Dei Verbum
Letture
della Domenica V di Pasqua (anno A): 5Salmo 32: "Poichè retta è Dalla prima lettera di san Pietro Apostolo 2, 9: "Loro v'inciampano perchè non credono alla parola; a questo sono stati destinati. Ma voi siete "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perchè proclami le opere meravigliose" di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce." Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 10-12: "Disse Gesù:" io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me conoscete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". Disse Filippo:" Signore, mostraci il Padre e ci basta". Rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me." |
"Dei Verbum" La divina rivelazione. Siamo alla quarta tappa del cammino di quest'anno sui documenti del Concilio Vaticano II, quella sulla Dei Verbum, Il documento del Concilio Ecumenico
sulla Parola di Dio è veramente un libretto di poche pagine ma è stato uno tra
i documenti fondamentali del Concilio, uno di quelli che ha rivoluzionato la
chiesa e, forse ancora più di altri, ha favorito la formazione delle Comunità
di Base nate e cresciute intorno alla lettura della Parola di Dio, finalmente a
disposizione di tutti. Le prime parole sono: "In religioso
ascolto della Parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di San Giovanni: Annunziamo a voi la
vita eterna che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che
abbiamo veduto e udito, affinchè anche voi siate in
comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù
Cristo." Quindi il primo fine della Rivelazione
è conoscere il Figlio attraverso il racconto della sua vita e nel Figlio
conoscere con verità il volto del
Padre. Come dice Gesù nel brano di Vangelo di domenica prossima, che abbiamo letto ora: Come puoi chiedere di
vedere il Padre? Quando hai veduto me hai veduto il Padre! I padri conciliari ripercorrono la
storia della salvezza dicendo che "da sempre Dio ha offerto la
testimonianza di sè nelle cose create e fin dall'inizio ebbe assidua cura del
genere umano preparando, attraverso il cammino di un popolo e di uomini da lui
chiamati ad un compito di profezia, la venuta del suo figlio.". Questo mette a tacere tutte le pseudo
rivelazioni miracolistiche che nulla possono cambiare o aggiungere a quanto ci
e stato rivelato da Gesù nella sua vita terrena attraverso parole e opere. "Questa tradizione di origine apostolica
progredisce nella chiesa con l'assistenza della Spirito Santo: cresce infatti
la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la
riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con
la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la
predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale hanno ricevuto un
carisma sicuro di verità". Le asserzioni dei santi padri attestano la
vivificante presenza di questa Tradizione le cui ricchezze sono trasferite nella
pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. Cosa significa che "Per la composizione dei libri
sacri Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e
capacità affinchè scrivessero come veri autori quelle cose che egli voleva.
Quindi è da ritenersi che i libri della Scrittura insegnano con certezza la
verità che Dio volle consegnare per la nostra salvezza. Ma Dio ha parlato per
mezzo di uomini e alla maniera umana quindi è compito di interpreti e studiosi
capire bene cosa Dio ha voluto comunicare. La verità viene diversamente
espressa a seconda che i testi siano storici, profetici o poetici ed è compito
degli esegeti ricavare con esattezza il senso dei testi sacri tenendo in debito
conto Cosa significhi questo lavoro di studio lo abbiamo capito benissimo ascoltando tre settimane fà padre Maggi che ci spiegava la parabola del fico che non dà frutti. E’ stato un esempio molto bello di come una pagina di vangelo, che a una lettura superficiale sembra incomprensibile oppure semplicemente moralistica, riveli una insospettata ricchezza di significati e sveli meglio il vero volto di Gesù e della sua missione.
Una delle affermazioni più nuove penso
sia quando nella Dei Verbum si raccomanda la cura per le traduzioni in cui si
dice che "è necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra
Scrittura, e quindi che si facciano traduzioni appropriate nelle varie lingue e
che queste, secondo l'opportunità saranno fatte in collaborazione con i
fratelli separati e potranno essere usate da tutti i cristiani". Chi, come
me, è cresciuto nell'obbligo di controllare che ogni lettura portasse
l'imprimatur del vescovo, coglie in pieno la novità di tale affermazione. Per dirvi quali sono i miei sentimenti di fronte a questo documento....vi ho portato un reperto storico! E' una delle prime
bibbie in italiano, la prima bibbia che
miei genitori mi regalarono.
Un'edizione del 1962, molto ridotta ma dalla quale si poteva capire
qualcosa
della storia del popolo ebraico. Ma quella, vorrei dire, era per me
quasi solo una
curiosità. Chi mi ha veramente insegnato cosa vuol dire la parola di
Dio che
entra nella vita è, molti anni dopo, l’incontro con Prospero che
parlava di
"vangelo avvolto nella carta di giornale", ed è stato Roberto che
condivideva di
tenere un vangelo nel cassetto della scrivania in ufficio e, ogni
tanto, quando c'era una discussione, aprirlo e
dire....ma questa cosa nel vangelo non c’è! Pensavo a quando, prima del
Concilio, ti dicevano che la messa della domenica era valida se si
entrava
all’inizio dell’offertorio. Ora, quando durante la settimana arrivo
tardi alla
messa e quindi non ascolto almeno una delle letture del giorno, non
faccio la
comunione perchè penso che se non ho incontrato Gesù nella sua parola
non lo
posso incontrare davvero nell’Eucarestia. Ringrazio il Signore per le
esperienze del Cursillo e degli Incontri Biblici che mi hanno aiutato a
imparare a leggere la parola e cercare di farla diventare preghiera. Mi
viene
in mente nel Vangelo l’esperienza dei discepoli di Emmaus che solo dopo
che
sono state loro spiegate le scritture hanno potuto riconoscere Gesù
nello
spezzare del pane. Ma anche oggi ascoltiamo Ernesto Olivero che dice
che il
Sermig (e noi abbiamo visto quale miracolo è il Sermig e l'Arsenale
della Pace!) è nato dalla lettura
quotidiana e continuativa della Bibbia. Anche quando viene a parlarci
Marco Gaetano ci
affascina. Legge con sapienza la parola, la mastica un pò per noi come
farebbe
una mamma per il bambino non ancora in grado di digerire cibo troppo
solido e
poi ce la porge. Una fede basata su concetti astratti difficilmente
regge la
sfida della quotidianità. La fede per diventare adulta ha bisogno di
nutrirsi
della Parola di Dio. Come dice don Marco Granara: mangiamo tre volte al
giorno
altrimenti non viviamo e allora, se vogliamo vivere come cristiani,
leggiamo
tutti i giorni una pagina della parola di Dio. Nell’epilogo della Dei Verbum i padri conciliari dicono: “Con la lettura e lo studio dei sacri libri la parola di Dio di diffonda e sia glorificata e il tesoro della rivelazione affidato alla chiesa riempia sempre più il cuore degli uomini: Come dall’assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall’accresciuta venerazione della parola di Dio che rimane in eterno". Sta a noi far diventare sempre più reale nella nostra vita quella speranza dei padri conciliari. Gli strumenti oggi non ci mancano, anzi! Abituiamoci sempre di più a pregare con la Bibbia in mano. Io non lo faccio sempre, specialmente d'estate, lontana da Rivarolo, ma dopo aver pensato e preparato questa riflessione ho messo di nuovo la Bibbia sul comodino! |