41° Campo di Comunità Una                   Prea, domenica 4 agosto 2019

Paolo scrive alla comunità... Una

Sintesi della teologia di Paolo, in cui Gesù risorto è il nuovo  Mosè che libera l'umanità

Indirizzo (Rm 1, 1-7)
[1]Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio - [2]che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture [3]e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, [4]costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; [5]per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, [6]e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo -, [7]a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

Vita di Paolo
Paolo nasce tra il 5 e il 10 d. C. a Tarso; all'età di 12 anni diventa discepolo di Gamaliele che lo forma alla religione giudaica. Ritornato a casa impara il mestiere del padre come lavoratore del cuoio per costruire tende. Non conobbe personalmente Gesù, ritornò a Gerusalemme intorno al 34-36 e fu testimone della lapidazione di Stefano. Subito dopo viene inviato dal Sinedrio a Damasco per catturare alcuni cristiani, ma lungo la strada avverrà la sua conversione. Giunto a Damasco viene battezzato da Anania, dopo tre anni (38-39) svolge il suo primo viaggio a Gerusalemme dove incontra Pietro e Giacomo, il fratello del Signore. Tornato a Tarso vi rimane finché non viene richiamato da Barnaba che lo porta ad Antiochia. Nel 45- 48 svolge il suo primo viaggio missionario, che interrompe per ritornare a Gerusalemme in occasione di quello che è considerato il primo concilio, che discute della richiesta di una parte della comunità di circoncidere i pagani prima di battezzarli. Nel 52 abbiamo un secondo viaggio missionario e nel 53-54 il terzo che lo porta in Europa. Nel 57 tornato a Gerusalemme viene arrestato nel tempio e portato prigioniero a Cesarea; avvalendosi della sua cittadinanza romana chiede di essere processato a Roma e nel 60-61 dopo un avventuroso viaggio compreso di naufragio arriva a Roma, dove vive agli arresti domiciliari per almeno due anni. Dopo le versioni diventano leggendarie con un quarto viaggio ad Efeso o addirittura un viaggio in Spagna. Nel 66 lo ritroviamo prigioniero a Roma con la condanna a morte per decapitazione nello stesso anno.

Pensiero di Paolo
Se Gesù ha fatto scrivere i vangeli nel senso che si trova al centro dei vangeli, Paolo è colui che ha inventato la teologia, o più semplicemente il catechismo: è, infatti il primo che dalla vicenda di Gesù ha riflettuto cercandone le conseguenze anche pratiche nella vita. Nelle sue lettere Paolo parla molto poco della vita concreta di Gesù, ci dice che era ebreo, ci parla dell'istituzione dell'eucaristia, ci annuncia il mistero della sua morte e resurrezione. Questo per Paolo basta!
Il suo pensiero si snoda in cinque punti principali che cercherò di concretizzare in quattro semplici domande sulle nostre vite, mentre svilupperò in modo più organico la quinta.
  1. La fede si fonda sulla resurrezione di Cristo [1] ==>  Vivere nella resurrezione è avere una speranza in noi che va oltre la vita, è vivere per qualcosa, meglio per Qualcuno che è oltre. Sono una donna, un uomo figlio della resurrezione?

  2. Gesù è il "nuovo Adamo": come in Adamo nasce un'umanità segnata dal peccato in Cristo nasce l'umanità nuova in cui ha sovrabbondato la grazia [2] ==>Nella mia vita scorgo segnali di appartenenza a questa umanità nuova?

  3. Gesù è il "nuovo Mosé": come con Mosé abbiamo ricevuto la Legge, in Cristo ci è donato lo Spirito ==> mi sento donna, uomo della Legge, delle regole, della giustizia o sento di appartenere alla nuova umanità dello Spirito, della Grazia, della libertà e della responsabilità?

  4. I discepoli di Cristo sono donne e uomini nuovi. Da tutto quanto detto in precedenza discende automaticamente una vita spirituale e morale diversa, una visione di Dio e valori di Dio completamente diversi, fuori da ogni logica umana ==> mi sento diverso da tanti che mi circondano o mi adeguo al pensiero comune?

