Comunità Una Rivarolo


Campo San Giovenale di Peveragno
 venerdì 5 agosto 2011


L'adultera

(Gv 8, 1-11)

[1]Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. [2]Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. [3]Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, [4]gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. [5]Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». [6]Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. [7]E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». [8]E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. [9]Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. [10]Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». [11]Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più». 
 


 

In questo brano di Giovanni, ma forse come dicono gli studiosi  di origini lucane, anche se inserito dal redattore finale in questo pezzo di Giovanni dove vi sono diverse dispute tra Gesù e gli scribi e i farisei, è chiara la volontà di questi ultimi di trovare un pretesto per far condannare Gesù, un vedere se colui che mangia con i peccatori ecc. si metterà contro un dettame della legge mosaica.
Vediamo di trovare i personaggi di questo testo: scribi e farisei, adultera, Gesù. Io, noi, la chiesa, cominciando da ognuno di noi, a chi siamo più vicini, come atteggiamento umano, morale, psicologico, sia intimo che pubblico?
Leggendo il libro di Erri De Luca “ E disse”, suo romanzo sui 10 comandamenti, ho trovato una bella descrizione del brano dell’adultera. Immagina che, mentre Dio tramite Mosè incide i comandamenti sulla pietra  davanti al tutto il popolo, questi come per profezia veda l’episodio dell’adultera nel commento del V comandamento “ Non ammazzerai”.

“ "Non ammazzerai." Neanche se la legge lo prevede. Il verbo messo al futuro procurò nei presenti uno squarcio di avvenire, intravidero un caso narrato da un loro discendente. Videro una folla che portava una donna a lapidare, un' adultera, per le vie di una grande città. Non potevano saperlo, si trattava di Gerusalemme. 
La sentenza emessa dal massimo tribunale sta per essere eseguita, la processione attraversa piazze e strade. Lungo il percorso incontra un forestiero. Non è del posto, è uno del Nord, di Galilea, di un piccolo villaggio, Nazaret. Se ne sta in disparte, solitario. Il corteo s'interrompe, si dirige verso di lui, interroga il forestiero sulla condanna a morte. 
Guarda che usanza: quella legge ammette un ultimo grado di appello anche presso un qualunque passante, figlio d'Israele. Anche dopo, la solenne sentenza emessa da un tribunale in carica, potrà essere messa in discussione, sulla strada. Il parere di un ultimo incontrato può interferire col dispositivo. Chiedono al forestiero una parola. Lui in cambio fa una mossa, di sorpresa: si china a terra e sulla polvere traccia lettere col dito. La narrazione scritta non riferisce cosa scrive, ma 1'assemblea del Sinai, presente alla visione, legge sulla polvere del suolo “non ammazzerai”.
Scrive sulla polvere del suolo: perché? Forse che è sabato? Tra le cose proibite di sabato c'è anche la scrittura, però è consentita se su polvere o sabbia. Il forestiero compie un gesto permesso nel giorno di festa. Ma quello non può essere sabato, non si emettono sentenze né si eseguono condanne di shabbàt. È appunto quello che sta dicendo a loro: quando si tratta di condanna a morte ogni giorno si trasforma in shabbàt
Infine dice l'ultimo dispositivo di scioglimento: chi di loro si trova senza torto commesso dovrà scagliare il primo sasso. In una lapidazione nessuno vuole essere il primo. Ancora meno ci sarà qualcuno che davanti alla sua comunità si farà avanti con la pietra di chi è privo di torti. Con pochi gesti e parole il forestiero disfa la sentenza di condanna a morte. La donna è sciolta, il corteo si disperde, sollevato dal compito e nel cuore. 
Non ammazzerai: neanche quando il tuo principale collegio, nella tua capitale, emetterà una condanna a morte. Cercherai fino all'ultimo passo lo spunto, l'occasione di scongiurarla. Basterà l'opinione di un forestiero di passaggio. 
Noi assemblea del Sinai abbiamo visto i primogeniti di Egitto sterminati dall' angelo notturno dell' epidemia, i nostri scampati per avere spalmato il sangue di agnello sulle porte. Abbiamo visto i carri e i cavalieri di Egitto affondare nel Mare del Giunco chiuso a sacco su di loro dopo il nostro passaggio. Abbiamo visto che ammazzare spetta alla divinità. 
Ecco. Alla fine rimangono l’adultera e Gesù, che dice, col suo comportamento e le sue ultime Parole, di essere sopra la legge perché Dio. Gesù ci dice che il giudizio di Dio non è mai di condanna della persona, per quanto possa aver disatteso la legge morale o umana, per quanto male possa aver compiuto. Non giudicate: solo chi vede nel profondo dei cuori (Dio) può giudicare.
 "Misericordia io voglio e non sacrificio". Che significa questa frase del profeta Osea, ripresa da Cristo? .. e il brano mi pare continui. "Ecco Signore io vengo per fare la tua volontà”.

 


 
Spunti per la revisione e la condivisione
  • I personaggi di questo testo sono: scribi e farisei, adultera, Gesù. Io, noi la chiesa, cominciando da ognuno di noi, a chi siamo più vicini, come atteggiamento umano, morale, psicologico, sia intimo  che pubblico?
  • Cerca di metterti nei panni della donna: quali erano i suoi sentimenti in quel momento?
  • So che il giudizio di Dio, è sempre un giudizio di perdono? di amore?
  • Quali sono i passi che la nostra comunità può e deve fare per accogliere gli esclusi?