Campo San Giovenale di Peveragno
sabato 6 agosto 2011
[13]Ed ecco in quello
stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa
sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, [14]e conversavano di tutto
quello che era accaduto. [15]Mentre discorrevano e discutevano insieme,
Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16]Ma i
loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. [17]Ed egli disse loro: «Che
sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; [18]uno di loro, di nome Clèopa,
gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da
non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
[19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto
ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in
opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi
sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte
e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele;
con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono
accadute. [22]Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi
al mattino al sepolcro [23]e non avendo trovato il suo corpo, son venute
a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che
egli è vivo. [24]Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno
trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
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Un incontro che sembra fare riferimento alla vita di ogni UOMO, in particolare di che ha già vissuto tante esperienze, di chi è un po’ avanti negli anni. Due uomini se ne vanno. Due uomini, che siamo noi, che camminiamo sulla strada della vita che potrebbe essere verso i suoi ultimi chilometri, un cammino che potrebbe essere quello del ritorno. Due uomini che avevano sperato e ora sono delusi; delusi delle promesse degli altri, dei progetti fatti insieme, delusi di se stessi, delusi del poco coraggio dimostrato nel portare avanti il sogno che si intravedeva all’orizzonte. Due entusiasti sostenitori di un IERI che oggi è rimasto un sogno incompiuto. Delusi, perché quel sogno poteva vederli protagonisti di un mondo cambiato radicalmente da una rivoluzione che poteva mettere al giusto posto i valori e le priorità, che rendevano giustizia a situazioni e a persone che non avevano voce, non avevano nessuna possibilità di trovare una soluzione ai diversi problemi della vita; persone emarginate che sarebbero diventate le preferite, quelle, che era previsto, avrebbero avuto i primi posti. "La sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha innalzato gli umili ha ricolmato di beni gli affamati, ha mandato a mani vuote i ricchi, ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia". Questo era il progetto da annunciare a tutti gli uomini e a tutte le donne che avrebbero incontrato, un progetto che si poteva realizzare cambiando il percorso di vita. Ma anche per la vita personale di quei due UOMINI, sarebbe cambiato lo stile. "Amatevi gli uni gli altri, da questo capiranno che siete miei discepoli". "Avete inteso che fu detto “Occhio per occhio, ma io vi dico…chi dice scemo a suo fratello…”" "Se tuo fratello pecca e si pente perdonalo, se pecca 7 volte e si pente perdonalo 7 volte." "Non siete più schiavi, ma figli". Figli di un Dio che dona il suo figlio perché io – noi possiamo avere la salvezza. "Non sono venuto per essere servito, ma per servire". "Non preoccupatevi delle cose del mondo, quello che vi serve vi sarà dato". Loro, i due uomini,con altri uomini avevano lasciato tutto per seguire quell’Uomo Dio che aveva parole di Vita Eterna. E poi, ad un certo punto della vita, per le ragioni più diverse, che per i discepoli di Emmaus è la morte di Gesù, e per noi potrebbe essere il poco coraggio, la poca fede, oppure la meta che ci appare troppo alta, sembra che tutto crolli, che sia stato tutto un fallimento. Ed eccoci sulla strada del ritorno… tristi,
……malinconici. Ci viene un dubbio: Avevano mica ragione quelli che ci vivevano
accanto nel loro TRAN-TRAN, che pensavano solo al loro piccolo mondo e
come si diceva “chiudevano le loro finestre ermetiche per non sentire la
puzza del mondo esterno che brucia”?
La speranza Cristiana spera sempre al di là di ogni speranza possibile. Quell’incontro, e ora anche per me questo
incontro ci aiuta a metterci al posto giusto nella storia della salvezza,
ci aiuta a capire con più lucidità quale sia la ricerca di
giustizia, di verità nelle situazioni del mondo. Ed ecco che mi
appare chiaro che il piano di salvezza che Dio ha sul mondo non può
fare a meno di noi, non può fare a meno di me.
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Io, come i discepoli di Emmaus, incontro COLUI che mi dice le RAGIONI DELLA MIA SPERANZA. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. .... «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto... e ciò che riguarda Gesù Nazareno... consegnato dai sommi sacerdoti per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele».
In quali momenti posso dire di aver capito che valeva proprio la pena di costruire una vita, o una situazione, coerente con i miei ideali, nonostante il "marasma" e le "contraddizioni" di questo mondo? Cosa di concreto?
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