42° Campo di Comunità Una                   Certosa di Pesio, giovedì 28 luglio 2022

Dio è amore


Prima di cominciare a riflettere sulle caratteristiche del nostro modo di vivere da cristiani, è fondamentale soffermarci sulla caratteristica fondamentale del rapporto di Dio verso di noi. Dio è amore! E per iniziare vediamo cosa dice Giovanni nella sua prima lettera alla sua Comunità:

Dio è amore (1Gv 4,16)
“Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
In questo l'amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.
Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.”

Dio è amore: questo è il mistero della Trinità, un solo Dio in tre persone, poiché solo l’amore rende uno ciò che è molteplice. Così Sant'Agostino descriveva la Trinità: come Dio Padre, colui che ama, l’origine dell’amore; il Figlio come l’amato, ed in lui ogni creatura ritrova la piena dignità di figlio; lo Spirito Santo come l'amore che avvolge il Padre ed il Figlio e genera nuove creature nell’amore.

Fondamentale è la conversione del nostro modo di intendere Dio: dal nostro modo di intendere Dio dipende il nostro comportamento morale perché in Dio ritroviamo i valori portanti della vita.
Se io vedo in Dio il giudice della mia vita, il mio comportamento sarà giudicante, privo di misericordia. Se io vedo in Dio l’onnipotente Signore e padrone della mia vita, cercherò di imporre sugli altri un qualche tipo di mio potere perché il successo dipende dalla mia forza economica e politica sugli altri. Se io vedo in Dio l’essere perfettissimo tenderò ad essere intransigente non solo nei confronti degli altri ma anche verso me stesso.
Vedere in Dio l’amore misericordioso, l’amore uterino, l’amore incondizionato di una madre verso i figli, porta ad un atteggiamento profondamente diverso: il mio mondo cambia e ritrova il suo senso vero ed ultimo.

Il comandamento nuovo
(Gv 13,34-35)
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”


(Gv 15,12-13)
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”


Non solo Dio è amore, ma vale anche l’equivalenza spostando i termini: ovvero l’Amore è Dio. Ecco allora che radicalmente cambia la mia vita. La lingua greca ci aiuta a cogliere cosa intendiamo per amore. Ho studiato il greco solo quel poco utile a leggere il vangelo, quindi mi perdonerà chi ha una cultura classica più approfondita della mia. Ho trovato addirittura 13 nomi diversi per indicare l’amore ovvero quello che noi chiamiamo amore e che spesso si confonde con desiderio o attrazione: storge è l’amore nei confronti della famiglia, la philautia è l’amore verso sé stessi, ma diverso dall’egoismo, pragma è un impegno, un dare amore senza per forza ricevere, la mania è un amore tossico, il desiderio di amare e possedere …..
Mi soffermo però su quattro termini che ci potrebbero aiutare nel nostro personale esame di coscienza: che tipo di amore vivo?

Porneia: so che tutti state pensando all'aggettivo "pornografico", e avete ragione. Porneia, spesso tradotto come fornicazione, rappresenta l'appetito sessuale sregolato e subumano.
Nella natura dell’uomo è lo stadio dell’amore infantile, quello del neonato che si aggrappa al seno della madre per il quale tutto il mondo si risolve appunto nel seno materno; è l’amore del bimbo geloso a morte del fratellino o sorellina che sta per nascere. Ovviamente non è un livello d'amore vero e proprio, ma un impulso egoistico, ai limiti del bestiale. Nelle traduzioni greche dell'Antico Testamento esso indica ogni rapporto sessuale illecito. Lo ritroviamo nel vangelo in quel famoso versetto di Mt 19,9: “ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un'altra, commette adulterio”. La porneia rappresenta quindi un amore egoistico in cui tutto mi è dovuto.

Eros è il tipo di amore più conosciuto anche da chi non ha studiato il greco antico. È l'amore nella sua dimensione più fisica e carnale, è una forma d'amore sublimata dalla dimensione sessuale e passionale. Eros era un dio greco della fertilità, e infatti il suo tipo di amore rappresenta quello passionale e carnale, irrazionale, pericoloso, che ti porta alla follia. L’Eros è proprio questo: l’amore che ti fa perdere il controllo. È uno scambio fisico, un "do ut des"; è quindi quell’amore che cerca il contraccambio, che chiede una risposta.

La Philia, normalmente si traduce con "amicizia": più che un amore era un’amicizia profonda, in cui vi è lealtà e fiducia reciproca, per cui non puoi solo amare, ma devi amare ed essere amato. Il verbo philein viene sempre reso con "amare" o voler bene, rappresenta l'amore amicale, fraterno e puro e in alcuni testi ha connotazioni omosessuali. Nel Vangelo lo troviamo in diversi punti ma per la nostra riflessione e condivisione può essere utile il brano del Vangelo di Giovanni in cui il Cristo risorto chiede a Pietro se lo ama (Gv 21,15-19), anche perché lo ritroviamo vicino all’ultimo termine, agape.

Agape
L’agape è l’amore più potente, incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, dei confini, delle dimensioni, è un amore puro e senza alcuna aspettativa, fino a raggiungere una dimensione quasi spirituale. Puoi amare, amare tanto e per sempre, anche rischiando di non essere ricambiato. Nei vangeli è utilizzato molto spesso divenendo quasi un termine tecnico: l’amore fraterno ed incondizionato dei cristiani sull’esempio di Dio è Agape, poiché l’Agape è l’unico amore veramente perfetto.

Riflettiamo dunque su noi stessi e domandiamoci quale tipo di amore vivo ne
lle diverse situazioni della mia vita?