Il mistero della Chiesa (Lumen Gentium, Cap. I, §§
1-8)
Conoscere non per sapere,
ma per vivere Iniziamo stasera un itinerario di fede:
incontrare il Concilio Vaticano II vuol dire per me andare alle radici
della mia fede; poiché esso è stato il dono che Dio ha fatto
alla sua Chiesa in vista del 3°millennio che stiamo vivendo. In questo
pellegrinaggio spirituale siamo quindi chiamati allo sforzo del cammino,
dell’ascolto e della conversione. Non siamo qui per fare un corso teologico,
ma per riscoprire la nostra fede. Siamo chiamati cioè a ritornare
su queste catechesi anche nel nostro normale percorso di gruppo, per riflettere,
per provare a capire insieme, per convertire le nostre vite.
Chiesa e comunità Non è un caso se la nostra attenzione
si fermerà sulla “Lumen Gentium”: infatti questa è la costituzione
dogmatica che ha per argomento proprio la Chiesa. Questo era proprio l’intenzione
di Giovanni XXIII: esporre le verità ed in particolare presentare
la Chiesa al mondo moderno, facendo risplendere la tradizione viva di Cristo,
che la Chiesa doveva portare avanti.
La parola chiesa deriva dal greco ecclesia
che a sua volta traduce il termine ebraico qahal che significa assemblea,
sottolineando non tanto la riunione delle persone quanto il fatto che le
persone vi partecipano perché in qualche modo sono chiamate ad essere
lì (ecclesia= chiamato da); pertanto la Chiesa è l’assemblea
di tutto coloro che sono chiamati da Dio a vivere secondo gli insegnamenti
del vangelo e a celebrare l’eucaristia.
A noi per una misteriosa e personalissima
chiamata è dato ulteriormente di vivere il nostro essere Chiesa
nella particolare sensibilità della Comunità Una; inviterei
quindi a leggere questo documento, qualora sembrasse lontano dalla nostra
vita quotidiana, sostituendo alla parola Chiesa la parola comunità.
Ciò equivale a svolgere un serio esame di coscienza sul nostro stare
insieme, perché l’eventuale allontanarsi dallo stile che in queste
pagine ci viene proposto vorrebbe dire venir meno alla nostra vocazione
ad essere comunità cristiana.
Cristo è la luce
delle genti Le parole che introducono la costituzione
offrono ad un lettore attento il senso di tutto il documento: non è
la Chiesa la protagonista, ma Gesù; infatti la comunità cristiana
“desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura
(cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che
risplende sul volto della Chiesa”.
Noi, Chiesa, non siamo la luce, dovremmo
essere solo uno specchio per poter risplendere della luce di Dio; allora
il nostro compito è mantenere la nostra vita pulita perché
possa risplendere. A partire da questa consapevolezza la Chiesa vuole aprire
un dialogo con gli uomini perché si sente chiamata ad essere segno,
sacramento di Cristo soprattutto oggi; infatti “le presenti condizioni
del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché
tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli
sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità
in Cristo”. In questo senso il termine “mistero “è usato
nel suo senso biblico (Ef 6,19 e Col 1,25-27)per indicare il progetto salvifico
di Dio che riguarda la storia e l’uomo chiamato a rispondere all’amore
di Dio. La Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento,
ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità
di tutto il genere umano.
La Chiesa è detta sacramento,
anche se il sacramento fondamentale rimane sempre Cristo: la Chiesa è
sacramento in quanto associata a Lui. Cristo non è un lontano fondatore,
ma è sempre presente e attivo in essa, spingendo la Chiesa a manifestare
ed irradiare nel mondo la sua misteriosa presenza. In questa prospettiva
si sottolinea l’importanza di una Chiesa significativa che sia segno di
comunione con Cristo e strumento di comunione con il mondo, in verticale
ed orizzontale; di qui sorge l’ineludibile natura missionaria della Chiesa,
in quanto non è per sé, ma per una missione salvifica verso
gli uomini. Compito questo che non si limita all’aspetto specificatamente
e direttamente religioso, ma si allarga ad ogni aspetto della vita dell’uomo.
La Chiesa alla luce del
mistero della Trinità I paragrafi 2,3 e 4 tentano di leggere
il mistero dalla Chiesa alla luce della Trinità: è il punto
più nuovo ed originale perché, se la storia della salvezza
è storia della progressiva manifestazione di Dio/Trinità
e del suo disegno d’amore, è così ribadita la fedeltà
della Chiesa al passato (tradizione) e all’oggi (segni dei tempi) e la
sua tensione al futuro (la storia salvifica continua). In tal modo il mistero
della Trinità diventa il modo per interpretare il mistero della
Chiesa: la Chiesa, come comunità di salvezza, è il luogo
dove agisce da protagonista la Trinità:
Il Padre: Dio
vuole essere Padre di tutti gli uomini; infatti per una sua iniziativa
gratuita chiama tutti ad essere suoi figli conformi all’immagine del suo
Figlio (Rm 8,28) e tale chiamata abbraccia tutta la storia e tutta
l’umanità. La Chiesa prefigurata fin dal principio del mondo e preparata
nella storia di Israele, manifestata ed aperta a tutti gli uomini avrà
glorioso compimento alla fine dei tempi come famiglia dei chiamati (visione
universale).
Il Figlio: Cristo,
adempiendo la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno
dei cieli e ci ha rivelato il mistero di lui; in questo modo il mistero
pasquale è il culmine della storia della salvezza che continuamente
riproponiamo nel mistero eucaristico segno della presenza del Cristo risorto.
