Signore da chi andremo?
Seguire il Cristo per vivere una vita piena, capace di attenzione, di stupore, di accoglienza, per far fiorire, per noi e per gli altri, la strada che percorriamo. |
Signore da chi andremo, Tu solo hai parole di vita eterna (Giovanni 6,50-69). [60]Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». [61]Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? [62]E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? [63]E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. [64]Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. [65]E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio». [66]Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. [67]Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». [68]Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; [69]noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». |
Ecco concludiamo questo nostro campo con una AFFERMAZIONE DI FEDE
TOTALE.......CHE VALE LA VITA.
Così superficialmente, l'affermazione di Pietro sembra espressa senza
pensarci molto...o, ancora peggio, senza averci capito tanto... e potrebbe anche
essère così...
Ma io voglio pensare che la sua risposta sia invece... MOLTO MEDITATA... Che
prima di pronunciare quelle parole abbia pensato SERIAMENTE alla propria
vita. Abbia pensato a tutto quello che aveva LASCIATO..... (ecco noi abbiamo
lasciato casa... lavoro... amici). Abbia pensato a quello che aveva trovato
incontrando GESU’... Una risposta opposta avrebbe significato un ritorno
indietro totale nella sua vita, qualcosa che non avrebbe potuto sopportare.
Anche noi, qui, ora, davanti a “FORSE ANCHE VOI VOLETE ANDARVENE?”, ci
dobbiamo fermare un momento e analizzare questa provocazione, che ora viviamo
con una certa fatica fisica, che potrebbe limitare il nostro entusiasmo, ma che
nella nostra storia personale e di Comunità è stata fondamentale per una svolta
importante nelle nostre scelte.
“IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO. SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’
IN ETERNO.... CHI MANGIA LA MIA CARNE E
BEVE IL MIO SANGUE HA LA VITA ETERNA...''
Questo versetto precede il brano letto all'inizio e sono queste parole
che provocano l’abbandono dei discepoli che dicono "questo linguaggio è
duro; chi può intenderlo?"
Pietro prima di rispondere ha pensato a questo... Mangiare quella carne, bere quel sangue voleva dire essere chiamati a vivere una VITA FUORI DAL COMUNE.
Per Pietro e per noi LA RISPOSTA VALE LA VITA.
Leggiamo ora il primo di una serie di raccontini, e vedremo poi come questi raccontini stiano insieme e abbiano a che fare con la nostra vita e con la domanda "Signore, da chi andremo?".
Il Trattino (racconto tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero) L’incisore di lapidi funerarie alzò
lo scalpello e disse: "Ho finito. “ L'uomo esaminò la pietra: la foto
del padre, le due date 1916 e 2000
separate da un trattino di un paio di centimetri. Poi scosse la testa e
disse: “Non so come spiegarmi, ma mi sembra così poco. Vede, mio padre ha avuto
una vita piena, lunga, avventurosa. Vorrei si intuisse in qualche modo la sua
infanzia in una grande famiglia, la campagna ricca di verde e gli animali, i
lavori pesanti, la soddisfazione di un buon raccolto, le preoccupazioni per i
temporali estivi, la siccità... Poi la guerra, le divise, le
tradotte, la ferita, la fuga da un campo di prigionia, l'incontro con mia
madre... I figli che nascono, crescono, si sposano, i nipotini che arrivano uno
dopo l'altro... Poi la vecchiaia serena, la malattia, certo, ma anche
l'affetto, l'amore, l'entusiasmo, la passione, le lunghe giornale di lavoro, le
ansie, le preoccupazioni, le gioie…. L'incisore ascoltava con attenzione,
poi impugnò lo scalpello e il martello e con quattro rapidi colpi allungò il
trattino tra la data di nascita e quella di morte di quasi mezzo centimetro. Si voltò verso l’uomo e fece: “Va
bene così?”. |
L’ETA' SI MISURA IN ANNI...... MA LA VITA E’ UN'ALTRA COSA. La vita è fatta di pensieri, emozioni... LA VITA E' SCELTE... scelte che vanno
alimentate per non correre il rischio di un impoverimento.... di pensare che
basti ALLUNGARE IL TRATTINO per dare il senso alle cose vissute e da vivere... per
non correre il rischio che la vita diventi SOLO PAROLE.
Perché il gallo canta? Perché avverte per mezzo dei bargigli che il sole
sta per sorgere... e canta! E’ importante che alimentiamo la nostra vita, per
sconfiggere la pigrizia mentale, per fare sì che i nostri pensieri non ci
impediscano di percepire il sole che arriva! Forse non importa nemmeno dove e
come alimentiamo questa nostra vita, ma l’importante è non rischiare di
raccontarci delle frottole, sia per poltronite mentale che corporale.
