Comunità Una Rivarolo


Campo San Giovenale di Peveragno
 sabato 6 agosto 2011


I discepoli di Emmaus

(Lc 24, 13-34)

[13]Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, [14]e conversavano di tutto quello che era accaduto. [15]Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16]Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. [17]Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; [18]uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. [22]Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro [23]e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. [24]Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
[25]Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! [26]Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27]E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. [28]Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. [29]Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. [30]Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. [31]Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32]Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». [33]E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, [34]i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35]Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 
 


 

Un incontro che sembra fare riferimento alla vita di ogni UOMO, in particolare di che ha già vissuto tante esperienze, di chi è un po’ avanti negli anni.
Due uomini se ne vanno. Due uomini, che siamo noi, che camminiamo sulla strada della vita che potrebbe essere verso i suoi ultimi chilometri, un cammino che potrebbe essere quello del ritorno.
Due uomini che avevano sperato e ora sono delusi; delusi delle promesse degli altri, dei progetti fatti insieme, delusi di se stessi, delusi del poco coraggio dimostrato nel portare avanti il sogno che si intravedeva all’orizzonte. Due entusiasti sostenitori di un IERI che oggi è rimasto un sogno incompiuto. Delusi, perché quel sogno poteva vederli protagonisti di un mondo cambiato radicalmente da una rivoluzione che poteva mettere al giusto posto i valori e le priorità, che rendevano giustizia a situazioni e a persone che non avevano voce, non avevano nessuna possibilità di trovare una soluzione ai diversi problemi della vita; persone emarginate che sarebbero diventate le preferite, quelle, che era previsto, avrebbero avuto i primi posti.
"La sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha innalzato gli umili ha ricolmato di beni gli affamati, ha mandato a mani vuote i ricchi, ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia".
Questo era il progetto da annunciare a tutti gli uomini e a tutte le donne che avrebbero incontrato, un progetto che si poteva realizzare cambiando il percorso di vita.
Ma anche per la vita personale di quei due UOMINI, sarebbe cambiato lo stile.
"Amatevi gli uni gli altri, da questo capiranno che siete miei discepoli".
"Avete inteso che fu detto “Occhio per occhio, ma io vi dico…chi dice scemo a suo fratello…”"
"Se tuo fratello pecca e si pente perdonalo, se pecca 7 volte e si pente perdonalo 7 volte."
"Non siete più schiavi, ma figli".  Figli di un Dio che dona il suo figlio perché io – noi possiamo avere la salvezza. 
"Non sono venuto per essere servito, ma per servire". 
"Non preoccupatevi delle cose del mondo, quello che vi serve vi sarà dato".

Loro, i due uomini,con altri uomini avevano lasciato tutto per seguire quell’Uomo Dio che aveva parole di Vita Eterna. E poi, ad un certo punto della vita, per le ragioni più diverse, che per i discepoli di Emmaus è la morte di Gesù, e per noi potrebbe essere il poco coraggio, la poca fede, oppure la meta che ci appare troppo alta, sembra che tutto crolli, che sia stato tutto un fallimento.

