In quel tempo, tra quelli
che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli
chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò
a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il
Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco
di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se in-vece muore, produce
molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo
mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire
mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo.
Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata;
e che devo dire? Padre, salvami da que-st'ora? Ma per questo sono giunto
a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce
dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
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Questo brano di Vangelo si
può dividere in 4 parti :
1° - "vogliamo vedere
Gesù ";
2° - "è giunta
l'ora ....";
3° - la parabola del
chicco di grano;
4° - "ora l'anima mia
è turbata...."
Il desiderio di quei pagani
di incontrare Gesù è la richiesta di tutti noi, perché
quello che vogliamo è un contatto autentico con il Cristo e noi
lo incontriamo nel Vangelo perché le parole in esso contenute non
sono vuote, ma piene della sua verità e del suo amore.
La trafila che dai greci
passa a Filippo e poi ad Andrea significa che incontrare Gesù non
è semplice: bisogna fare una strada, un cammino come hanno fatto
i suoi discepoli.
Non sappiamo cosa Gesù
risponde ai greci ma sappiamo cosa Egli risponde ai discepoli, coloro che
dovranno continuare la sua missione. Gesù capisce che deve esaudire
la richiesta di quegli uomini poiché è un momento decisivo,
in quanto i Dodici non hanno ancora capito come Egli potrà dimostrare
di essere il Figlio di Dio.
Con "è giunta
l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato" Gesù cerca
di spiegarlo. È un momento decisivo: parla della Passione e Morte.
E' ora di rivelare a tutti chi è e cosa è venuto a fare.
"Glorificazione"
nel Vangelo di Giovanni è una parola chiave: esprime il sacrificio
della Croce per salvare gli uomini. Per aiutare i discepoli e noi a capire
il legame tra gloria e sacrificio, Gesù ci parla del chicco di grano.
E' la parabola che più esprime il significato di consumarsi per
dare frutto. Il chicco di grano è piccolo, quasi non si vede tra
le zolle, ma la sua gloria, il suo premio, è la spiga. Chi preferisce
chiudersi in sé muore perché considera sé stesso più
importante degli altri. Il mondo di oggi ci spinge verso questa logica
perché ha dimenticato lo Spirito, Dio, la contemplazione, l'attenzione
verso ciò che è esterno, gli ideali.
Chi, invece, odia la sua
vita, cioè dà importanza alla vita degli altri, la conserva
per sempre perché essa diventa preziosa davanti a Dio e agli uomini.
Questa definizione di "vita vera" non vale solo per i credenti,
ma per tutti gli uomini.
Il concetto di vita come
rinuncia è molto importante perché lo ritroviamo anche in
Matteo (16,25-10,39), in Luca (9,24-17,33) e in Marco (8,35).
La parola centrale della
parabola non è "morire" ma "dare frutto",
perché l'uomo ha in sé tante risorse. Bisogna quindi seminare
il nostro seme ovunque: nella terra arida di chi mi rifiuta o disprezza,
nella terra accogliente della famiglia, nei giorni sereni e nei giorni
delle lacrime, nel silenzio e nel quotidiano, sempre. Se saprò dare
qualcosa di me darò frutto, e un pezzetto della mia vita sarà
in ciò che lascerò nella vita degli altri. La vita contiene
molta luce e molta energia solo quando si fa dono e Gesù ha dato
"la sua gloria" = "sacrificio", morendo sulla croce.
Possiamo seguire la sua
strada seguendo il Vangelo che ci suggerisce tre parole: chicco di grano,
croce e strada; tre concetti che riguardano la terra, cioè il cielo
di Dio con i suoi poveri, le sue spine, il suo sangue e la sua fame. La
terra è grembo del grano, sostegno della Croce e strada per il discepolo.
La quarta parte di questo
brano è "ora l'anima mia è turbata....che devo dire?
Padre, salvami da quest'ora?..... glorifica il tuo nome". Quanta
parte umana c'è in queste parole, quanto timore per ciò che
accadrà! Questo mi dà coraggio. Perché Lui ama la
vita e va alla morte non sprezzantemente, ma come un atto di fede.
Egli è la manifestazione
del disegno del Padre; come figlio unico deve dare l'amore che il Padre
ha verso tutti i suoi figli: l'egoismo è sterile, è morte
e il seme che muore non si riproduce.
Anche questa volta il Padre
fa
udire la sua voce "l'ho glorificato e ancora lo glorificherò".
Il momento della gloria è sulla Croce quando risplende la gloria
nascosta del Padre.
Questa voce non è
per Gesù ma per tutti noi affinché Lo riconosciamo come Figlio
di Dio. La glorificazione del Figlio si compirà con il dono dello
Spirito e la diffusione del Vangelo.
Nel suo sacrificio Gesù
non è scomparso dalla terra, ma è glorificato: Egli ci chiede
di scegliere di lasciarsi attirare da Lui o rimanere nascosti e lontano
dalla Sua luce.
Grazie Gesù di aver
scelto di amare. Per questo oggi parliamo ancora di Lui che ha obbedito
sino in fondo ed è causa di salvezza per chi Lo segue.
Ecco perché la sua
Croce ci attira e ci invita ad amare.
".....Gesù
è il chicco di grano che muore. Dal chicco morto nasce la grande
moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo : Egli è
il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l'umanità
intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio che è
diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la Croce e la Resurrezione"
(Card. Ratzinger)