Questo
è un po’ il messaggio globale che ci è parso cogliere in
questa Parola donataci in questa Domenica.
Adesso vediamo di cogliere altri spunti che emergono dal Vangelo. Spunti
per la vita quotidiana, non solo riflessioni sulla Parola, che si incarna
ancora oggi nella storia, qui, nella ns. comunità, a Rivarolo,
a Genova, nella Chiesa e nel Mondo se noi come Maria le siamo aperti e
la facciamo carne in noi.
Il Signore
è presentato come un padrone che parte per un viaggio e lascia a
ognuno il suo compito, vigilate, ma lo lascia soprattutto al portiere.
Chi è questo portiere? Abbiamo evidenziato almeno tre dimensioni:
quella personale/famigliare; quella comunitaria e quella Ecclesiale
.
·Ognuno
di noi deve vigilare perché la propria esistenza
sia fedele al Cristo, o almeno che sia in cammino verso di Lui; che lo
si sia come coppia, come genitori (qui le domande sarebbero molteplici
e problematiche, a partire da come coinvolgere i figli sui valori vissuti
di fede e carità fraterna).
· Nei
nostri gruppi bisogna sempre chiedersi
se veramente si sta facendo un pezzo di strada insieme, o se il nostro
stare insieme sia solo un momento umano, di routine,: i
responsabili della Comunità poi hanno questa ruolo di ‘portiere‘
più di tutti.
·Poi
c’è la dimensione ecclesiale, sia nostra che come Chiesa tutta,
sappiamo essere nei confronti del mondo, di tutti gli uomini coloro che
indicano e annunciano la venuta del Cristo?
Uno strumento valido per tutte le tre dimensioni, ci è parso di coglierlo nella ‘Revisione di vita, sia personale che di gruppo’, come va, la facciamo sempre ? Come facciamo a vigilare se non sappiamo dove stiamo, a che punto di strada siamo?
Dobbiamo
vigilare, come dice il Vangelo perché” non sappiamo se il Signore
verrà di sera, a mezzanotte, al canto del gallo o all’alba”.
Marco riporta questi momenti non casualmente. Gli esegeti ci fanno vedere
qui i quattro momenti della passione
di Gesù: la sera, l’ultima
cena e l’annuncio del tradimento; mezzanotte l’agonia nel monte degli ulivi
e i discepoli che dormono; il canto del gallo il rinnegamento di Pietro;
l’alba la condanna e dei discepoli non c’è più traccia.
I discepoli si può dire che dormono nei momenti più intensi, dolorosi e difficili del Cristo. E noi? noi dove siamo ? Gesù ci dirà “ avevo fame, avevo sete, ero carcerato, ecc.” oggi come allora quante volte lo lasciamo solo! Gli ultimi, i poveri, i perseguitati, gli affamati del mondo, non solo quelli lontani, ma cominciando da quelli vicini: gli amici in difficoltà, i vicini di casa, i bisognosi della Valvolcevera. Aiutarli non solo con la carità, la vicinanza, ma innanzitutto con la giustizia. I nostri comportamenti, le nostre scelte anche economiche sono improntate a questi valori o facciamo solo e sempre dei bei discorsi?
Un
altro argomento che a noi sembra
sottostare a questo Vangelo, come a quegli delle ultime settimane (talenti,
vergini e sposo ecc.) e quello della lontananza del Signore.
Quante volte ognuno di noi ha sentito il Signore lontano, o meglio non lo ha sentito presente; i mistici parlano di buio, di assenza di Dio: può essere sì un periodo di prova che il Cristo ci dà per verificare la nostra fedeltà, può essere la mia fatica a seguirLo, o peggio la mia lontananza e non la sua: A nche qui la revisione di vita e la condivisione fraterna possono aiutarci.
Il giro
si chiude, torniamo alla tematica della prima lettura e del salmo: l’uomo
tormentato dalla vita che invoca l’intervento di Dio. Ma Lui è
presente ci grida “vigilate” una cosa nuova sta iniziando, nuovamente:
l’attesa della nascita del Dio-bambino. Ecco sì l’Avvento, momento
in cui Dio ci ripropone di ri -
iniziare da Lui che viene, tempo privilegiato per ‘riequilibrasi ‘su di
Lui e su i fratelli. Quindi insieme preghiamo: Maranathà, vieni
signore Gesù!
Fraternità Monesi