| Perdonami carissimo/a fratello/sorella nelle cui mani è caduto
questo umile ma prezioso libretto, se voglio permettermi una premessa
catechistica a mio avviso mai negata ma quasi sempre defraudata del suo
valore non solo dogmatico (anche questo, secondo i teologi
contemporanei) ma soprattutto del suo ardore esistenziale, tale da
poter integrare, ma mai sostituire, la terapia farmacologica. Dunque: certamente la Resurrezione di Gesù, fondamento della nostra fede, fu fatto realmente storico, ancorché, pur essendo storico ma vissuto nell'eternità, non fosse "fotografabile", né le sue apparizioni riconducibili ad una "telenovela"! Difatti, con le trasparenti apparizioni del Risorto, ci fu chi credette e chi no. Perfino con la resurrezione di Lazzaro molti dei presenti anziché credere organizzarono la eliminazione di Gesù. La fede presuppone la ragione ma chi cerca la fede, dopo aver spalancato gli occhi della testa, li chiude per abbandonarsi nelle braccia del Padre! Ma il particolare più determinante consiste nel fatto che non è risorto solo Lui, Gesù, e noi lo ricordiamo bene. Ma questo è il punto: "chi crede in me, io sono in lui e lui in Me!!!" e questo è quello che egoisticamente (detto malamente, ma per far cogliere quanto perde chi non ci pensa ogni giorno!!) ci interessa di più. E il fatto che la nostra resurrezione sia saldamente legata alla sua permette a Paolo l'audacia in un passo in cui afferma che senza la nostra resurrezione non avrebbe potuto esserci neppure quella di Gesù(!). Ma il Nuovo Testamento "premette" che "dove sarò Io ci sarete anche voi". È una premessa confortante ma diventa sconcertante quando si legge "voi siete chiamati figli di Dio e lo siete realmente!" e "Siete dei", consanguinei del sangue di Gesù in croce. È Paolo che parla di uomo celeste già deposto nel nostro corpo terrestre, di uomo "pneumatico" cioè spirituale (quella che poi chiameranno "grazia santificante") che abita e agisce, parla, indirizza, incoraggia da dentro il "corpo di carne", "Chi crede in Lui (cioè nell'Amore senso della vita) ha la vita eterna (non "avrà")". E questo vale per i miliardi di miliardi che non poterono né potranno incontrarlo, anche se, quando si parla della salvezza eterna troppe volte si dimentica che forse, nei millenni di millenni, solo una minima parte avrà potuto conoscere Gesù e tanto meno battezzarsi!!! I santi che presero sul serio questo sentirsi fin d'oggi Risorti dentro gioirono di potersi considerare, pur tra i più efferati tormenti, di vivere già in terra un anticipo di Cielo. Anche noi, credendoci, ricordandocelo spesso, praticando bontà e generosità tanto preziose quanto nascoste, invocando la fede, possiamo talvolta tentarci. Ma ogni credente attento ha di certo incontrato occhi di persone che pareva che il Cielo l'avessero visto! |