35° Campo di Comunità Una                 Prea, sabato 10 agosto 2013

Preparazione al "deserto" personale









In questo Campo abbiamo cercato di fare un cammino, o, a dire meglio, di iniziare un cammino, un cammino di approfondimento della nostra fede, un cammino in cui si buttano vari ingredienti nel recipiente della nostra mente, si scuotono ben bene con le condivisioni, e poi si lascia che il tutto cominci a colare dentro, dentro le ossa, dentro le vene, dentro l'anima, per vedere se la nostra vita prende un sapore più buono...

Abbiamo iniziato il Campo depositando davanti all'altare, davanti al Santissimo, una pietra, a rappresentare un peso che rallenta la vita del nostro spirito, il peso che ci veniva a mente subito. Forse il peso più importante, il più responsabile del rallentamento del nostro camminare. Forse solo quello che nei giorni precedenti ci aveva ostacolato di più, contro cui il nostro piede aveva sbattuto e il ditone ancora faceva male...

Ma abbiamo iniziato anche col segno da portare al collo, una campana. "Sveglia!", questo era il significato. Non si può fare un cammino serio da sonnambuli. Dobbiamo svegliarci, dobbiamo uscire dal torpore... "din don!". Questo è il meccanismo che conta assolutamente di più nella vita: essere svegli, attenti, orecchie tese, occhi aperti: De Mello diceva che molti pensano che la domanda più importante sia: "c'è e com'è la vita dopo la morte?", e invece la più importante è: "c'è la vita prima della morte?": C'è vita in noi? O camminiamo come sonnambuli? Vivo attento? So cosa si muove dentro di me? So perché reagisco in certi modi a certe parole o azioni altrui? Cosa mi frena nei miei slanci? Cosa mi stimola nella vita?

Tre anni fa, riflettendo su "rimetti a noi i nostri debiti", mettevo l'accento sul fatto che, se "peccato" significa "mancare il bersaglio", allora l'ingrediente principale per evitare il peccato, per centrare l'obiettivo, è vederci bene. Poi servirà anche il braccio fermo, ma il bersaglio lo devo vedere bene. Ecco, vederci bene, essere consapevoli. Consapevolezza, presenza... tutte parole per dire più o meno la stessa cosa: ci sono, sono qui, non ho la testa nelle nuvole o arrampicata sui castelli mentali che mi sono fatto. Sono qui, vedo il terreno, vedo le pietre e gli scalini sul sentiero, vedo almeno un pezzetto della strada che mi porta a salire sul monte.

Oggi saremo invitati, a conclusione della settimana, a rinnovare le nostre promesse battesimali. A rinnovare l'intenzione di camminare. Sì, voglio camminare. Sì, sono stufo di stare fermo, mi sento anchilosato a forza di stare fermo!

Voglio prepararmi a camminare. E mi preparo cercando di mettere a fuoco due aspetti della mia vita da affidare nelle mani del Signore.

Prenderò appunti sul retro della cartolina che ora prenderemo. Nel pomeriggio, prima di rinnovare il gesto del battesimo, la metterò sulle pietre lasciate lì da domenica sera. Potrò condividere, se vorrò, quanto scritto. Poi la riprendo con me e la porto a casa, come piccolo promemoria per il mio cammino.