Gesù liberatore
"Mi
ha mandato... a proclamare ai prigionieri la liberazione...": con Gesù il cammino di fede è un cammino di crescita nella libertà. |
Il cieco di Gerico (Lc 4, 16-21) [16] Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. [17] Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: [18] Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, [19]a proclamare l'anno di grazia del Signore. [20] Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. [21] Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". |
Ho voluto scegliere questo brano perché mi sembra che descriva più completamente l'opera liberatrice di Gesù. "All'avvicinarsi del vangelo si deve sentire aria di libertà", diceva Don Mazzolari [1]. In 40 anni di Comunità Una, di incontri, di campi estivi, di lettura del Vangelo nella carta del giornale, ho assaporato questa libertà?
Riprendendo l'ultima frase del brano letto possiamo anche noi dire "oggi si è compiuta (in noi) la parola che abbiamo ascoltato"?
Giovanni Vannucci diceva che "se vi dico una parola di cui non ho sperimentato tutto il valore nella mia carne, nella mia esperienza interiore vi imbroglio e non sono libero.. sono un parolaio. Uno che fa bei discorsi."…[2] Ma che non condivide se stesso e il suo essere in cammino.
Allora quest' anno ho pensato di fare una cosa diversa: tentare di condividere un po' il mio cammino di libertà. Da alcuni anni mi sento sempre più stretto in questa chiesa, nella sua sovrastruttura, nei suoi riti lontani dalla vita, che oramai non parlano più agli uomini e alle donne del nostro tempo, soprattutto ai giovani. Già qui l'anno scorso e in altre occasioni vi avevo manifestato la mia difficoltà a credere. O meglio a dire in cosa credo, in chi credo sentendomi sempre più in cammino. Un cammino di libertà che sicuramente è iniziato il 25 marzo 1987 con la mia uscita dal seminario, ma che ha incominciato ad essere più intenso dopo che con Pippo avevo preparato, per una preghiera del giovedì, il commento all'incontro di Gesù con la Samaritana. «…Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità» (Gv 4,23-24).
Non mi sento per niente un vero adoratore, ma un uomo in cammino sulla strada della Vita.
Mi ha colpito una riflessione dello scrittore M. Fox [3] - "Cos'è la Spiritualità? Lo Spirito è Vita, ruah, respiro, vento. Essere spirituali è essere vivi, pieni di ruah, è respirare a fondo, rimanere a contatto con il vento……( …) ..devono aver voglia di lasciar andare; devono sapere che nessuno di noi ha tutte le risposte, e che tuttavia nessuno di noi è lontano dal divino…. . Per camminare sul sentiero della spiritualità dobbiamo essere svuotati, e naturalmente è il camminare stesso che compie questo svuotamento."
Ecco quando dico che non so in cosa credo mi sento un po' così svuotato.. dalle sicurezze valoriali, culturali religiose ed umane … ma pur così mi sento sempre profondamente Francesco.
Se Fox dice che nessuno è lontano dal divino, Vannucci dice che "il fiore fiorisce perché c'è una spinta divina che lo porta alla fioritura. Nell'uomo questo elemento di trasformazione e di creazione immanente nel creato è nel DAM (in ebraico è il sangue); A-dam: l'uomo, a differenza di tutte le altre creature, è l'animale che ha Dio nel Sangue [4]". La A (Alef) è il segno della forza creatrice di DIO (A-DAM = uomo) [5].
Una sera, facendo Tai-chi in palestra (quindi in un momento se vogliamo non religioso in sé, secondo i nostri schemi), seguendo gli esercizi di concentrazione mi sono sentito l'energia dentro di me: ero io e nello stesso tempo ero l'energia che era in me. Ne ho fatto un'esperienza fisica, mia, personale, che se vogliamo interpretarla con categorie bibliche si esprime con "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti 17,28).
Volevo condividere questa piccola poesia che ho scritto il 22 giugno scorso:
essere riconosciuto |
solido |
speciale |
marito |
amico |
padre |
nonostante sentirsi fragili |
incasinati |
' remesciati ' dentro |
in continuo divenire tra le proprie sicurezze |
e l'apertura alla novità |
alle visioni degli altri |
tra la propria fede |
e la sacralità della vita |
un essere e non essere |
dinamico |
todo cambia |
andare oltre |
rimanendo se stessi |
profondamente |
francesco |
Forse
potreste dirmi: ma cosa c'entra questo col messaggio di Gesù che
libera? Io non rinnego il mio cammino; è da lì che sono partito ma "ho
fatto esperienza di una sacralità vera, semplice insita nelle cose; di
una sacralità palese in piccoli gesti, carezze , posizioni 'ancestrali'
comuni a tutti gli uomini.
C'è
una sacralità insita nell'uomo, di una ritualità gestuale che se
spogliata da tutte le sovrastrutture rituali delle varie religioni e
vissuta in un ambiente laico in quanto non ufficialmente religioso, ha
una forza dirompente che non può non diventare 'segno' (o in termine
più tecnico 'sacramentum - segno del sacro') della sacralità insita
nella vita, nelle relazioni umane. Penso che Gesù abbia scelto dei
segni, pochi, quali l'acqua, il pane, il vino, l'olio, l'amore di due
persone perché già in sé hanno una valenza simbolica relazionale
enorme; e che non sono i riti religiosi accumulatisi nei tempi a
rendere quasi per 'magia' pieni di 'kairos' grazia questi segni - molto
concreti del vivere umano. [6]"
Volevo concludere con una frase di Pietro: "Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita". Pietro, a nome degli altri, a nome degli uomini, ha riconosciuto che Gesù era pienamente uomo, "ma non solo un uomo come noi,( …) ma come uno che parlava ed agiva dimostrando un'intimità …con Dio così intensa….." [7].
Ed ora un'ultima domanda: nella mia vita ho fatto esperienza di Dio, del Divino? della libertà e della responsabilità che ne derivano?
[1] G. Vannucci – Cristo e la libertà – Ed Romena, pag.5
[2] Idem pag.36.
[3] Mattew Fox - La spiritualità del Creato. Manuale di mistica ribelle - Gabrielli Editore, pagg. 28-29
[4] G. Vannucci – Cristo e la libertà – Ed Romena, pag. 35
[5] Idem pag. 34
[6] Da 10 novembre 2014 – da riconoscere il Sacro - cfr. https://francescofassone64.weebly.com/note.html
[7] Rogers Lenaers – Gesù di Nazareth. Uomo come noi? – Edizioni Gabrielli, pag. 138.