La giornata si
è svolta presso le parrocchie di Pino Soprano (San Pietro di Pino), con la partecipazione
alla S.Messa delle 10:00, e di Pino Sottano, con
la guida di
don Marco Rapetti. Molto bella la S.Messa, vivace e partecipata, nonostante la frazione di Pino sia piccola e conseguentemente il numero di persone ridotto. E don Marco ci ha accolto splendidamente, spiegando ai suoi parrocchiani chi eravamo e il senso della nostra partecipazione, quello di una giornata di ritiro spirituale, a sottolineare l'importanza dell'Avvento per la Chiesa. Dopo la S.Messa ci siamo spostati giù alla parrocchia di San Giacomo Maggiore per il pranzo e il pomeriggio di ritiro. |
La bella giornata ci ha permesso di stare un po' a parlare fuori della chiesa, prima del pranzo, vivendo la gioia dell'incontro. |
Dopo
il pranzo, poco dopo le 14:00 don
Marco ci ha guidato in un bellissimo percorso di riflessione e
condivisione, che qui cerchiamo di raccontare per quanto possibile. Che cos’è un ritiro o cosa dovrebbe essere? Un momento
importante, dopo quello della Messa, si
è già realizzato nella convivialità del pranzo! Ma qui, il Signore dice a ciascuno di noi “Voglio parlare al
tuo cuore”.
Dopo aver cantato il canone di Taizè “Maranathà”, Don Marco chiede a ciascuno di noi
di esprimere con una parola quello che è il nostro stato spirituale in questo
momento, tenendo presente e pensando anche
a quello che ciascuno si “aspetta” dagli esercizi spirituali di oggi. Le parole
pronunciate sono state molte: grazia, opportunità, amore, speranza, alzarsi, incontro,
tenerezza, orizzonte, relazione, avvicinarsi, vigilare, ripartire, accoglienza,
esserci, cambiamento, coraggio (sul coraggio Don Marco ci fa notare quante
volte nella Bibbia e nel Vangelo venga usata questa parole.), clima, futuro… Don Marco si è quindi agganciato al senso dell'Avvento e al giubileo che sta iniziando sotto la parola chiave "cambiamento". Il Papa ha aperto l’anno della misericordia avvertendo che il cambiamento non è da fare fuori di noi, ma prima di tutto dentro noi stessi. Oggi siamo qua per dare un cambiamento alla nostra vita, dobbiamo svegliarci! Cambiamento come conversione. Dobbiamo spogliarci delle nostre sicurezze, avere la capacità di adattarsi al tempo in cui siamo. Oggi noi non siamo a Rivarolo, ma siamo sempre le stesse persone. Lo spazio non ci identifica. La Chiesa ci propone un tempo di Avvento e noi avvertiamo un tempo nuovo. Il tempo è un continuo divenire. La salvezza è nello sperare, nel riuscire a vedere nell’altro non solo l’apparenza, ma cercare il lui il buono che c’è…e la relazione va bene quando l’altro avverte questo, quando sente la fiducia, l’accoglienza. Le parole dette all’inizio da ciascuno di noi, prese nel loro insieme, comunicano una cosa: positività. C’è crescita quando io sono positivo verso la persona con la quale entro in relazione. Ci viene distribuita una copia della Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, il “Misericordiae vulnus”. La prima frase del punto 6 è la seguente: ”E’ proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza” (cit. di Tommaso d’Aquino). Dio è onnipotente perché è misericordioso, è questa l’onnipotenza di Dio; l’autorevolezza di Dio nei confronti dei figli è l’accoglienza! Il Papa ha detto:”Tenete le porte aperte…” Dio è paziente e misericordioso. Pazienza= saper aspettare i frutti. La caratteristica di questa pazienza è la guarigione: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia” (Salmo 103, 3-4). Come vivo io questa esperienza dell’amore di Dio per me? Il Salmo 146 ci dice:”Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto….” C’è una parola nel Salmo che mi interpella personalmente? La II lettura di oggi si conclude così:”Non dimenticare le regole che Dio ti ha dato”. Le regole sono proprio queste: Lui ti dà la forza per vedere di nuovo, se sei caduto ti riprende su… queste sono le regole di Dio. E’ importante accorgersi delle situazioni interiori in cui c’è bisogno di chiedere: “Ridammi la vista per vedere i bisogni di chi mi sta vicino …” A questo punto, Don Marco ci invita a riflettere sulla domanda: ”Nella mia vita c’è stato un momento in cui ho avvertito la misericordia di Dio?”, e poi a condividere brevemente le risposte con i fratelli. Le condivisioni sono state queste:
Don Marco ci parla anche dell’Enciclica del Papa “Laudato sii” e dell’ecologia, non solo materiale, ma anche spirituale. C’è anche un’ecologia dell’anima che passa attraverso le cose. Qual è il mio primo pensiero al mattino quando mi sveglio? Per chi è? E’ importante mettere ordine dentro di noi e nel nostro tempo, dare priorità alle cose più importanti. |
Don
Marco rimane poi a disposizione per chi volesse parlare con lui o riconciliarsi e
ci lascia una ventina di minuti per riflettere sui punti 7 e 8 della
“Misericordiae vulnus" e ci lascia alcuni spunti: l'attenzione
al tuo tempo, ricordarsi
che la prima cosa è la giustizia, nel senso di rispetto dei diritti di tutti, riflettere
sul viaggio del Papa in Africa e cioè sul coraggio di partire, nonostante i
pericoli e i consigli degli altri. Infine ci si ritrova per un canto insieme, il Padre Nostro e la benedizione finale! (Sintesi di Ornella) |