Ed eccoci sulla strada del ritorno… tristi, ……malinconici. Ci viene un dubbio: Avevano mica ragione quelli che ci vivevano accanto nel loro TRAN-TRAN, che pensavano solo al loro piccolo mondo e come si diceva “chiudevano le loro finestre ermetiche per non sentire la puzza del mondo esterno che brucia”?
Mentre noi a percorrere le strade della Palestina, della nostra Palestina rivarolese per annunciare con tutti i limiti possibili che “i ciechi vedono, i sordi odono e ai poveri è annunciata la BUONA NOTIZIA”
Proprio quelli lì, che ci vivevano accanto, ci appaiono come  chi aveva ragione e ci dicono “avete finito di vivere da strani, da teste calde, avete capito che dovete tornare all’ovile DEI PIÚ”
Quante volte la gente che contava aveva detto a quegli uomini che erano STRANI!
Forse tutto questo , insieme ai discepoli di Emmaus, ci ha messo sulla strada della delusione e del ritorno. 
Delusione da noi stessi, delusione di non essere stati capiti.
Ieri entusiasti?
Oggi delusi?
Forse con la voglia di tirare i remi in barca, forse perché sento che le mie forze fisiche non sono più le stesse? Tutte queste cose e forse molte altre mi creano un alibi per decidere di mettermi sulla strada del ritorno, ma credo comunque che la strada sia una scelta di coraggio, meglio che chiudermi nel mio piccolo guscio. Sarà anche una strada senza grandi guizzi, ma è SEMPRE UNA STRADA… lungo la quale si incontra sempre qualcuno.
E il risorto è ancora e sempre sulla strada, sulla nostra strada anche se quella strada è quella della voglia di tornare indietro, di tirare i remi in barca, di pensare che abbiamo fallito, di non farcela più perché la salute e le forze ci mancano.
Cristo si fa ancora trovare sulla strada della vita di ognuno di noi, di ogni uomo, come uno che condivide con noi il cammino anche se il nostro cammino è esattamente opposto alla meta prevista. Gesù si fa COMPAGNO DI VIAGGIO, un compagno amoroso, accogliente, disponibile, un compagno misericordioso, che non giudica, un compagno che quando le forze ci mancano si carica del nostro peso. Lui si accosta a noi come per caso, ci spiega le ragioni della nostra SPERANZA, quell’incontro diventa un incontro di speranza, è un incontro che come per i discepoli di Emmaus ci rigenera il cuore, che ci dà la forza di trovare nelle pieghe più nascoste della nostra vita ogni nostro residuo di volontà per trovare una scintilla nuova che ci faccia la VITA NUOVA.

La speranza Cristiana spera sempre al di là di ogni speranza possibile.

Quell’incontro, e ora anche per me questo incontro ci aiuta a metterci al posto giusto nella storia della salvezza, ci aiuta a capire con più lucidità quale sia la ricerca di giustizia, di verità nelle situazioni del mondo. Ed ecco che mi appare chiaro che il piano di salvezza che Dio ha sul mondo non può fare a meno di noi, non può fare a meno di me.
È l’incontro con Cristo, oggi, incontro che faccio portando dietro tutti i miei limiti attuali, che mi dà la consapevolezza che ogni età, ogni situazione, ogni condizione ha un ruolo da svolgere, con modalità diverse ma sempre indirizzate verso la stessa meta: la costruzione di un mondo nuovo, il mondo di Dio.
Prima di tutto da quell’incontro dobbiamo cogliere la forza di saper accettare i nostri limiti, la condizione di debolezza che però non parla mai di resa, ma cerca un nuovo ruolo adatto alla mia nuova condizione, un ruolo che mi veda sempre protagonista.
Di fronte ad ognuno si apre un nuovo cammino nella fede e nel servizio, un cammino che lo Spirito ci assegnerà in base ai nuovi doni che ci scopriamo, anche se ci sembrano non tagliati per noi, che forse siamo rimasti legati al nostro uomo di una volta.
Fermati con noi…già si fa sera… e poi spezza il pane… non ci ardeva in cuore qualcosa di già provato? Certo! Perché non è cambiato niente: Lui è sempre rimasto al mio fianco anche se i miei occhi chiusi non erano in grado di riconoscerlo.
Ecco che sfrondando tutto appare la cosa principale, quella che nessuno ci può togliere, la parte di Maria: “Prendete e mangiate e bevete… questo è per voi e per tutti… per la vostra salvezza.” 
E il Signore è furbo, ce lo ricorda ogni momento: Tutte le volte che ci mettiamo a tavola e spezziamo il pane e beviamo il vino :”Ricordati che io sarò con te ogni giorno fino alla fine del mondo!” 
E ogni giorno non dobbiamo dimenticare che la nostra vita è sorretta dalle sue mani e vale perché è spezzata in quel pane, una vita che in quel pane prende sempre la forza di cercare e vivere la verità, la forza di non fermarsi, e, per quanto ancora possibile, di spezzarsi per gli altri.
Una vita che porta la speranza e la gioia in ogni ambiente, una vita che si dedica di più alla ricerca di uno spazio di preghiera, scegliendo momenti precisi per incontrare quel viandante, che se non ci prepariamo ad aprire bene gli occhi, corriamo il pericolo di non riconoscere.
E allora …. Si …. Che ci capita come ai discepoli di Emmaus che stanchi e delusi si fermano per mangiare e dormire, ma quando riconoscono il Signore, subito riacquistano le forze e ripartono immediatamente per Gerusalemme dimenticando la loro delusione e la loro fatica. Non ci arde forse in cuore la Parola di Dio? E allora ci deve bastare. 
Don Gallo racconta in un libro che di fronte al richiamo del vescovo perché è stato visto in via del Campo con delle prostitute risponde: “Ma se arrivasse Gesù dove andrebbe?” e il Vescovo “Ma se la metti cosi!” Ribatte don Gallo “Ma come devo metterla, io che sono cristiano!”
Io che sono cristiano non posso che essere fedele a quella persona lì; è l’incontro con quello lì che ci rigenera, che ci aiuta ad inquadrare meglio il tempo che sto vivendo, è lui che mi fa capire dove collocare la mia vita: ora, così come sono, senza tirarmi indietro, con chiarezza, con coraggio, senza raccontarmi delle storie.
Quel Vangelo fasciato o ancora meglio letto sopra un giornale aperto… leggendo un articolo importante e facendo fare il commento alla parola di Dio: questo è il metodo giusto per vivere da cristiano oggi, anche per saper valutare di volta in volta la strada più giusta da percorrere. 
Così ora devo mettermi in ascolto dello spirito di Dio per saper scegliere con consapevolezza evangelica la mia strada nella storia del mondo e nella storia della salvezza.
Vieni o Spirito Santo, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore, discenda su di noi la forza del tuo spirito creatore e la faccia della terra sarà rinnovata!
O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i tuoi credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Forse in questa preghiera c’è la sorgente e la bussola per camminare su quella strada che ci riporta verso la nostra Gerusalemme.
La bussola è uno strumento facile da usare, però se la prendo in mano e la muovo senza senso non capisco dove sono orientato e dove devo andare; mentre se la poso su un tavolo tutto si spiana, si calma e allora, piano piano l’ago si orienta nel modo giusto e segnerà il nord. 
La bussola è stata costruita per questo, come io sono stato fatto per il Paradiso.
Allora io devo vivere per questo, sempre, in ogni circostanza, con tutte le forze che ho: questo è il cammino al quale siamo chiamati!
 


