42° Campo di Comunità Una                   Certosa di Pesio, sabato 30 luglio 2022

Vivere da cristiani nel quotidiano

Canto iniziale "Signore com'è bello"

Signore, com'è bello, non andiamo via
Faremo delle tende e dormiremo qua
Non scendiamo a valle dove l'altra gente
Non vuole capire quello che tu sei.

Quando vi ho chiamati eravate come loro
Col cuore di pietra, tardi a capire
Quello che dicevo non lo sentivate
È pazzo, si pensava, non sa quello che dice

Ma il vostro posto è là, e là in mezzo a loro
L'amore che vi ho dato, portatelo nel mondo
Io sono venuto a salvarvi dalla morte
Il Padre mi ha mandato, ed io mando voi.

Adesso che capite che cos'è la vera gioia
Volete stare soli e non pensare a loro
A cosa servirà l'amore che vi ho dato
Se la vostra vita da soli vivrete.

Il tempo si è fermato, è bello stare insieme
Perché pensare agli altri che non ti han conosciuto
Possiamo mascherare la sete d'amore
Facendo del bene solo se ne abbiamo voglia.

Ma il vostro posto è là …

Scendete nella valle, vivete nel mio amore
Da questo capiranno che siete miei fratelli
Parlategli di me, arriveranno al Padre
Se li saprete amare la strada troveranno.

Ma il vostro posto è là …

Come concludere questo Campo? Lo cominciamo leggendo l'episodio della Trasfigurazione nel Vangelo di Matteo:

La Trasfigurazione (Mt 17,1-9)
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

Cosa ci possiamo dire perché resti in noi un segno di questi giorni vissuti alla Certosa di Pesio?
Siamo stati INSIEME ANCORA UNA VOLTA.  Siamo stati più forti del virus,  CAPACI DI CONDIVIDERE le  cose importanti della vita,  dopo tanti anni e dopo tante esperienza fatte insieme. Quante scelte di famiglia, quante scelte di comunità, quante realtà  al di fuori di noi  abbiamo incontrato e quanto siamo stati arricchiti nel nostro spirito, e quanto coraggio abbiamo ricevuto dalle persone che hanno attraversato i passi della vita di ciascuno!

Magari ce lo potremo dire:
  • Quella volta là che ho capito che ce la potevo fare anch’io... 
  • Quella esperienza mi ha dato la forza di prendere quella iniziativa...
  • ...
Se mi guardo indietro, quante cose ho vissuto che non avrei mai immaginato di  essere capace di vivere! Quante volte abbiamo capito che Gesù non sceglie persone capaci ma ci rende capaci anche davanti a scelte difficili e complesse!

Ora mi trovo con i capelli bianchi e il corpo che comincia a cedere, ma dentro di me sento ancora che potrei fare cose importanti e vivere intensamente, MAGARI IN MODO DIVERSO, andare incontro ai miei limiti per confrontarmi con la vita,  con serenità, nelle piccole cose, per rendere l’ambiente dove vivo sempre più a misura  d’UOMO.

In questi giorni ho trovato un foglietto con degli appunti di tanti anni fa, in cui ci sono alcune provocazioni che  sono  perfettamente combacianti con la nostra età e col nostro modo di vedere e sognare il futuro. Questo foglietto inizia così:
"C’È QUALCOSA DI PEGGIO CHE AVERE UN’ANIMO CATTIVO: È AVERE UN’ANIMA  DI TUTTI I GIORNI".

Ora che torniamo a casa, non dimentichiamoci di trovare STUPORE PER LE COSE BELLE E IMPORTANTI DELLA VITA.  Cerchiamo di non vivere nell’abitudine degli incontri con le persone che vivono con noi. Il tempo  diventa breve: facciamoci compagnia….vogliamoci sempre più bene, troviamo le cose che fanno piacere all’altro, magari modificando un po’ i nostri desideri. Non facciamo l’abitudine a niente. Salutiamo come se fosse la prima volta che ci vediamo, ringraziamoci per ogni gentilezza ed ogni gesto che ci doniamo.

RICORDIAMOCI SEMPRE LE PAROLE ……. SCUSA…………… GRAZIE…….. PER  FAVORE……

Ecco, dovremmo avere UNO SPECCHIO dove guardarci ogni mattina:  non lasciare cadere lo sguardo, non fare finta di non vederti,  GUARDATI NEGLI OCCHI, ne hai bisogno! Fallo prima che la vita ti costringa mettendoti davanti difficoltà insormontabili. Smetti di vivere nelle tue sicurezze e di pensare che gli errori sono sempre degli altri e dell’altro, la moglie il marito, i figli, l’amico, l’amica...

