giovedì 27 marzo 2014

Un'esercitazione sulla nostra partecipazione all'Eucarestia

attraverso "Sentimenti Eucaristici"


 

Il mese scorso Francesco ha tratteggiato i punti principali della costituzione Sacrosanctum Concilium con cui il Concilio Vaticano II riformava la liturgia, in particolare la celebrazione eucaristica. E nel primo incontro di questo ciclo Claudio sottolineava come la nostra intenzione fosse non solo di conoscere meglio che cosa è uscito dal Concilio, ma anche e soprattutto di fare un cammino di conversione personale.

Ecco quindi che l'incontro di preghiera di oggi vuole essere solo ed esclusivamente un'esercitazione, centrata sulla nostra partecipazione all'Eucaristia. Ci sono state dette alcune cose importanti sull'eucarestia, sì; ma che importanza hanno per me; come vivo la mia partecipazione alla Messa; quali sentimenti provo?

Lo sapete, l'abbiamo sottolineato più volte, un vero cammino di spiritualità comincia con un serio cammino di consapevolezza. Come faccio a cambiare se non so come sono fatto? A "convertirmi" se non so da che parte sono girato? Cosa mi guida? Cosa mi frena? Solo se avrò imparato a riconoscere i fili che mi fanno muovere come un pupazzo, potrò cercare di liberarmene.

E quindi oggi ci soffermiamo sull'analisi dei nostri sentimenti a riguardo della nostra partecipazione all'Eucaristia. Li vogliamo conoscere meglio, ma senza giudicarli, perché cercare subito un giudizio, del tipo "questo va bene, questo non va bene", sovrappone nella nostra testa uno schema precostituito, che ci impedisce di conoscerci bene.

 

Per l'esercitazione di oggi ci serviamo della traccia offertaci nel Campo del 1985 da don Prospero con il documento "Sentimenti Eucaristici". E qui mi sembra bello ringraziare il Signore per don Prospero, in particolare per come don Prospero ci ha fatto nascere e crescere come Comunità di fratelli e sorelle in cammino permanente di conversione. Noi non leggiamo quasi mai gli scritti del nostro fondatore, come fanno invece spesso altri Movimenti ecclesiali. Don Prospero infatti non ci ha lasciato un suo "Vangelo". Ha invece saputo prendere il Vangelo di Cristo, cibo dello spirito, e "cucinarlo" in modo che non passasse attraverso il nostro "apparato digerente" senza lasciare alcun nutriente. Anzi, il Vangelo di Gesù, come ce lo preparava Prospero, lo spezzettava, lo condiva con gli aromi dei sentimenti, lo cucinava nella pentola della vita quotidiana, diventava più facilmente assimilabile, e il suo potere di trasformazione riusciva ad agire in noi, cuori duri.

Chef Prospero! Cerchiamo anche noi di essere bravi cuochi della Parola di Dio!

 

Quello che proviamo a fare ora potrà essere solo un "assaggio" di esercitazione, perché il documento "Sentimenti Eucaristici" è di 22 pagine, nell'originale ciclostilato, e comprende 27 "esercizi", che hanno preso un Campo di una settimana. Quindi in un quarto d'ora non possiamo che "assaggiare" quanto a suo tempo preparato da don Prospero, giusto per farci venire la voglia di riprendere quel documento, che ho messo anche sul sito di Comunità, e di meditarci un po' sopra, da soli, in famiglia, in gruppo.

 

Già, "sentimenti eucaristici": ma perché? Perché, sottolinea Prospero, "tutto nasce dalla considerazione semplicissima che quando le cose "contano" davvero nella nostra vita, proprio allora noi lo verifichiamo con la comparsa dei SENTIMENTI, i più svariati". Del resto è evidente che senza i sentimenti, senza le passioni, le cose grandi non si fanno: come si fa a diventare un grande musicista se non c'è passione? Come si fa a vincere un gran premio di motociclismo se ci si annoia alla guida?

A questo proposito, sapeste quante volte mi è risuonata nella mente la domanda che don Prospero poneva, se certe cose le facciamo "per farle" o "per averle fatte". La domanda è centratissima per la nostra partecipazione all'Eucarestia, ed è la prima che dobbiamo porci - vado a Messa per andarci o per esserci andato? ... perché sento che voglio partecipare o solo per essermi tolto un fastidio? -  ma va altrettanto bene per tutte le attività importanti della vita, anche per i rapporti intimi col coniuge. Se le cose importanti le faccio "per averle fatte"... vado poco lontano!

 

La Sacrosanctum Concilium ribadisce la reale presenza del Cristo nella liturgia eucaristica, non solo attraverso la consacrazione del pane e del vino, ma anche attraverso la sua parola e attraverso la assemblea stessa dei fedeli ("dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" dice Gesù). Inoltre il Concilio ha messo in evidenza come la liturgia eucaristica sia celebrata da tutta l'assemblea, superando una vecchia concezione secondo cui il sacerdote celebrava e il popolo assisteva, in quanto con il battesimo tutti noi siamo resi partecipi delle funzioni di Cristo re, sacerdote e profeta.

 

Domandiamoci allora, senza paura e senza giudizio:

 

La celebrazione eucaristica è composta da molti momenti, inclusi i dialoghi tra il celebrante e l'assemblea, dialoghi che, sottolinea la Sacrosanctum Concilium, sono di grande rilievo, dato il carattere comunitario della celebrazione eucaristica. Ciascun momento ha il suo significato, che potrebbe essere vissuto con uno specifico sentimento. Rimando di nuovo al documento di don Prospero, da "sorseggiare" un punto per volta, meditandoci su e magari condividendo in gruppo o con qualche fratello o sorella, ma qui proviamo a sottolinearne qualcuno:

 

Vorrei, per concludere, proporvi un esercizio da fare ora, qui, in questi ultimi minuti, e che è al di fuori degli esercizi proposti da don Prospero, ma che riprende un sentimento che io ho sentito forte in qualche occasione. Prima della comunione eucaristica, il sacerdote solleva l'ostia consacrata e dice "ecco l'agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo". Gesù è quello che ha preso su di sé i peccati del mondo e si è offerto in sacrificio, una volta per tutte, per riscattare l'umanità.

Ma Gesù è anche quello che prende su di sé le mie povertà, le mie debolezze, i miei tradimenti. Se ne fa carico lui  e li porta con sé sulla croce. Se accetto questo, posso abbandonare le mie ansie per non riuscire a superare le mie difficoltà spirituali, per non saper risolvere da solo i miei problemi, se c'è lui a sobbarcarsi il peso. Posso affidarmi a Lui e lasciare che il suo Spirito lavori dentro di me. Devo "solo" accogliere il suo amore e mollare la presa sul mio io, abbandonarmi, arrendermi...

Come mi sento davanti a lui? Cosa avrei voglia di dirgli? Posso farlo in questi ultimi minuti, andando, se voglio, a poggiare la fronte sulla croce e parlandogli brevemente in silenzio.

Poi concluderemo con il Padre Nostro recitato tutti assieme.

croce Taizé