 
Piccola traccia per pensare, "nel deserto", al mio passato e al mio futuro

Io, come i discepoli di Emmaus, incontro COLUI che mi dice le RAGIONI DELLA MIA SPERANZA.

Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. .... «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto... e ciò che riguarda Gesù Nazareno... consegnato dai sommi sacerdoti per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele».

  • Quante le mie fatiche per vivere...... e le delusioni? ....... quali in particolare?
  • Avevo dei sogni.... dei progetti.... e poi? ..... cosa è successo?
  • Quali situazioni, mie o di altri, hanno impedito di realizzare ciò che per me aveva un grosso valore?
Ma egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore...».... e cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro tutte le Scritture...
  • Cristo ci cammina accanto e ci parla di speranza ..... ci dà le motivazioni per una vita di "coraggio" anche quando tutto sembra difficile.

  • In quali momenti posso dire di aver capito che valeva proprio la pena di costruire una vita, o una situazione, coerente con i miei ideali, nonostante il "marasma" e le "contraddizioni" di questo mondo? Cosa di concreto?
«Resta con noi perché si fa sera...». ...Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò ... Allora si aprirono loro gli occhi....
  • Sento che la mia vita è legata a quel pane, spezzato per me e per tutti?
  • Trovo momenti per essere io pane spezzato per gli altri?
  • Trovo una "guida" nella Parola di Dio letta e ascoltata con il cuore?
«Davvero il Signore è risorto...».
  • Ecco che devo riscegliere quello che in un primo momento sembrava perduto.... oppure devo essere capace di trovare nuove strade per il mio futuro?
  • Sono consapevole che ad ogni età sono (siamo) chiamati a vivere al massimo nonostante i limiti personali che sembrano insormontabili?
  • Quale scelta potrei fare per dare un segno a me stesso e al mondo che mi è più vicino?
  • Nella mia vita ordinaria posso trovare spunti e momenti per renderla "straordinariamente ordinaria"?


Buon cammino!