Non ti ritirare nel  TUO PICCOLO, non chiudere gli occhi, non tapparti le orecchie. Vivi attento alla vita che scorre  intorno a te e nel mondo. Tieniti informato. Trova un giusto metodo di giudizio. Cerca sempre di DISCERNERE, paragonando tutto  AL  PUNTO FERMO CHE È LA PAROLA DI DIO,  E AI SEGNI DEI TEMPI.

Se è il caso, CERCA DI CAMBIARE,  non rimanere lì come una statua! In natura tutto cambia e sempre per evolvere e vivere al massimo in qualsiasi condizione. Cerchiamo di essere sempre  DONNE E UOMINI che portano avanti la creazione del mondoCERCHIAMO SEMPRE DI LASCERE IL MONDO  E L’AMBIENTE DOVE VIVIAMO  PIU’ BELLO DI COME L’ABBIAMO TROVATO.

NON RIEMPIAMO I NOSTRI VUOTI CON COSE PIU’ VUOTE ANCORA.

NON SENTIAMOCI IN GARA CON NESSUNO! È bello anche perdere e saper perdere, non sentiamoci superiori solo perchè ci sembra di avere più esperienze, non giudichiamo i giovani perché non riusciamo a capirli, perché vivono e fanno scelte diverse da noi. Smettiamo di dire: "AI NOSTRI TEMPI"!

Per terminare vorrei portare il discorso sui nostri incontri con le persone scomode, atteggiamenti, giudizi e azioni concrete.  Facciamo attenzione a non girare mai la faccia dall’altra parte.
Siano essi POVERI DI MEZZI, POVERI DI SPIRITO, PERSONE PEDANTI, PERSONE CHE PENSIAMO DISTURBINO LA NOSTRA TRANQUILLITÀ, LA NOSTRA SICUREZZA, PERSONE CHE BUSSANO ALLA PORTA DEL NOSTRO CUORE O ALLA PORTA DI CASA.

Una soluzione per trovare un giusto rapporto con tutte queste situazioni: PENSARE CHE QUANDO ARRIVEREMO AL MOMENTO CONCLUSIVO DELLA VITA,  AD ACCOGLIERCI IN PARADISO CI SARANNO PROPRIO LORO, CIOÈ QUELLI CHE ORA CONSIDERIAMO PARASSITI E ROMPOSCATOLE. Non  dobbiamo avere un atteggiamento benevolo per PAURA ma perché  il nostro  CUORE VIVRÀ, GIÀ DA ORA, PIÙ PACIFICATO.

E adesso possiamo tornare a RIVAROLO FACENDO TESORO DI QUESTE GIORNATE DI CAMPO.                          
Ancora una cosa:  RICORDIAMOCI  SEMPRE  DI  NON DIRE  "NON  CE  LA  FACCIO""NON  HO PIÙ  LA  FORZA".          
Ricordiamoci la storia della salvezza che parte da Ur dei Caldei. Ricordiamoci di Abramo e di Sara, della loro fede nelle promesse della discendenza, nonostante l'età avanzata. Ricordiamoci di Agar e del figlio Ismaele, di quando, cacciata da Abramo, si era smarrita nel deserto e, finita l'acqua che si era portata dietro, si era allontanata dal figlio per non vederlo morire di sete, ma Dio le aprì gli occhi facendole scoprire la presenza di un pozzo d'acqua: quella fonte è la salvezza, che è lì vicino, ma magari noi non la vediamo finché Dio non ci apre gli occhi.


Canto finale "Son giunto qui"

Son giunto qui con la speranza di
poter capir la strada mia qual è
son venuto per cercare dentro me
e per capir la mia vera identità

Nella mia vita ci son valori a cui
do più importanza per mia comodità
non sono quelli che contano di più
quelli che valgono ce li fai capire Tu.

Ho capito che la strada mia sei Tu
Tu che mi dai La forza di lottar
certo credo che Tu hai su di me
un piano che alla vita un senso dà

Ora tocca a me scegliere la via
e voglio che per me diversa sia
non quella che mi dà la società
quella che invece mi proponi tu.

Qua a Certosa Pesio lascerò un po’ di me
perché con gli altri ho ritrovato Te
certo a casa difficile sarà
pensare a Te come è stato qua.

Tu sai Signor che a Rivarolo è
tanto difficile restare accanto a te
ma vivendo con chi soffre di più
ricorderò quanto sei grande Tu.

oh oh, oh , oh, oh..................

Ma vivendo con chi soffre di più
ricorderò quanto sei grande Tu.