Giovedì 31 marzo 2011

 
 
CONVERTIRSI PER ESSERE TESTIMONI:
Vedere la realtà con gli occhi del Padre, per cambiarla con la forza del suo Spirito.
1Ts 1,4-10: Conosciamo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione. Infatti il nostro vangelo non vi è stato annunciato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione; infatti sapete come ci siamo comportati fra voi, per il vostro bene. Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente.
 
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Al Campo Famiglie di Peveragno, al cui scritto vi rimando, dicevo che l’invito di Gesù “è rivolto a ogni essere umano, anche se con modalità diverse, perché molti non conoscono il messaggio di Gesù, o hanno altre fedi, o non sono credenti”. Qui, invece, mi rivolgo in particolare ai credenti  che cercano d’essere seguaci di Gesù, iniziando dalle parole di don Paolo Farinella.

     “Il Dio di Gesù Cristo, preannunciato da Isaia e proclamato da Giovanni Battista viene per chiunque si pente e si converte.

     L’annuncio-invito della conversione percorre tutto il NT dall’inizio della vita pubblica di Gesù a dopo la risurrezione, dagli Atti degli Apostoli a Paolo perché costituisce la chiave di volta dell’incontro tra Dio e ciascuno di noi (Mc 1,15; Lc 13,3-5; 24,47; At 2,28; 26,20).
     Nel vangelo (Mc 1,15) «conversione» traduce il termine greco «metànoia» che è composto dalla preposizione «metà - oltre» e «noûs - pensiero» per cui, in modo molto semplice possiamo dire che conversione significa capovolgimento del pensiero.
     Troppo spesso pensiamo che convertirsi riguardi il comportamento o il cambiare atteggiamento. Non è così perché sarebbe come cambiare vestito. La conversione riguarda il pensiero, cioè le ragioni che fondano la vita e i criteri che usiamo per organizzarla: le modalità e gli stili di vita sono una conseguenza. Il comportamento segue sempre l’essere ed è un segnale che ci rivela la nostra consistenza e la nostra dimensione interiore. L’etica è la conseguenza di una scelta di vita.
     La conversione pertanto non è il riconoscimento di Dio onnipotente, ma la scoperta di un Dio che ha dimenticato se stesso per permetterci di stare al suo fianco. Spesso identifichiamo la conversione con il rimorso  o con il senso di colpa come se Dio dovesse stare lì a chiedere il conto senza sconti e misericordia. La conversione è un impegno totale sulla proposta di vita fatta da Dio in Gesù che diventa il nostro metro e la nostra misura. La prospettiva del Regno di Dio ci obbliga a guardare in avanti, non a ripiegarci sul passato, sul quale tra l’altro non abbiamo alcun potere nemmeno di manomissione: il passato possiamo solo accettarlo e, in un contesto di conversione, offrirlo a Dio come un dono che ci appartiene. Quanto cammino ancora da fare per liberarci dalla nostra religiosità pagana!
     Chi si converte ripone in Dio la fiducia della propria salvezza (Ger 17,5-11; 31,16-22; Is 2,6-22) e si fida e si affida a Dio, per cui il convertito è colui che fa l’affidamento della sua vita ed è certo di non essere né frainteso né deluso”    (don Paolo Farinella, Dom. 27 T.O. anno C,  3 ott.2010).
 