Occorre cercare intorno a noi DOMANDE PROFONDE E NON SCONTATE... DOMANDE
CHE LASCINO DA PARTE IL PENSARE COMUNE DELLA GENTE... MAGARI DOMANDE SCOMODE CHE CI AGITINO IL SONNO.
E poi DARE DELLE R|SPOSTE CHE Cl COINVOLGANO ... IL CUORE ... LO
SPIRITO... E TUTTO Dl NOI ... DOMANDE E RISPOSTE CHE NON SIANO UN RIFLESSO DI
ALTRI MA SIANO LA NOSTRA VITA.
Lo Scultore (racconto tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero) Il
ragazzino fissò affascinato la pioggia di polvere bianca, di schegge di pietra
piccole e grandi che ricadevano a destra e a sinistra. Non aveva idea di ciò
che stava accadendo; quell'uomo che picchiava come un forsennato la grande
pietra gli sembrava un po' strano. Qualche settimana dopo, il ragazzino ripassò
davanti allo studio e con sua grande sorpresa vide un grande e possente leone
nel posto dove prima c'era il blocco di marmo. Tutto eccitato, il bambino corse
dallo scultore e gli disse: "Signore, dimmi, come hai fatto a sapere che
c'era un leone nella pietra?” Ogni
istante della tua vita è una pagina bianca. Tocca a te scriverla. E, anche se a
qualcuno può sembrare un blocco di pietra, dentro di te c’è un leone. Tocca a
te farlo uscire.
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Un'altra vita è possibile... sognare una storia diversa per noi e per
ogni uomo è possibile... impegnarci a costruire una vita che vale la fatica di
viverla.
Pietro dà quella risposta perché la vita è l’UNlCA COSA CHE HA e ormai l'ha messa in gioco Questo vale anche per noi.... LA VITA E' L’UNICA COSA CHE ABBIAMO!
Nonostante Tutto (racconto tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero)
Il
pover'uomo dopo aver tentato di salvarli con tutte le sue forze arrivò sulla
spiaggia, dall'altra parte. Stremato,
si inginocchiò penosamente, innalzò le mani al cielo e pregò: "Dio
d'Israele, io sono fin qui fuggito per poterti meglio servire, per poter osservare
i tuoi comandamenti e santificare il tuo nome. Ma tu hai fatto tutto questo per
provare la mia fede in te. Ebbene, io so che tu puoi tutto. Ma quand'anche tu
volessi indurmi ad abbandonare le tue vie, Dio mio, ti giuro, non ci
riusciresti. Tu puoi colpirmi duramente, togliermi ciò che ho di meglio, ciò
che di più caro ho al mondo; puoi torturarmi a morte; mai verrà meno la mia
fede in te, ti amerò comunque e sempre, a onta di te stesso. |
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TRE cose mi sono appuntate, che ho visto ed ascoltato questa estate e che mi hanno lasciato perplesso:
- le lacrime dei tifosi romanisti quando Totti ha annunciato il suo ritiro
dalla squadra ...
- un film "Il circuito dei
campioni" c’è una pista dove corrono i bambini con le minimoto: quanta rabbia e quanta tensione in quei genitori
che seguono i figli!!!
- la frase pronunciata da una donna di una certa età che andava al
concerto di Vasco Rossi "Vasco è la vita"... speriamo che quelle vite
abbiano uno spazio per coltivare qualcosa di diverso.
Il Piano (racconto tratto dal libro “La
vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero) L'Arcangelo Gabriele, che era venuto ad accogliere
Gesù, gli domandò: "Signore, che cosa sono quelle piccole luci?”. "Sono i miei discepoli in preghiera, radunati
intorno a mia madre. E il mio piano, appena rientrato in cielo, è di inviare
loro il mio Spirito, perché quelle fiaccole tremolanti diventino un incendio
sempre vivo che infiammi d'amore, poco a poco, tutti i popoli della
terra!". L'Arcangelo Gabriele osò replicare: "E che
farai, Signore, se questo piano non riesce?". Dopo un istante di silenzio, il Signore gli rispose
dolcemente:
Durante l'Ascensione, Gesù gettò un'occhiata verso
la terra che stava piombando nell'oscurità. Soltanto alcune piccole luci
brillavano timidamente sulla città di Gerusalemme.
Chiediamoci: io faccio parte del piano di Dio? Perché non ci sono altri piani.
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Diciamo anche una parola dei discepoli che se ne vanno. Anche loro penso
abbiano dato risposte meditate prima di lasciare... certamente erano persone
osservanti della legge e se avessero continuato a seguire quel personaggio
avrebbero dovuto modificare di molto le proprie scelte... le proprie
tradizioni... le cose che erano la loro abitudine e che in fondo facevano anche
comodo... Vacillano, o meglio non si trovano più bene nella nuova situazione
portata da Gesù....
