giovedì 26 maggio 2011

 
 

Comunità, via privilegiata verso Dio.

1Ts 5,12-23: Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera.
Vivete in pace tra di voi.
Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti.
Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti.
Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito.
Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male.
Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
 
Concludiamo questa sera il cammino di quest'anno, fatto sulla prima lettera di San Paolo agli abitanti, o meglio, ai credenti, di Tessalonica, l'attuale Salonicco.
I versetti che abbiamo ascoltato stasera sono di una chiarezza sconcertante, tanto che verrebbe voglia di non fare commenti ma solo leggerli diverse volte, perché da soli bastano per arricchire il cuore e renderlo sensibile per un cammino più attento e preciso nella vita di fede di ciascuno di noi. Proviamo comunque a fare una breve riflessione per individuare insieme le provocazioni e i suggerimenti che ci vengono incontro, ponendo un po' di attenzione ai pochi versetti appena letti.

Premetto che quando dico Chiesa intendo il "popolo di Dio in cammino", impegnato a costruire il Regno di Dio già qui e già ora, basato sulla giustizia e l'amore fraterno. E allora cominciamo col dire che la Chiesa, come comunità di credenti in Gesù, non può ignorare i richiami che San Paolo invia alla Chiesa di Tessalonica, e che in buona sostanza invia anche adesso alla Chiesa che è in Rivarolo, o meglio alla Chiesa tutta. Mi pare invece che su certe tematiche siamo un po' superficiali: ad esempio parliamo con difficoltà ai nostri Pastori e dei nostri Pastori, parliamo con difficoltà dei rapporti di fraternità che dovrebbero essere propri dei credenti in Cristo, diamo per scontato quello che scontato non è, come la frase di Gesù: «Amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv, 13, 34-35).

Certamente la fede è un dono individuale, un dono però che siamo chiamati a vivere in comunione con i fratelli. Fra di noi come piccola Comunità, fra di noi come Chiesa. Se così non fosse, dovremmo chiederci come facciamo a dirci credenti in un Dio che è comunione. Come possiamo dire che crediamo in Gesù di Nazareth, se ignoriamo la vita di chi ci cammina accanto?

E allora vediamo un po' più da vicino alcune delle esortazioni di San Paolo.

Avere riguardo per chi fatica in mezzo a noi, con attenzione e impegno, per coloro che sono stati scelti per trovare le vie che ci aiutano nel nostro cammino verso il Paradiso. Stiamo vicini a loro, cerchiamo di stimarli per quello che fanno, cerchiamo magari anche di chiedere conto del loro impegno. Non sono loro i pastori che il Signore ci mette al fianco adesso?
Non diamo tutto per scontato! Se occorre, diamo dei suggerimenti. Esigiamo che siano dei veri pastori... Pastori attenti, pastori che si preparano, pastori non arrendevoli... Pastori esigenti, prima di tutto con sé stessi e poi esigenti con tutta la comunità... Pastori che siano per noi buoni pastori, che fanno sempre riferimento al Buon Pastore... Preghiamo e vigiliamo perché questo accada sempre. Ricordiamoci che sono dei fratelli, e che sono chiamati a percorrere la strada del loro cammino di fede in comunione con chi hanno accanto.

E quindi, anche nel cammino della correzione fraterna, ricordiamoci che siamo tutti pastori l'uno per l'altro!

Facciamo sempre esercizio di carità nei nostri rapporti, viviamo in pace con tutti.
Cerchiamo sempre il bene, il bene del fratello. Sforziamoci di cercare il bene, tralasciando quanto più possibile il male: il male non costruisce mai nulla di positivo! Mettiamoci d'impegno a portare avanti una correzione fraterna che sia sempre più una carità fraterna.
"Ammonite i disordinati": avvicinateli con cuore accogliente, e non con il rimprovero pronto e fine a sé stesso, ricordando sempre la meta finale di tutti... il paradiso. Non lasciamo soli i fratelli nel loro cammino!
"Sostenete i deboli ... confortate gli scoraggiati ... siate pazienti con tutti".
Impegniamoci a camminare accanto alle persone senza fare i maestri, ma essendo fratelli nel Signore, portando loro il coraggio che ci viene dalla Parola di Dio, anche se questo richiederà fermezza, sostegno concreto e impegno prolungato.

"Non spegnete lo Spirito ... non disprezzate le profezie ... esaminate ogni cosa e ritenete il bene".
Grande sollecitazione per ogni credente che vuole fondare le sue scelte di vita sul Vangelo! Non dobbiamo avere paura delle situazioni nuove che ci circondano, di sentire voci diverse... non dobbiamo vivere con i paraocchi nella nostra piccola parrocchia/paraocchia, pensando che quello che abbiamo conosciuto e vissuto in passato ci basti! Se veramente penso di poter vivere dentro questo limite di conoscenza, allora spengo lo Spirito!
"Esaminate ogni cosa e ritenete il bene"... Certo, quante strade mi vengono proposte, anche subdole, che all'apparenza sembrano buone? Sembrano fatte per la mia felicità... Ma come posso ritenere il bene, se non mi apro alla conoscenza? Come posso pensare di fare un cammino serio di crescita nella fede e nella sequela di Cristo se non ho confronti, se non accetto di conoscere strade nuove? Devo invece mettere la mia vita a confronto con la realtà del mondo e con la parola di Dio, letta, ascoltata e vissuta in altri luoghi e in altre situazioni. Come posso portare avanti una vita da credente in cammino se non cerco e ascolto persone che, attraverso esperienze diverse dalla mia, sono arrivati al Signore? Se non cerco profeti di ampio respiro?

Certe chiusure fanno venire a mente un mosaico. Questo mosaico è la Chiesa, la comunità dei credenti. Il mosaico è composto da tante pietruzze, ed ogni pietruzza è nella nostra mano. Ciascuno di noi è chiamato a completare il mosaico mettendo la sua pietruzza nel posto giusto. Ma alcuni di noi non vogliono mettere la loro pietruzza a posto, per la paura di lasciare il nostro piccolo mondo, il nostro piccolo giro di persone, il nostro piccolo orticello ben curato, il nostro piccolo servizio... E così facendo lasciamo incompleto il mosaico della Chiesa!

Coraggio! Mettiamoci in cammino con tutto il popolo di Dio e con ogni uomo e donna di buona volontà!

Concludo leggendo una preghiera tratta dalla nostra Carta Verde: "Incantami, Signore, di quel rapporto specialissimo ed unico che si crea tra i fratelli e le sorelle  che si ritrovano per leggere insieme la Tua Parola, avvolta nel giornale quotidiano, ma indirizzata all'orologio, al portafoglio, alla casa, al matrimonio, alle ferie, al cuore dei singoli comunitari e di tutti i credenti."