Credo in Gesù Cristo...
Le domande fondamentali
Ritengo che nella vita del cristiano alcune
domande risultino fondamentali proprio per essere cristiani, domande che
fungono da traccia nel nostro percorso. In questo momento per me due risuonano
in modo particolare nel mio esame di coscienza: al termine della giornata
non mi chiedo se Dio sia contento di me, poiché credo che nella
sua misericordia infinita Dio non possa essere deluso da nessun uomo o
donna, e pertanto neppure da me; al contrario mi ritrovo a chiedermi quanto
io sia contento di Dio, perché è questo il tema della mia
revisione personale: ho vissuto la mia giornata nella consapevolezza gioiosa
di essere amato da Dio?
Oggi ci ritroviamo di fronte ad un altro
interrogativo altrettanto fondamentale per la nostra vita di fede sia personale
che comunitaria ed ecclesiale: chi è Gesù per me, per noi?
Il Dio di Gesù Cristo
Nel nostro particolare percorso sul Credo
giungiamo ad analizzare la seconda parte, quella che riguarda la figura
di Gesù. Questa parte è fondamentale perché la nostra
fede riguarda il Dio di Gesù Cristo, ovvero quel Dio che Gesù
ci ha rivelato (cfr. Gv 1,18)[1].
Ecco la fondamentale importanza del nostro
aderire per fede alla figura di Gesù, a partire dal mistero grande
della sua resurrezione da morte e della sua incarnazione nel mondo. Allora
per la mia fede e per la fede di ciascuno di noi diventa assolutamente
necessario porci quella stessa domanda che Gesù fece ai suoi discepoli:
“Ma voi chi dite che io sia?”.
Una breve disquisizione storica solo per rendere chiaro il discorso: in questo nostro Campo abbiamo deciso di soffermarci su quello che è conosciuto come il “Credo apostolico”, quello che più raramente recitiamo nell’eucaristia: ebbene, nel ritmo molto scarno di questa preghiera si ricorda come il Gesù di cui stiamo parlando non è uno qualunque, ma quel Gesù che “patì sotto Ponzio Pilato”, unico personaggio storico di cui si parla in una preghiera della Chiesa. Sì il Gesù di cui si sta parlando è lui, quello condannato a morte e crocifisso dal procuratore romano Pilato che governò la Giudea tra il 27 e il 36 d.C. Tale annotazione viene ripresa nel simbolo niceno–costantinopolitano: una volta chiuso il capitolo delle persecuzioni con l’editto di Milano del 313 di Costantino, ed ancora di più con l’editto di Tessalonica di Teodosio del 380 che rese la religione cristiana la religione ufficiale dell’impero romano, cominciarono le polemiche e le lotte interne al mondo cristiano; le polemiche riguardavano soprattutto la figura di Gesù e mi pare importante sottolineare come, lasciando da parte le dispute teologiche sulla persona e sulla natura di Gesù, una precisa volontà abbia guidato i padri conciliari di Nicea e di Costantinopoli ovvero ribadire che il Gesù, di cui si sta parlando e proprio quello vissuto nel I secolo d.C.
E tu chi dici che io sia?
Dopo questa breve parentesi torniamo al nostro
tema, e a tale scopo ci rifacciamo ai tre brani sinottici
del Vangelo che riportano l'episodio in cui Gesù chiede “E voi,
chi dite che io sia?”. Questi tre brani sono costruiti secondo uno
schema molto preciso:
A. Gesù chiede cosa la gente
in generale possa pensare della sua missione
B. La gente considera Gesù
uno dei grandi profeti di Israele
C. Gesù domanda direttamente
agli apostoli cosa loro pensassero di lui
D. Pietro a nome degli apostoli confessa
la divinità di Gesù
E. Gesù annuncia la sua passione
e morte
F. Gesù ricorda ai discepoli
come la sequela richieda l’acoglienza della croce quotidiana
Nel Vangelo di Marco, il primo ad essere stato
scritto, la domanda assume una posizione fondamentale da essere addirittura
al centro del Vangelo stesso; credo che per la condivisione di oggi nei
gruppi sia già abbastanza; proviamo sinceramente e senza risvolti
intellettualistici a chiederci e condividerci l’un l’altro come avremmo
risposto se la stessa domanda fosse stata posta a noi. È Cristo
che ci chiede: "ma tu chi dici che io sia?".
