domenica 24 ottobre
2010
Parola di Dio rivolta ad una comunità
1Ts 1,1-4.5,25-28:
Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in
Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace.Noi ringraziamo
sempre Dio per voi tutti, nominandovi nelle nostre preghiere, ricordandoci
continuamente, davanti al nostro Dio e Padre, dell'opera della vostra fede,
delle fatiche del vostro amore e della costanza della vostra speranza nel
nostro Signore Gesù Cristo. Conosciamo, fratelli amati da Dio, la
vostra elezione. […] Fratelli, pregate per noi. Salutate tutti i fratelli
con un santo bacio. Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa
lettera a tutti i fratelli. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo
sia con voi.
Iniziamo a leggere insieme la
prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi; abbiamo scelto questo scritto
per due importanti motivi:
-
Questo è il primo scritto del Nuovo Testamento
composto da Paolo durante il suo secondo viaggio missionario (50-51 d.C.);
pertanto avendo deciso di proporci un cammino biblico e puntando sulla
novità cristiana non potevamo non cominciare dall’inizio.
-
Come in tutte le sue lettere Paolo si rivolge espressamente
ad una comunità, fatta di persone concrete con la fede entusiasta,
la loro generosità nell’andare incontro ai fratelli, ma anche con
i loro dubbi e i loro peccati. Siamo noi, abitanti di Tessalonica o di
Genova, nulla è cambiato!
In questo primo incontro ci
soffermiamo sui saluti iniziali e finali della lettera per procedere dalle
prossime occasioni con una lettura non solo cronologica, ma anche liturgica,
adeguando così il nostro cammino con quello dell’intera comunità
dei credenti in Cristo.
-
“Grazia e pace a voi”: è
il classico saluto e augurio; segno di ciò che per noi deve essere
importante. Il bene principale per noi cristiani non è la ricchezza
o il successo materiale e neanche il mantenimento della serenità
e della salute, ma l’essere in grazia (la salvezza dell’anima) e la pace,
ovvero il mantenere rapporti di pace nella giustizia con le persone che
ci vivono accanto.
-
“ricordandoci continuamente,
davanti al nostro Dio e Padre, dell'opera della vostra fede, delle fatiche
del vostro amore e della costanza della vostra speranza nel nostro Signore
Gesù Cristo”: la vita cristiana si sintetizza nelle tre virtù
teologali che Paolo specifica con altrettanti termini: la fede del cristiano
deve essere operosa, credere in Dio non ci deve portare a vivere fuori
dal mondo, la fede è impegno concreto nel mondo; amare è
fatica, fatica nel superare ciò che non ci piace dell’altro, fatica
di amare i propri nemici come Gesù ci chiede nel grande comandamento
dell’amore; la speranza deve essere costante, essa ci aiuta a traguardare
la meta della nostra vita ovvero a raggiungere il regno, speranza è
quindi cogliere già oggi i semi di quel regno presente tra noi ed
in noi per rafforzare il nostro impegno.
-
“Conosciamo, fratelli amati
da Dio, la vostra elezione”: il cammino di comunità nella condivisione
ha come sua ragione di essere il cammino personale di ciascuno alla
scoperta della sua vocazione perché è nell’amore condiviso
dei fratelli che cogliamo in tutta la sua grandezza l’amore di Dio per
noi.
-
“Io vi scongiuro per il Signore
che si legga questa lettera a tutti i fratelli”: siamo all’invito finale,
quasi una supplica di Paolo alla comunità di Tessalonica: “vi scongiuro
per il Signore che si legga…”; la comunità vive, cresce, si santifica
nel rapporto quotidiano dei suoi membri e della comunità in quanto
tale con la Parola di Dio. Non scordiamo mai da dove veniamo: è
la Parola che ci convoca e ci costituisce comunità. Ogni allontanamento
da essa sarà una rottura del rapporto fraterno che ci lega; ecco
perché volentieri vogliamo rispondere positivamente all’invito che
Paolo con tanta forza vuole farci in questo giorno.