Hanno capito che quel personaggio lì è quello che dice... “VOI VIVETE
COSI’... MA IO VI DICO... AVETE INTESO CHE FU DETIO... MA IO VI DICO...
I Due Asinelli (racconto tratto dal libro “La
vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero) Alla grotta di Betlemme arrivarono
anche due asinelli. Erano stanchi e macilenti. Le loro groppe erano
spelacchiate e piagate dai pesanti sacchi che il mugnaio loro padrone caricava
quotidianamente e dai colpi di bastone che non risparmiava. Avevano sentito i pastori parlare
del Re dei Re venuto dal cielo ed erano accorsi anche loro. Rimasero un attimo a contemplare il
Bambino. Lo adorarono e pregarono come tutti. All'uscita li attendeva lo
spietato mugnaio. I due asinelli ripartirono a testa bassa, con il pesante
basto sulla groppa. "Non serve a niente, disse uno. Ho pregato il Messia
che mi togliesse il peso e non l'ha fatto,. "Io invece, ribatte l'altro,
che trotterellava con un certo vigore, "gli ho chiesto di darmi la forza di
portarlo.” |
Quando Gesù ci dice IO SONO IL
PANE VIVO... CHI MANGIA IL MIO CORPO E CHI BEVE lL MIO SANGUE AVRA’ LA VITA PER
SEMPRE... include tutto SE STESSO:
- io sono colui che nasce in una stalla da una ragazza madre (e lo sceglie)
- io sono colui che dà la vita per ogni uomo e accoglie ogni suo errore...
- io sono misericordia: "..va non peccare più".
- io avvicino il lebbroso.
- io ti dico: vendi tutto ed acquista il campo dove c’è il tesoro.
- io ti dico: a chi ti chiede il mantello dai anche la tunica.
- pensa ai gigli del campo...... e tutto il resto ti sarà dato in sovrappiù.
- porgi l’altra guancia... ama il tuo nemico.
- venite a me voi affaticati...
- vendi tutto e dallo ai poveri e poi seguimi..........
- amatevi gli uni... gli altri... da questo capiranno che siete miei
discepoli.
Ma ancora di più ci dice: “Fate questo in memoria di me”. Non per
finta...
Si
capisce bene che sarebbe troppo facile limitarsi a CIBARSI
DELL’EUCARESIA........ anzi penso che sarebbe inutile se nel MANGIARE
IL MIO CORPO E BERE IL
MIO SANGUE non ci fosse IL MANGIARE INTERO TUTTO DIO. Le sue parole, le
sue
scelte, le sue tenerezze. Mi pare che attraverso il TUTTO
DI DIO FIORISCA LA VITA DI OGNI UOMO... fiorisca meglio la nostra vita... nonostante
noi....
Occorre un po’, di impegno... vivere attenti... con occhi... orecchi... cuore...
cervello... e braccia spalancati.
Siamo anzianotti ma
questo non vuol dire vivere con pigrizia e poca attenzione ...
E’ vero che NOI NON SIAMO COSI’.
Il Conquistatore (racconto tratto dal libro “Il
segreto dei pesci rossi” di Bruno Ferrero)
Il giovane cominciò a percorrere le
vie delle città e dei villaggi distribuendo denaro per farsi insultare nel modo
più pesante e colorito. Tutti lo ritennero pazzo. Terminato l'anno, il giovane
tornò dal maestro che gli disse: «Ora puoi andare ad Atene». Il giovane arrivò
davanti alle porte della città. Proprio accanto alla porta viveva
uno strano personaggio che insultava crudelmente tutti quelli che entravano in
città. Le persone insultate perdevano le staffe, ricambiavano, minacciavano,
schiumavano rabbia. Il giovane invece scoppiò in una
grande risata : «Pensa che per un anno ho pagato la gente perché mi facesse
quello che fai tu!». L’altro si fece serio e disse: «Entra, la città è tua!». |
L'Anfora Imperfetta (racconto tratto dal libro “La
vita è tutto quello che abbiamo” di Bruno Ferrero)
Una delle anfore, vecchia e piena di
fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta,
conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si
sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva occasione di far notare la sua perfezione: "Non
perdo neanche una stilla d'acqua, io!". Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: "Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia, e quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota, perdona la mia debolezza e le mie ferite. Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse: "Guarda il bordo della strada ". “È bellissimo, pieno di fiori”. "Solo grazie a te” disse il padrone. "Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li annaffi ogni giorno.”. Siamo tutti pieni di ferite e di
screpolatura, ma se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre
imperfezioni.
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