Traccia di predicazione per giovedì 11/11/2004, sul Vangelo di Luca 21,5-19.
(33a domenica del Tempo Ordinario, anno C)


 
 

È bella la nostra preghiera del giovedì … spezzarci a vicenda il pane del Vangelo …

O forse dovremmo pensare al Vangelo come un riso, una polenta, che prende un gusto più o meno ricco in base al nostro condimento, alle nostre condivisioni … prende il sapore della nostra vita … un riso o una polenta che può acquistare un sapore “profetico”, il sapore della voce che parla per conto di Dio, nella misura in cui viene dal cuore, e non dalla testa … la “trivella interiore” di cui ci parlava Prospero … io che, in silenzio davanti a me stesso e a Dio ascolto cosa mi succede dentro, ascolto lo Spirito dentro di me e osservo i cambiamenti che porta nel mio cuore, giorno dopo giorno, … e pian piano comincio a capire … “ah, ecco!”. È in questa misura che la mia condivisione riesce a non essere più una lezione imparata, che dà alla Parola una luce artificiale, piatta, ma diventa una luce viva, che trasforma il Vangelo in un quadro tridimensionale e ne fa emergere ora un dettaglio ora un altro …Bello! Ci proviamo anche se è difficile!
 

Un Vangelo, questo, subito definito “difficile”. Eppure, riguardandolo attentamente, ne emergono tante cose interessanti, tanti spunti di riflessione, tante “parole” per indirizzare la nostra vita, oggi. Un Vangelo che ha anche suscitato delle condivisioni bellissime in Gruppo, condivisioni rimaste lì a vibrare nei muri di Villa Firpo e nei cuori di chi le ha ascoltate, condivisioni che parlavano tutte di fiducia, della fiducia in un Dio che ci ama e non si dimentica di noi … la condivisione di Franca … quella di Maria … e altre.

Vi voglio dare però, per prima cosa, dei flash veloci sui vari spunti per la nostra riflessione.
 

° Il primo aspetto: Verranno giorni in cui non resterà pietra su pietra che non venga distrutta. La gente è attratta dalle cose grandi, spesso costruite dai sistemi di potere forti in quel momento. Gesù ci invita a non confidare nelle cose che vediamo, perché passeranno anche quelle che sembrano più solide. Il tempio, quando Luca scrive, era già stato distrutto dai Romani, ma poi è passato anche l’Impero Romano, e quello Ottomano, … la dominazione Spagnola, … l’Impero Austro-Ungarico, la Germania di Hitler … tutto passa. Gesù vuol fare anche capire che i sistemi basati sulla forza finiranno per distruggersi mutuamente.
 

° I discepoli paiono spaventati. E a noi fanno paura queste parole? “Non vi terrorizzate”, dice Gesù. Non dobbiamo spaventarci per vari motivi, per primo quello che noi non possiamo essere legati a queste cose, se siamo legati a Gesù …. il mio regno non è di questo mondo … E poi la nostra tranquillità non è legata alla stabilità dei muri della nostra chiesa, o della basilica vaticana, o anche del nostro sistema economico e sociale. E poi le catastrofi sono anche il segno dell’avvento di un mondo nuovo, sono segno che qualcosa di nuovo sta per nascere, non soffocano la speranza per una società fraterna e giusta. Non sono forse motivo di speranza le comunità cristiane nei paesi più poveri del mondo, quelle che vivono più da vicino il messaggio di Cristo?
 

° “Guardate di non lasciarvi ingannare”: Gesù ci invita ad avere discernimento nei momenti difficili. Ma il discernimento è in realtà proprio del fedele in ogni momento, perché in ogni momento siamo chiamati a discriminare tra le tante voci che ci parlano, ciascuna che pretende di essere la voce giusta. In uno scritto di 25 anni fa, Giovanni Vannucci individuava tre voci principali dell’Anticristo: l’edonismo, ossia la sete di possesso, di benessere, di ricchezza; la paura, di qualunque cosa, degli altri, della persecuzione, della morte; e il fanatismo religioso, quando in nome di Dio ci si scanna e si benedicono le armi omicide.

Si parlava di discernimento anche l’estate scorsa a Taizé, nella settimana di silenzio e di ascolto. Suor Cristina ci ricordava che Dio è un Dio creatore e Dio della vita: le voci che producono dentro di me effetti di pace, gioia, armonia, coraggio, pienezza, sono le voci che vengono da Dio, mentre quelle che mi conducono allo scoraggiamento, al senso di inutilità, all’ansietà, no: quelle non sono la voce di Dio. Ciascuno di noi deve sentire l’urgenza pressante di discriminare queste voci che portano al nulla e alla morte dell’anima dalla voce di Dio che chiama alla vita, e la scelta per la vita va ripetuta ogni giorno.
 