Risposta che porta ad un successivo fondamentale
passo nella sequela del Cristo; infatti al riconoscimento da parte dei
discepoli che Gesù è il Messia tanto atteso segue l’annuncio
della passione a voler ribadire come la logica di Dio non sia quella del
potere, ma quella del servizio. Il nostro Dio pur essendo onnipotente,
filosoficamente parlando e aggiungo almeno credo, non si dimostra tale,
infatti nel Figlio “spogliò se stesso, prendendo forma di servo,
divenendo simile agli uomini”.
Alcune possibli risposte
Una volta precisato di quale Gesù
si stia parlando, occorre evitare di cadere nella tentazione di leggere
la figura di Gesù secondo nostri parametri; qualcuno potrebbe obiettare
che è chiaro a tutti chi è Gesù; eppure nel corso
della storia alla domanda che sempre risuona nel cuore dell’uomo “E tu
chi dici che io sia?” ognuno ha dato risposte diverse a volte contrastanti;
ad esempio (qui riprendo una famosa catechesi di don Prospero) Gesù
è visto come:
Una risposta più interessante potrebbe essere che a noi intriga il Gesù dei santi, ma anche essi ce lo dipingono diverso; però c’è un particolare importante: per tutti i santi Gesù è colui che ha loro cambiato la vita. Allora voglio provare a rispondere che oggi una figura di Gesù ce la disegna il Concilio Vaticano II invitandoci a leggere il vangelo alla luce dei segni dei tempi. Ecco allora alcuni spunti:
Tre segni dove riconoscere
Gesù oggi?
A questo punto se davvero Gesù rappresenta
Qualcuno, con la q maiuscola, per me, devo vivere l’impegno di cercarlo
e di vivere accanto a lui ogni giorno; ma come?
Tre sono i segni che Gesù stesso ci ha lasciato e quindi a rigor di logica sono tre i momenti in cui possiamo andare incontro a Lui:
Ma Gesù chi dice
di essere?
Forse una risposta migliore potremo trovarla
nelle parole stesse di Gesù; egli nel vangelo di Giovanni dice:
“Io sono la via, la verità, la vita” (Gv14,6); Gesù allora
è:
Mc 8,27-38: “Poi Gesù se ne andò, con i suoi discepoli, verso i villaggi di Cesarea di Filippo; strada facendo, domandò ai suoi discepoli: “Chi dice la gente che io sia?” Essi risposero: “Alcuni, Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti”. Egli domandò loro: “E voi, chi dite che io sia?” E Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. Ed egli ordinò loro di non parlare di lui a nessuno. Poi cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell'uomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse. Diceva queste cose apertamente. Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo. Ma Gesù si voltò e, guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro dicendo: “Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”. Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà. E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua? Infatti, che darebbe l'uomo in cambio della sua anima? Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli”. | Mt 16,13-28: “Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?” Essi risposero: “Alcuni dicono “Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti”. Ed egli disse loro: “E voi, chi dite che io sia?” Simon Pietro rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù, replicando, disse: “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli”. Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai”. Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: “Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua? Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua. In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno” | Lc 9,18-27: Mentre egli stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; ed egli domandò loro: “Chi dice la gente che io sia?” E quelli risposero: “Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti antichi che è risuscitato”. Ed egli disse loro: “E voi, chi dite che io sia?” Pietro rispose: “Il Cristo di Dio”. Ed egli ordinò loro di non dirlo a nessuno, e aggiunse: “Bisogna che il Figlio dell'uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso, e risusciti il terzo giorno”. Diceva poi a tutti: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso? Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli. Ora io vi dico in verità che alcuni di quelli che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il regno di Dio”. |
Note
[1] Gv 1,18: “Dio nessuno lo ha mai visto:proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato”