giovedì 24 gennaio 2013
Il mistero della Chiesa
(Lumen Gentium, Cap. I, §§ 1-8)

 


Conoscere non per sapere, ma per vivere
Iniziamo stasera un itinerario di fede: incontrare il Concilio Vaticano II vuol dire per me andare alle radici della mia fede; poiché esso è stato il dono che Dio ha fatto alla sua Chiesa in vista del 3°millennio che stiamo vivendo. In questo pellegrinaggio spirituale siamo quindi chiamati allo sforzo del cammino, dell’ascolto e della conversione. Non siamo qui per fare un corso teologico, ma per riscoprire la nostra fede. Siamo chiamati cioè a ritornare su queste catechesi anche nel nostro normale percorso di gruppo, per riflettere, per provare a capire insieme, per convertire le nostre vite.

Chiesa e comunità
Non è un caso se la nostra attenzione si fermerà sulla “Lumen Gentium”: infatti questa è la costituzione dogmatica che ha per argomento proprio la Chiesa. Questo era proprio l’intenzione di Giovanni XXIII: esporre le verità ed in particolare presentare la Chiesa al mondo moderno, facendo risplendere la tradizione viva di Cristo, che la Chiesa doveva portare avanti.
La parola chiesa deriva dal greco ecclesia che a sua volta traduce il termine ebraico qahal che significa assemblea, sottolineando non tanto la riunione delle persone quanto il fatto che le persone vi partecipano perché in qualche modo sono chiamate ad essere lì (ecclesia= chiamato da); pertanto la Chiesa è l’assemblea di tutto coloro che sono chiamati da Dio a vivere secondo gli insegnamenti del vangelo e a celebrare l’eucaristia.
A noi per una misteriosa e personalissima chiamata è dato ulteriormente di vivere il nostro essere Chiesa nella particolare sensibilità della Comunità Una; inviterei quindi a leggere questo documento, qualora sembrasse lontano dalla nostra vita quotidiana, sostituendo alla parola Chiesa la parola comunità. Ciò equivale a svolgere un serio esame di coscienza sul nostro stare insieme, perché l’eventuale allontanarsi dallo stile che in queste pagine ci viene proposto vorrebbe dire venir meno alla nostra vocazione ad essere comunità cristiana.

Cristo è la luce delle genti
Le parole che introducono la costituzione offrono ad un lettore attento il senso di tutto il documento: non è la Chiesa la protagonista, ma Gesù; infatti la comunità cristiana “desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa”.
Noi, Chiesa, non siamo la luce, dovremmo essere solo uno specchio per poter risplendere della luce di Dio; allora il nostro compito è mantenere la nostra vita pulita perché possa risplendere. A partire da questa consapevolezza la Chiesa vuole aprire un dialogo con gli uomini perché si sente chiamata ad essere segno, sacramento di Cristo soprattutto oggi; infatti “le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo”. In questo senso il termine “mistero “è usato nel suo senso biblico (Ef 6,19 e Col 1,25-27)per indicare il progetto salvifico di Dio che riguarda la storia e l’uomo chiamato a rispondere all’amore di Dio. La Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano.
La Chiesa è detta sacramento, anche se il sacramento fondamentale rimane sempre Cristo: la Chiesa è sacramento in quanto associata a Lui. Cristo non è un lontano fondatore, ma è sempre presente e attivo in essa, spingendo la Chiesa a manifestare ed irradiare nel mondo la sua misteriosa presenza. In questa prospettiva si sottolinea l’importanza di una Chiesa significativa che sia segno di comunione con Cristo e strumento di comunione con il mondo, in verticale ed orizzontale; di qui sorge l’ineludibile natura missionaria della Chiesa, in quanto non è per sé, ma per una missione salvifica verso gli uomini. Compito questo che non si limita all’aspetto specificatamente e direttamente religioso, ma si allarga ad ogni aspetto della vita dell’uomo.

La Chiesa alla luce del mistero della Trinità
I paragrafi 2,3 e 4 tentano di leggere il mistero dalla Chiesa alla luce della Trinità: è il punto più nuovo ed originale perché, se la storia della salvezza è storia della progressiva manifestazione di Dio/Trinità e del suo disegno d’amore, è così ribadita la fedeltà della Chiesa al passato (tradizione) e all’oggi (segni dei tempi) e la sua tensione al futuro (la storia salvifica continua). In tal modo il mistero della Trinità diventa il modo per interpretare il mistero della Chiesa: la Chiesa, come comunità di salvezza, è il luogo dove agisce da protagonista la Trinità:

Le immagini della Chiesa
Il Concilio presentando il tema del Regno nel suo rapporto con la Chiesa e descrivendo le varie immagini bibliche della Chiesa, indica la necessità di non legarsi mai ad una sola immagine per descrivere il mistero della Chiesa.
    1. Un ovile, "la cui porta unica e necessaria è Cristo”.
    2. Un gregge, di cui Dio stesso ha preannunziato che ne sarebbe il pastore , e le cui pecore, anche se governate da pastori umani, sono però incessantemente condotte al pascolo e nutrite dallo stesso Cristo, il buon Pastore e principe dei pastori, il quale ha dato la vita per le pecore.
    3. Il podere o campo di Dio. […] Essa è stata piantata dal celeste agricoltore come vigna scelta. Cristo è la vera vite, che dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi, che per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui, e senza di lui nulla possiamo fare.
    4. Edificio di Dio. Il Signore stesso si paragonò alla pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che è divenuta la pietra angolare. Sopra quel fondamento la Chiesa è costruita dagli apostoli e da esso riceve stabilità e coesione. […] In essa infatti quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale.
    5. Sposa che Cristo «ha amato.. . e per essa ha dato se stesso, al fine di santificarla», che si è associata con patto indissolubile ed incessantemente «nutre e cura» che dopo averla purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell'amore e nella fedeltà.
La Chiesa e il mistero di Cristo