Così “tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo,
che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo,
a lui siamo diretti”.
Lo Spirito Santo:
Il Concilio vuole mettere in evidenza l’opera dello Spirito, che così
descrive: “Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli
come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega
e rende testimonianza […] introduce la Chiesa nella pienezza
della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione
e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici,
la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal
5,22).
Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova
e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo”.
Le immagini della Chiesa Il Concilio presentando il tema del
Regno nel suo rapporto con la Chiesa e descrivendo le varie immagini bibliche
della Chiesa, indica la necessità di non legarsi mai ad una sola
immagine per descrivere il mistero della Chiesa.
Regno di Dio:
Il concilio non confonde la Chiesa con il Regno, manifestato chiaramente
nelle parole, nelle azioni e soprattutto nella persona stessa di Gesù;
pertanto la Chiesa non si identifica con il Regno, costituendone solo l’inizio
e il germe. La Chiesa rimane quindi essenzialmente ordinata al regno per
cui, durante la sua crescita, la Chiesa aspira con tutte le sue forze alla
perfetta unione con Cristo.
Immagini bibliche della
Chiesa: il concilio propone quindi diverse immagini la Chiesa
per descrivere la Chiesa, che possono anche servire per un nostro esame
di coscienza:
Un ovile, "la cui porta unica
e necessaria è Cristo”.
Un gregge, di cui Dio stesso ha preannunziato
che ne sarebbe il pastore , e le cui pecore, anche se governate da pastori
umani, sono però incessantemente condotte al pascolo e nutrite dallo
stesso Cristo, il buon Pastore e principe dei pastori, il quale ha dato
la vita per le pecore.
Il podere o campo di Dio. […] Essa
è stata piantata dal celeste agricoltore come vigna scelta. Cristo
è la vera vite, che dà vita e fecondità ai tralci,
cioè a noi, che per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui, e senza
di lui nulla possiamo fare.
Edificio di Dio. Il Signore stesso
si paragonò alla pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che
è divenuta la pietra angolare. Sopra quel fondamento la Chiesa è
costruita dagli apostoli e da esso riceve stabilità e coesione.
[…] In essa infatti quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra
un tempio spirituale.
Sposa che Cristo «ha amato..
. e per essa ha dato se stesso, al fine di santificarla», che
si è associata con patto indissolubile ed incessantemente «nutre
e cura» che dopo averla purificata, volle a sé congiunta
e soggetta nell'amore e nella fedeltà.
La Chiesa e il mistero di
Cristo
La Chiesa come corpo di Cristo
Il Concilio, presentando quello che
è Cristo per la Chiesa , insiste maggiormente sull’aspetto divino
di essa: in Cristo l’uomo diventa una nuova creatura; l’incorporazione
a Cristo avviene per via sacramentale, soprattutto nel battesimo, attraverso
il quale “siamo resi conformi a Cristo” e l’eucaristia ,per
mezzo della quale “siamo elevati alla comunione con lui e tra di
noi”.
Pur nell’unità dell’unico corpo,
“nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità
di membri e di uffici”, che va valorizzata. “Capo di questo
corpo è Cristo. […] Tutti i membri devono a lui conformarsi
[…] Nel suo corpo, che è la Chiesa, egli continuamente dispensa
i doni dei ministeri, con i quali, per virtù sua, ci aiutiamo vicendevolmente
a salvarci e, operando nella carità conforme a verità, andiamo
in ogni modo crescendo verso colui, che è il nostro capo”.
Nel Concilio, come già in San
Paolo, le due metafore, corpo e sposa, sono legate assieme (“Cristo
inoltre ama la Chiesa come sua sposa”); così l’immagine
della sposa, sottolineando l’intima unione tra Cristo e la Chiesa, ribadisce
la loro distinzione.
L’elemento umano e divino della Chiesa
Per una analogia che non è senza
valore, quindi, la Chiesa è paragonata al mistero del Verbo incarnato.
Infatti, come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di
salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo non dissimile
l'organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica,
per la crescita del corpo.
Come c’è un solo e medesimo Cristo
riconosciuto in due nature così c’è una stessa Chiesa dove
l’elemento umano e divino tendono a formare una sola realtà complessa
pur restando distinti; pertanto i limiti ed il peccato sono presenti nella
Chiesa cattolica, la quale quindi ha sempre bisogno di purificazione. La
Chiesa è diversa da Cristo: in Cristo l’umano era perfetto e vero
strumento del Verbo; nella Chiesa invece l’umano è, in parte, ostacolo
all’opera dello Spirito. Qui abbiamo la radice dottrinale dell’ecumenismo
e del rinnovamento della Chiesa.
Questa è l'unica Chiesa di Cristo,
che nel Credo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore
nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone
a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida, e costituì
per sempre colonna e sostegno della verità. Questa Chiesa, in questo
mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa
cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione
con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi
elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente
per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica.
Al verbo “è”, che indica l’identità,
si sostituisce il verbo “sussiste”, che permette di considerare le imperfezioni
nell’adeguamento tra la Chiesa reale e la Chiesa ideale; nella Chiesa cattolica
abbiamo una ricchezza di elementi salvifici, che non sempre sono vissuti
e realizzati perfettamente. Al di fuori dell’organismo visibile della Chiesa
ci sono molti elementi di santificazione e di verità, segni di quell’unica
Chiesa di Cristo a cui conducono.