Io penso che troppo spesso teniamo gli occhi fissi su noi stessi, sui nostri difetti, le debolezze, le incapacità… I  nostri pensieri sono quasi esclusivamente incentrati su di NOI: e ci preoccupiamo di migliorare, di fare opere di bene….e ci addoloriamo nel constatare che invece non cambiamo affatto, anzi, più invecchiamo più abbiamo l’impressione di peggiorare; o abbiamo l’impressione di fare poco, d’essere inutili…. E tutte le volte che ci confessiamo ripetiamo il solito ritornello e raccontiamo e ci pentiamo delle solite “sciocchezze” che riteniamo peccati. Dimenticando ciò che è più importante: punto di partenza è convertirci, è rivolgere lo sguardo al Padre, fidarci di Lui, abbandonarci a LUI.  Egli  per primo ci ama, ci chiama, ci accoglie così come siamo, deboli, incapaci, meschini…. E ha bisogno di noi, ci affida una missione, che è continuazione dell’opera del Figlio, costruire la Famiglia dei figli di Dio!  E’ il suo Spirito che  a poco a poco ci cambia….e se non lo fa è perché gli piacciamo così o forse perché rispetta il nostro modo di essere o le nostre scelte!  (Chi si preoccupa della propria vita la perderà, …..cercate prima il Regno di Dio….)
Ma noi, no! Come stolti,  invece di guardare  la Luna  fissiamo lo sguardo sul dito che ce la indica! O come l’allievo alla scuola guida a cui l’istruttore ripeteva:“Non guardare il volante o il cambio, guarda la strada!”.
Che è dunque la  CONVERSIONE ?
E’ amare il Padre, corrispondendo al suo amore. Ma non c’è padre senza figli e famiglia. Quindi è amare anche l’Umanità intera:  “Chi non ama il proprio fratello che vede non po’ amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1Gv.4,20) “Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia” (Mt.6,33)
E’ amare come il Padre che è misericordioso, che perdona 70 volte 7, cioè sempre, e perdona anche il nemico, fino a dare l’altra guancia e lasciarsi “mettere in croce”;  che ci richiama continuamente attraverso i “profeti”, il  primogenito Gesù, i suoi seguaci; che ci attende come il Padre del figlio prodigo e ci cerca come il buon Pastore;  che agisce in ogni persona, credente o no….Che prosegue l’opera di creazione  attraverso noi umani, avendo uno sguardo particolare per i figli oppressi e vittime di ingiustizie.  Insomma conversione è opera gratuita del Padre su noi. E’ vivere nello Spirito del Padre. E’ quindi:
 
1) vedere la realtà  con gli occhi del Padre:Ho osservato la miseria del mio popolo in schiavitù  e ho udito il suo grido: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dei suoi oppressori” (Es. 3,7)
Dicevo che il nostro sguardo è quasi totalmente incentrato sulla nostra persona, preoccupati di noi, della nostra vita, della nostra salvezza, di che mangeremo, vestiremo… dei nostri figli, forse anche  del nostro quartiere o paese. Il Padre invece si preoccupa dell’Umanità intera. Gesù ci invita a guardare più in là di noi:
Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia” (Mt.6,33) “Se il chicco di grano, caduto per terra , non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chiunque ama (è attaccato) la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv.12,24)”Chi vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà” (Mt. 16,25)
 
2) giudicarla alla luce della sua Parola. “I miei pensieri (propositi, intenzioni, criteri) non sono i vostri pensieri, le vostre vie (opere) non sono le mie vie”(Is. 55,7)
Conversione è giudicare la realtà col “criterio” del Padre. E’ scegliere tra due criteri: quello del Padre (Regno-Famiglia universale) o quello del Mondo (Ricchezze, Potere, Dominio,Piaceri). Dal criterio scelto,  ne conseguiranno le opere, le azioni quotidiane, piccole o grandi che siano, secondo i talenti ricevuti e la forza dello Spirito che è presente in noi umani.
L’A.T. ci parlava di due vie (opere): della vita, il bene – della morte, il male
Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Perciò ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui stai per entrare  per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete più lunga vita nel paese in cui state per entrare”  (Dt.30,15 segg.)
Gesù è chiarissimo nell’illustrarci le due vie: Dio-Padre (e il suo Regno) o la Ricchezza:
Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”  (Mt 6,24).
E ci indica la via della salvezza, “la regola d’oro”, che paragona ad una porta stretta:
Tutto quanto volete che gli altri facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti e la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e poche sono quelli che la trovano!” (Mt. 7,12-13).
 
3) agire nella storia come Gesù per costruire il Regno di Dio, per creare fatellanza universale,  eliminando barriere, pregiudizi  e ingiustizie. “Non chiunque dice ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli

Diamo allora un’occhiata alla realtà mondiale, riportata da diverse fonti.

Viviamo una crisi sociale, con oltre un miliardo di persone che muoiono di fame; una crisi economica, causata da un sistema finanziario sganciato dalla vita reale; una crisi climatica, con un pianeta che sta drammaticamente cambiando. Questo ha portato a tensioni, violenze, oppressione: le insurrezioni popolari del Maghreb di questi giorni che ce lo ricordano, rappresentano, altresì, il riscatto, la speranza e la dignità di quelle popolazioni. E ancora:
=> 963 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di povertà.
=> Circa 1 miliardo e 200.000 milioni di lavoratori vivono con meno di due dollari al giorno e oltre 700 milioni, con meno di 1,25 dollari al giorno .
=> 72 milioni di bambini non vanno a scuola. Di questi la maggioranza sono bambine.
=> Ogni cinque secondi un bambino muore di fame.
=> Più di 4000 bambini al giorno con meno di 5 anni muoiono di diarrea, una malattia facilmente evitabile
=> Nei paesi poveri, ogni minuto muore una madre di parto per carenze e inefficienze nel sistema sanitario
=> Un miliardo di persone vive senza avere accesso all’acqua pulita, e due miliardi senza strutture igienico-sanitarie adeguate.
=> La spesa annuale per la lotta all’Hiv/Aids, una malattia che miete 3 milioni di vite all’anno, equivale alla spesa di 3 giorni in armamenti.
=> Nel 2009 il mondo ha speso circa 1600 miliardi  di dollari in difesa.
=> Per ogni dollaro speso in cooperazione allo sviluppo, 10 dollari sono spesi per armamenti.
=> Circa i cambi climatici. I problemi hanno preso corpo adesso all’improvviso, attraverso fenomeni che si stanno ripetendo in tutti i continenti: calori, incendi di boschi, perdite di raccolti in Russia con numerose vittime; cambiamento climatico in Cina, piogge intense o siccità; perdite progressive delle riserve d’acqua dell’Himalaya, che minacciano l’India, la Cina, il Pakistan e altri paesi; piogge eccessive in Australia che hanno inondato quasi un milione di chilometri quadrati; ondate di freddo insolite ed estemporanee in Europa, con conseguenze considerevoli nell’agricoltura;  siccità in Canadà; ondate inusuali di freddo in Colombia che hanno danneggiato milioni di ettari coltivabili; precipitazioni mai viste in Venezuela; catastrofi per le piogge eccessive nelle grandi città del Brasile e siccità al Sud
Nel 2015 potrebbero essere 375 milioni le persone colpite ogni anno da calamità legate ai cambiamenti climatici, un aumento del 50% rispetto agli attuali 250 milioni.
Si stima un aumento di 133 milioni di persone in più, fra 6 anni, colpite da catastrofi naturali causate dal riscaldamento globale (sono esclusi terremoti, guerre ed eruzioni vulcaniche)….Aggiorno i dati ricordando anche la tragedia naturale del Giappone, accompagnata dalla stupidità ed arroganza umana: mi riferisco alla costruzione di impianti nucleari in una terra altamente sismica!
 
Potremmo continuare per ore ….Ebbene:  il Padre non resta affatto indifferente di fronte a tanta sofferenza umana. Ed agisce continuamente attraverso persone di buona volontà, credenti o meno; e tra esse NOI, che siamo chiamati per essere seguaci di Gesù, dovremmo essere in prima linea. Mi sono profordamente commosso all’udire che 50 volontari s’erano offerti per impedire un disastro nucleare in Giappone. M’è venuto spontaneo pensare ai 50 giusti, attraverso i quali Dio avrebbe salvato gli abitanti di Sodoma e Gomorra! Il Padre non va né contro il corso naturale degli eventi, né contro la stupidità umana. Tuttavia credo che sarà stato a lato di quei 50 per minimizzare i danni di una centrale che mai avrebbe dovuto  essere costruita in una zona ad alto rischio sismico.
 
C’è un criterio d’azione che dovremmo fare nostro: pensare globalmente ed agire localmente. Ossia, avere una visione ampia, mondiale della realtà, dal momento che siamo parte di un tutto interconnesso. Io direi, avere uno sguardo fraterno, lo stesso del Padre. Quindi agire nel quotidiano, nella porzione di mondo di cui abbiamo esperienza diretta, tenendo presente che le nostre azioni, benché piccole ed apparentemente inutili, hanno una influenza globale: ognuno di noi è responsabile dell’andamento dell’Umanità.
 
Allora, anche se siamo vecchi, stanchi e ammalati, diamoci da fare nel continuare a dare il buon esempio ai nostri figli ed alle persone con le quali entriamo in contatto, attraverso quei piccoli gesti quotidiani che consideriamo inutili….Inutili, anche perché, purtroppo, una errata educazione, ci ha inculcato il CULTO dei GRANDI, dei SANTI, degli EROI… che spesso (sempre?) li hanno messi su piedistalli o su altari per condizionarci e farci sentire pecore cretine, e quindi ciecamente obbedienti agli ordini di Autorità costituite dall’Alto. Dimenticando che Santo non è chi  dà di più, ma chi dà tutto ciò che ha di sé: dovrà far fruttare 100 chi 100 avrà ricevuto, ma 10 chi ne avrà ricevuto soltanto 10.   E dimenticando che Eroe è chi compie il proprio “dovere” quotidianamente, meglio se con spirito d’amore servizievole e disinteressato, non chi riceve una pallottola in guerra, andata a combattere per difendere i privilegi dei potenti e dei ricchi.   (da una mia  lettera a un amico)