  5. Paolo scrive alla comunità, non perché avesse uno spirito comunitario, ma perché inserisce il suo cammino personale in un popolo.


Celebrare la vita
La prova del deserto (Dt 8, 1-10)
[1]Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso della terra che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri. [2]Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. [3]Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. [4]Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni. [5]Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te.
[6]Osserva i comandi del Signore, tuo Dio, camminando nelle sue vie e temendolo, [7]perché il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra: terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee, che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; [8]terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; [9]terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; terra dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. [10]Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato.

Mi pare proprio bello iniziare questo 41° campo con questo brano tratto dal Deuteronomio: abbiamo attraversato il deserto della nostra vita, ora siamo pronti ad entrare in quella terra promessa dove scorre latte e miele. Domandiamoci come noi abbiamo vissuto questa fantastica avventura alla sequela di Gesù. Iniziamo questo percorso cercando di guardare alla strada fatta, ma con lo sguardo alto per traguardare nuovi orizzonti. Vorrei proporre a tutti un momento di revisione di vita, poiché noi non siamo comunità per studiare la Bibbia, non siamo comunità per crescere spiritualmente nella conoscenza teologica del Dio di Gesù Cristo, non siamo comunità per fare insieme dei servizi particolari, siamo comunità per spezzare l'un l'altro la Parola e capire come da soli o insieme alle sorelle e ai fratelli possiamo camminare incontro al Signore che viene nelle nostre vite. Il popolo, la comunità stava entrando nella terra promessa, così come noi siamo in cammino verso il Regno di Dio, alla comunità vengono ricordate alcune cose che mi pare importante ricordarci stasera:
  1. "Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate": la Parola del Signore, il comandamento dell'amore è vita. A volte ci sentiamo stanchi ("emu za detu", in genovese), ma l'amore non ha misura, non possiamo dire di aver amato a sufficienza; con tutti i limiti, le fatiche, le difficoltà vogliamo impegnarci ancora nell'amore perché è da quell'amore che siamo nati, meglio rinati nello Spirito. Senza quell'amore siamo morti! In quell'amore risorgiamo ogni giorno a vita nuova!

  2. "Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto": è bello volgere lo sguardo indietro ma senza nostalgia, per dire il nostro grazie, per scoprire nelle nostre vite il miracolo di un Dio che ci salva! È necessario ricordare perché nel fare memoria rinnovo il mio cammino di salvezza (il terrorista crocifisso con Gesù e la messa).

  3. "ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame [...] per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore": è vero siamo "popolo di dura cervice" (Dt 9,6), ma forse in questo percorso abbiamo scoperto la bellezza di vivere il vangelo, la bella notizia dell'amore incondizionato di Dio per ciascuno di noi. Anche nelle difficoltà della vita sappiamo che possiamo fidarci di quella parola che Dio sussurra alle nostre orecchie.

  4. "Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te": sarà questa una settimana per rimettere in sintonia la nostra vita con il progetto di Dio; prendiamoci questi giorni per vivere momenti di preghiera personale e comunitaria. Stacchiamo la spina dai pensieri della vita quotidiana senza dimenticarci che lì dovremo tornare per rendere concreto l'amore e la gioia vissuta in questi giorni.

  5. "Camminando nelle sue vie e temendolo, perché il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra, […] dove non ti mancherà nulla": il cammino non è finito perché c'è ancora tanto da amare in questo mondo e oggi più che mai questo mondo ha bisogno del tuo amore, della tua vita donata. Temere il Signore non è la paura di Dio, ma il riconoscere di essere amati e la paura di perdere l'occasione per rispondere positivamente all'invito di Dio. Se saremo capaci di vivere per amore allora non ci mancherà nulla, il nostro cuore sarà sazio.



Note

[1]  1Cor 15,12-18: Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini."

[2]  Rm 5,12-21: Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato... Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La Legge poi sopravvenne perché abbondasse la caduta; ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.