adopera il termine “orecchi”, (ota), qui adopera un altro termine greco (akoai) che indica l’udito. Era questo il problema: non era un problema fisico, un problema degli orecchi, ma era un problema di comprensione, come diciamo con un’espressione italiana: “non c’è peggior sordo di chi non vuol capire”. “Gli si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”. Quindi l’incapacità di esporre il messaggio era perché non ascoltava, sono i discepoli che non ascoltano il messaggio di Gesù [nota 2].

E, pieni di stupore, dicevano: "Egli ha fatto bene ogni cosa: egli fa udire i sordi e parlare i muti!". L'evangelista adopera gli stessi termini che nel Libro della Genesi indicano l'azione del Creatore, che, per ogni cosa che crea dice "Ha fatto bella ogni cosa" o "Vide che era cosa buona". Quindi in Gesù si prolunga l'azione creatrice nel dare pienezza di vita agli uomini. 

=======

Riflessione conclusiva come base per le domande di ognuno:

Marco mi mostra un Gesù che rivela l’uomo a se stesso, che lo invita a comprendere che non è l’osservanza esterna di regole, tradizioni che lo porta alla salvezza, ma solo l’andare in disparte, in solitudine, in se stesso e scoprire che è nel proprio cuore che risiede la cattiveria che a volte porta anche ad andare oltre le relazioni ( vedi 7,10-13) per una falsa sacralità.

Il capitolo è un invito ad andare al cuore di noi stessi, al cuore delle relazioni, e solo nel trovare la giusta armonia, scoprendo la gratuità, come la donna sirofenicia, ognuno potrà pronunciare la propria parola di salvezza.