° “Per la vita” non vuol dire però “per il quieto vivere”! Questo vi darà occasione di render testimonianza: Gesù ci invita a testimoniare il vangelo, e il testimone è colui che annuncia il Vangelo pur sapendo di rimetterci qualche cosa! Chi annuncia il Vangelo, e prova a fare del bene, disturba la coscienza di chi non lo fa, e sarà perseguitato. E guardandomi bene, e vedendo che nessuno mi emargina perché sono cristiano, mi viene da domandarmi se il mio cristianesimo non l’abbia annacquato un po’ troppo, così che non disturba poi tanto nessuno intorno a me.
 

° L’invito di Gesù comunque è verso questa scelta continua, per la vita, per l’amore, per il Regno di Dio, senza scoraggiamenti, senza paure. Io vi darò lingua e sapienza, ci dice Gesù. Se crediamo alla Vita, Lui ci indicherà il cammino, ci darà le parole ed il coraggio per non accodarci alla moda dell'ultimo grido. Il mondo in cui viviamo, con i suoi “valori” di ricchezza, di benessere, di egoismo, di consumo, di piacere, non è qualcosa di estraneo: ognuno di noi vi fa parte. Inevitabilmente giungiamo ad un bivio: o accogliamo il progetto di Gesù, o rincorreremo i ciarlatani di turno, correndo il rischio serio di rendere questo mondo sempre meno abitabile, almeno per la maggior parte degli esseri umani. Gesù ci invita a resistere, sempre, nel cercare un modo di vivere più fraterno perché crediamo profondamente che l'Amore può veramente abbattere ogni sistema oppressore, di cui non resterà pietra su pietra. Ma se accogliamo il progetto di Gesù non abbiamo da temere niente.
 

Le condivisioni fatte in Gruppo risuonavano tutte in particolare su questo punto: la fiducia in un Dio che ci è sempre vicino, nelle cui braccia ci possiamo abbandonare. E questa è anche la mia condivisione.
 

° Io ho progetti di pace e non di sventura, riporta l’antifona d’ingresso, e io ci credo, anche se soffro tantissimo la situazione mondiale attuale. Vibro quando leggo il salmo che dice: “Parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore”: mi sembra scritto l’anno scorso. E ogni mattina butto giù come una medicina le parole del Benedictus “… e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. A noi nati subito dopo la guerra mondiale ci avevano raccontato tante belle storie, ad esempio sui diritti dell’uomo e sulla disumanità delle torture praticate nel Medio Evo … e invece ancora oggi, anche nell’Occidente civilizzato, ci ritroviamo Guantanamo e Abu Graib. Ci avevano insegnato che la guerra era buona solo per liberare la patria dagli invasori, e invece il nostro Occidente fa la guerra in casa degli altri … Siamo piombati decenni o secoli indietro, nel nostro progresso di civiltà, ma io continuo a credere che i progetti del Signore sono diversi, e alla fine, fosse tra 10.000 anni o più, saranno quelli a prevalere. Per me, per noi, non c’è altra scelta se non resistere, resistere al bombardamento di stupidaggini a cui siamo sottoposti ogni giorno, resistere nel tenere l’orecchio attento alla voce del Signore. Tante volte, ogni giorno, mi accorgo di pensarla diversamente dalla grande maggioranza della gente, ma sono sicurissimo dentro di me che è il mondo che ha le idee storte, soprattutto sui valori importanti per la vita.
 

° Mi aiuta in questo la fiducia nel Signore. A volte ripenso alle parole del salmo “è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo” e le sento come la mia unica speranza per la mia vita. La mia tranquillità è legata alla promessa di Gesù in questo brano: "nemmeno un capello del vostro capo perirà". Io ci credo, ma soprattutto ci faccio affidamento per gli anni della mia vecchiaia, che ormai non è più tanto lontana.
 

° Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime: e io sento che solo perseverando nel cercare di seguire Gesù posso salvare la mia anima dalla disperazione, dallo scoraggiamento, dal terrore della morte. Nei salmi spesso si trovano frasi come“che io non resti confuso” … oppure “siano confusi gli empi”. C’è questa parola strana: “confuso”, che però mi rende l’idea: se perdo le tracce di Gesù, non capisco più niente del senso della mia vita, il mondo non ha più speranza, la vecchiaia prossima è solo una disgrazia personale e la morte una catastrofe che ti fa piombare nel nulla. Se tengo gli occhi fissi verso Gesù, ci sarà quel che ci sarà, ma sono in buone mani. Dice il salmo: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia.”