Credo nello Spirito Santo...
“Queste cose vi ho detto quando ero
ancora con voi. Ma il Consolatore (Paraclito), lo Spirito Santo che il
Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Vi lascio la pace,
vi do la mia pace” (GV. 14,26-27)
“Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (GV. 15, 26,27) “Gesù disse: “Tutto è compiuto”. E chinato il capo, spirò” (emise lo spirito) (Gv 19,30.) “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo ove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi”…… Dopo detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”. (GV. 20, 19-23). |
Credo nello Spirito Santo
La fede della prima comunità cristiana
ha raccontato la Trinità: narrando l’evento pasquale lo ha narrato
come Storia Trinitaria [1].
Già nelle prime formule battesimali
il ricordo della Trinità è presente [2].
Da qui poi la comunità esprime il simbolo apostolico: “Il simbolo
si presenta così nella sua origine e anche dopo, nonostante l’estensione
dei tre articoli relativi al Padre, al Figlio e allo Spirito, come il racconto
della storia trinitaria di Dio per noi: storia del Padre di cui si afferma
il primato fontale ed escatologico su tutte le cose; storia del Figlio,
densa di corporeità degli eventi della vita del Signore; storia
dello Spirito, aperta ad abbracciare il presente della chiesa ed il futuro
della vita” [3].
Come abbiamo visto dai passi del Vangelo che ho scelto lo Spirito è annunciato prima della passione, è donato sulla Croce ed è colui che rende testimonianza, l’artefice della Resurrezione. E’ collegato strettamente al dono della pace e del perdono.
Come forse si riesce un po’ ad intravedere dai brani evangelici non parliamo dello Spirito Santo in sé o come terza persona della Trinità, ma come Spirito del Padre, donato dal Cristo morto e risorto. Come dice bene J. Ratzinger nel suo capitolo del 1969 sullo Spirito Santo [4], il testo originale greco era “credo in Spirito Santo”; manca l’articolo determinativo: sembra una sottigliezza, ma è fondamentale; la terza parte del Simbolo Apostolico non richiama “in prima linea allo Spirito Santo in quanto persona divina, bensì allo spirito Santo quale dono di Dio alla storia nella comunità di quanti credono in Cristo” [5]. Le domande trinitarie di questo Simbolo, usato nella liturgia battesimale, non intendevano ed intendono riferirsi ad un DIO EXTRA, ma ad un Dio che ha operato nella storia, diventata storia sacra, storia che ha avuto il suo culmine nella Pasqua.
Con Bruno Forte si può dire: ”il mistero proclamato (nel credo) diventa mistero celebrato, per essere nella chiesa e nella storia mistero vissuto.” [6].
E’ il Mistero di un Dio che continua ad operare e a parlare nella storia e ci invita a leggere nei segni dei tempi e nella attività umane come incarnare la sua parola nel mondo odierno. La Gaudium et Spes (G.S.) al n.11 ci ricorda che i segni dei tempi vanno attesi non per andare dietro le mode, ma per compiere la volontà di Dio. Infatti "negli avvenimenti del mondo e nelle aspirazioni degli uomini ci sono i veri segni della presenza o del disegno di Dio".
In questa linea nel successivo n. 44 il Concilio ci ricorda che è dovere di tutto il popolo di Dio, e soprattutto dei pastori e dei teologi, ascoltare le varie voci del nostro tempo (varias loquelas nostri temporis). Il termine 'loquelas' è più ampio della parola italiana 'voci', si riferisce a tutte le voci dei filosofi, degli scienziati delle riflessioni dell'uomo d'oggi che vanno comprese per comprendere meglio noi stessi e il modo di annunciare il Vangelo oggi, affinché "la Verità rivelata sia meglio compresa e possa essere presentata in forma più adatta". Questo vale anche per il messaggio morale che scaturisce dall’incontro col Cristo. Ascoltare le riflessioni del nostro secolo sull'uomo, filosofiche, economiche, psicologiche, sociologiche non solo è un dovere che ci deve prendere tutti, ma è essenziale per ascoltare Dio che anche nella riflessione umana ci parla per rivelarci chi siamo e come vivere ogni giorno in risposta al suo Vangelo. Come Chiesa e cristiani non dobbiamo avere paura degli uomini, di noi stessi; togliendo la cattiveria che è dentro ad ognuno di noi, come ci ricorda anche Gesù nel Vangelo, tutto il resto è buono, sta a noi usarlo bene [7].
”Credo nello Spirito Santo” vuol dire
proprio questo: credo che Dio mi faccia nuovo dandomi la possibilità
di vincere la mia cattiveria, di essere veramente uomo e donna come Lui
l’ha pensato. Vuol dire che credo non in un Dio astratto, ma in un Dio
che opera in me, mi trasforma e mi dà i doni per essere veramente
Uomo. Vuol dire che credo che il bene, tutto il bene, è frutto dell’operare
insieme di Dio e dell’uomo. E’ credere che l’amore di Dio è vivo
nella storia e la trasforma in storia della Salvezza. Tutti noi abbiamo
esperienza della nostra fatica a fare il bene, della nostra fragilità,
della cattiveria che è in noi, ma Dio ci dona il suo amore; l’abbiamo
celebrato nel Battesimo e nella Cresima, dove abbiamo avuto la pienezza
dello Spirito che ci rende testimoni della Pasqua, di questo Gesù
morto e Risorto per ogni uomo. Abbiamo ricevuto l’unzione che ci
ha reso capaci di esser figli nel Figlio, re, sacerdoti e profeti, come
abbiamo già visto e approfondito in altre occasioni.
"Credo nello Spirito Santo" vuol
dire credo che posso fare il bene, perché Dio mi dà la forza
di farlo, di essere buono. Tutto è grazia, diceva S. Agostino
citando San Paolo. Tutto è dono.
Il catechismo ci ricorda che lo Spirito ci
ha dato 7 doni: un numero simbolico che ricorda la perfezione di Dio, lo
‘shabbat’, il giorno in cui Dio si è riposato dopo la Creazione
[8].
Mi piace vederne alcuni, per condividere
proprio semplicemente questi doni che Dio mi ha fatto, ci ha fatto, e che
noi abbiamo ricevuto; ma sappiamo che ci sono? O il regalo, l’ho, l’abbiamo
lasciato nell’armadio? Ecco, questo condividerne alcuni con voi è
un tentare di riaprire il regalo di Dio, vederlo nella sua semplicità
di aiuto ad essere ognuno di noi come il progetto di uomo che Lui ha per
ognuno, cioè quello di suo figlio (figli nel Figlio).
“Qual è allora l’azione dello
Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per guidarci
alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti
le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole,
la
legge di Dio – come avevano annunciato i profeti dell’Antico Testamento
– viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione
nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita.
Si realizza la grande profezia di Ezechiele: «vi purificherò
da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò
un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo… Porrò
il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi
e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme»
(Ez 36,25-27). Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono
le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio,
e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui”.
"Lo Spirito Santo, poi, come promette
Gesù, ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13);
ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità,
ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè
in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci
l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere
con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere
cristiani sarà superficiale." [11]
Volevo poi finire con alcune domande che prendo sempre in prestito da papa Francesco:
Note