Preghiera comunitaria I Domenica di avvento anno B

 
 

Vigilate”: con questa parole che riecheggiano da diverse Domeniche, il Signore vuole mandarci un messaggio. A differenza delle Domeniche precedenti, che richiamavano maggiormente l’incontro finale di ognuno e di tutti col Cristo,però, questa I Domenica di avvento storicizza in maniera diversa il significato di “ Vigilate”: è un po’ come se il Signore ci dicesse: “ state all’erta, sta per succedere qualcosa”. Queste parole di Gesù devono metterci in allerta, bisogna che tutti i nostri sensi siano ben attivi. Come un canto a due voci  il messaggio dato dalla prima lettura e dal salmo,  parte dalla situazione umana, che anche oggi, come al tempo dell’A.T. richiede l’intervento di Dio per riportare la giustizia; il salmista poi quasi a scusa e/o  invito ricorda a Dio che siamo opera delle sue mani.  A questa duetto sapienziale sulla situazione umana risponde la II lettura : Il Cristo è la Pienezza di Dio per l’uomo: Dio si ricorda talmente della sua creatura che si fa Uomo. Ecco che si ritorna al “Vigilate “ dell’inizio: vigiliamo e prepariamoci ad accogliere il Dio che si fa presente in mezzo a noi nel bambino di Betlemme.

 

Questo è un po’ il messaggio globale che ci è parso cogliere in questa Parola donataci in questa Domenica. Adesso vediamo di cogliere altri spunti che emergono dal Vangelo. Spunti per la vita quotidiana, non solo riflessioni sulla Parola, che si incarna ancora oggi nella storia, qui, nella ns. comunità, a Rivarolo, a Genova, nella Chiesa e nel Mondo se noi come Maria le siamo aperti e la facciamo carne in noi.
 

Il Signore è presentato come un padrone che parte per un viaggio e lascia a ognuno il suo compito, vigilate, ma lo lascia soprattutto al portiere. Chi è questo portiere? Abbiamo evidenziato almeno tre dimensioni: quella personale/famigliare; quella comunitaria e quella Ecclesiale .

 

·Ognuno di noi deve vigilare perché la propria esistenza sia fedele al Cristo, o almeno che sia in cammino verso di Lui; che lo si sia come coppia, come genitori (qui le domande sarebbero molteplici e problematiche, a partire da come coinvolgere i figli sui valori vissuti di fede e carità fraterna). 

 

·  Nei nostri gruppi bisogna sempre chiedersi se veramente si sta facendo un pezzo di strada insieme, o se il nostro stare insieme sia solo un momento umano, di routine,: i responsabili della Comunità poi hanno questa ruolo di ‘portiere‘ più di tutti.
 

·Poi c’è la dimensione ecclesiale, sia nostra che come Chiesa tutta, sappiamo essere nei confronti del mondo, di tutti gli uomini coloro che indicano e annunciano la venuta del Cristo? 
 

Uno strumento valido per tutte le tre dimensioni, ci è parso di coglierlo nella ‘Revisione di vita, sia personale che di gruppo’, come va, la facciamo sempre ? Come facciamo a vigilare se non sappiamo dove stiamo, a che punto di strada siamo?

Dobbiamo vigilare, come dice il Vangelo perché” non sappiamo se il Signore verrà di sera, a mezzanotte, al canto del gallo o all’alba”. Marco riporta questi momenti non casualmente. Gli esegeti ci fanno vedere qui i quattro momenti della passione di Gesù: la sera, l’ultima cena e l’annuncio del tradimento; mezzanotte l’agonia nel monte degli ulivi e i discepoli che dormono; il canto del gallo il rinnegamento di Pietro; l’alba la condanna e dei discepoli non c’è più traccia.
 

I discepoli si può dire che dormono nei momenti più intensi, dolorosi e difficili del Cristo. E noi? noi dove siamo ? Gesù ci dirà “ avevo fame, avevo sete, ero carcerato, ecc.” oggi come allora quante volte lo lasciamo solo! Gli ultimi, i poveri, i perseguitati, gli affamati del mondo, non solo quelli lontani, ma cominciando da quelli vicini: gli amici in difficoltà, i vicini di casa, i bisognosi della Valvolcevera. Aiutarli non solo con la carità, la vicinanza, ma innanzitutto con la giustizia. I nostri comportamenti, le nostre scelte anche economiche sono improntate a questi valori o facciamo solo e sempre dei bei discorsi?

 

Un altro argomento che a noi sembra sottostare a questo Vangelo, come a quegli delle ultime settimane (talenti, vergini e sposo ecc.) e quello della lontananza del Signore.

 

Quante volte ognuno di noi ha sentito il Signore lontano, o meglio non lo ha sentito presente; i mistici parlano di buio, di assenza di Dio: può essere sì un periodo di prova che il Cristo ci dà per verificare la nostra fedeltà, può essere la mia fatica a seguirLo, o peggio la mia lontananza e non la sua: A nche qui la revisione di vita e la condivisione fraterna possono aiutarci.

 

Il giro si chiude, torniamo alla tematica della prima lettura e del salmo: l’uomo tormentato dalla vita che invoca l’intervento di Dio. Ma Lui è presente ci grida “vigilate” una cosa nuova sta iniziando, nuovamente: l’attesa della nascita del Dio-bambino. Ecco sì l’Avvento, momento in cui Dio ci ripropone di ri - iniziare da Lui che viene, tempo privilegiato per ‘riequilibrasi ‘su di Lui e su i fratelli. Quindi insieme preghiamo: Maranathà, vieni signore Gesù!
 

Fraternità Monesi