Natale in Piazza 2015 Un'ora di silenzio per la pace
“Ecco vi annuncio una grande gioia”: è Natale! Che bello!!!
Di fronte al mistero di Dio che si fa uno di noi, non ci rimane che il silenzio.
Se
nell’immaginario di ciascuno può entrare l’idea di un Dio che possa
vincere la morte (d’altronde è il sogno di tutti poter sconfiggere la
morte e la sofferenza), mai e poi mai potremo concepire un Dio che
voglia condividere la nostra condizione di uomini e donne; eppure Dio è
qui con noi come uno di noi!! Sta
in questo mistero grande la novità del cristianesimo: Dio conclude
quella fantastica rincorsa iniziata subito dopo il peccato di Adamo ed
Eva, quando per la prima volta domandò all’uomo e alla donna “dove
sei?” in un infinito gioco a nascondino.
Dio ha vinto! E ha vinto nell’infinita tenerezza di un bimbo! Dio
nasce nell’indifferenza generale; è solo un bambino qualunque e nessuno
si è accorto di lui, al punto che oggi è praticamente impossibile
rispondere alla domanda sulla sua data di nascita. Nasce
nella notte degli uomini perché così potrà portare la luce a chi vorrà
accoglierla; nasce bambino perché nessuno si spaventi davanti al suo
ingresso nel mondo e tutti possano davvero sentirsi liberi, perché la
libertà è il presupposto dell’amore (solo nella libertà può nascere
l’amore), ma ne è anche il primo dono (se ami qualcuno dagli la
libertà). Nasce
nel retro di una casa, nella stalla, perché “per loro non c’era più
posto nell’albergo”; nasce così per stare fin da subito accanto a tutti
coloro che in questo mondo non riescono a trovare posto, sia nel nostro
cuore chiuso, sia nella nostra società ancora più chiusa. Nasce
e subito non si presenta al re Erode, al Sommo Sacerdote o ai ricchi
sacerdoti di Gerusalemme, ma si presenta ai più poveri, proprio ai
pastori, la cui puzza insopportabile li rendeva anche degli emarginati
nella società di allora; proprio a loro l’angelo annuncia la notizia
della gioiosa nascita del Messia. Nasce
ed è subito “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli
uomini che Egli ama”; “gloria” cioè manifestazione della presenza e
della bontà di Dio che entra nella storia e “pace a tutti gli uomini
che Egli ama” cioè a tutti e basta e non solo a quelli di buona volontà
come recitiamo a messa.
Allora buon Natale a tutti, veramente a tutti, ma un Natale vero!
Un
Natale vero non può dimenticare i bambini Gesù (probabilmente siriani)
morti proprio negli scorsi giorni sulle coste turche mentre tentavano
di scappare dalla guerra e dalla fame; allora il dolce silenzio di
questa notte diventi condanna alle nostre coscienze addormentate
nell’egoismo. Buon
Natale, ma un Natale vero a coloro che come me faticano a credere che
Dio possa essere così fuori di testa nell’amore per ciascuno di noi da
rinunciare a tutto per essere come noi!
Buon Natale, ma un Natale vero a me e a te che adesso possiamo fermarci dopo l’affannosa corsa agli acquisti di questi giorni. Sì fermiamoci un istante a stupirci di fronte a questo bimbo e prova tu, come proverò anch’io, a tornare bambino. Solo
un bambino, infatti, può sognare un mondo senza guerra mentre noi
adulti sappiamo bene che le guerre (sia quelle mondiali sia quelle
personali) sono inevitabili. Solo
un bambino può rimanere scandalizzato dalla povertà e dalla sofferenza
mentre noi adulti sappiamo bene che il mondo è fatto così. Solo un bambino sa sognare qualcosa di bello, mentre noi adulti viviamo nella disillusione perché nulla cambierà.