38° Campo di Comunità Una                   Bardineto, domenica 31 luglio 2016

Consumismo, Famiglia, Fraternità

Qualche considerazione sullo spirito della nostra partecipazione alla vita della Comunità
e qualche domanda, che però non aspetta risposte


All'inizio del Campo, nella liturgia iniziale in cui ci prepariamo a vivere insieme una settimana e in cui ci consegniamo i "ciondolini" che indicano che siamo dei chiamati, vogliamo anche riflettere brevemente sullo spirito della nostra partecipazione.

Un tratto caratteristico della società moderna, dal '900 in poi, è il consumismo. Il cittadino viene spesso anche definito come "consumatore". Ha davanti a sé un panorama di possibili oggetti o servizi da acquistare e il suo atteggiamento è quello di vedere quali sono le offerte, valutare quanto sono appetibili e acquistare quelle preferite. "Cosa mi offri?", "quanto mi costa?", sono le domande, e le risposte sono "lo compro" o "non lo compro". Il cittadino/consumatore valuta, sceglie, decide, tutto in funzione del proprio gradimento: è la sua libertà.

Penso a come ci comportiamo nello scegliere una trattoria o uno spettacolo: cosa c'è nel menù? quanto costa? che film danno qui oggi? Sono libero di entrare in quella trattoria o in quel cinema, oppure di andare da un'altra parte. È normale, no? È giusto che sia così: mica ho nessun legame, nessun impegno, con quella trattoria, con quel cinema!

Nella famiglia le cose sono diverse: si va a pranzo dalla mamma anche se ci fa il solito coniglio in umido, buono sì, ma sempre quello! E poi alla fine non possiamo rifiutare il limoncello... Ma, se non ci sono impedimenti, ci andiamo lo stesso, e non insistiamo poi tanto con la mamma che modifichi il menù, perché quello che conta è stare coi genitori, coi fratelli, parlare un po' di noi, sentire come vanno le cose agli altri. È importante esserci!

Questa cosa che "l'importante è esserci" è emersa anche l'anno scorso al Campo, qui a Bardineto: sempre gli stessi, anzi, sempre meno, ma quelli che c'erano erano lì perché volevano esserci. E così, anche se ci conosciamo da più di 30 anni, le condivisioni nei gruppi andavano avanti tranquillamente per più di un'ora e mezzo, anche se il punto di partenza della condivisione erano le solite parabole di Gesù, sentite decine e decine di volte. Esserci per una settimana di vita comune, di condivisione di vita e di cuore, col Vangelo nel mezzo.
No, il Campo non era una delle tante offerte di vacanza da parte di un'agenzia turistica... "una settimana a Capri? Ci sono già stato!"... il Campo è una roba diversa, un appuntamento di famiglia, come lo sono tanti altri appuntamenti di Comunità.

E del resto, mi domandavo qualche anno fa, che cos'è la Comunità, quale definizione cattura meglio la sua essenza? E capivo che la risposta giusta non era l'appartenenza all'associazione, e neppure la struttura organizzativa. Quello che ci fa essere parte viva della Comunità è qualcosa di poco definibile e impalpabile, perché è la relazione di affetto fraterno che ci lega, il desiderio di fare un cammino insieme di crescita spirituale, il desiderio di aiutarci nel nostro rapporto con il Padre e con i fratelli, il volerci sentire "famiglia di famiglie". Questo è un punto importante, per me: Comunità trattoria e agenzia turistica o Comunità famiglia? Essere consumatore o fratello?

Buon campo a tutti.