Comunità Una Rivarolo

Campo San Giovenale di Peveragno
sabato 8-8-2009

Traccia di riflessione per la revisione della settimana


 
 
 
Matteo - Capitolo 28
La tomba vuota. Messaggio dell'angelo. L'apparizione alle pie donne

 
[1]Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. [2]Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. [3]Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. [4]Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. [5]Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. [6]Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. [7]Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto». [8]Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
[9]Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. [10]Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno». 

Oggi è l'ultimo giorno di una settimana diversa, fatta di riposo, di lavoro con altri fratelli, di respirare aria buona, e anche di divertimento, ma anche di riflessioni e di condivisioni. Domani rientriamo nella solita vita quotidiana. Ma non vogliamo che i doni ricevuti in questi giorni, le ispirazioni positive, le cose capite sulla nostra vita, vadano perse. Cosa ci portiamo dietro?

È importante oggi prenderci del tempo per ripensare la settimana, rileggerla e cercare di cogliere elementi, nuovi o riscoperti, che ci facciano riprendere la vita con nuovo vigore, che ci indichino un percorso da seguire. È importante, credo, sfruttare bene anche questa giornata, evitando di pensare che la settimana è finita e i giochi sono fatti. È come in una partita di calcio: spesso le cose più importanti accadono gli ultimi 5 minuti. La giornata di oggi ci può dare ancora molto.

Cosa vuol dire rileggere la settimana? Non è questione di ricordare tutto, e neppure è questione di volontà, ma è mettersi in atteggiamento di ringraziamento ed accogliere i ricordi senza forzarli, rivivendo sentimenti, pensieri, emozioni, ispirazioni della settimana.

Qui dobbiamo però anche porci la domanda: quali di questi pensieri, di queste ispirazioni, vengono da Dio? Quali devo tenere come preziose? E quali invece vengono dal mio negativo, dall'orgoglio, magari ferito, dalla mia rassegnazione, o pigrizia, o altro?
Si tratta di imparare sempre più a discernere. Un padre del deserto invita ad essere il guardiano dei propri pensieri, a riconoscere quali vengono da parte amica, da far entrare, e quali vengono dal nemico, da lasciar fuori o da non lasciare che prendano spazio dentro.
I pensieri sono di tipi diversi. Ci sono quelli che elaboriamo noi, ma ci sono anche quelli che vengono da soli, senza che ne siamo in alcun modo responsabili. Siamo però responsabili di quello che ne facciamo dopo di questi pensieri.
Supponiamo che ci siano due catechiste, che hanno iniziato insieme e fanno le stesse cose. Il parroco spesso si fa vedere durante le lezioni. A fine anno il parroco dice a una delle due: "Brava, hai fatto un buon lavoro!". L'altra sente e comincia a pensare: " Perché non l'ha detto anche a me? Allora io non avrei lavorato bene... non sono apprezzata". E cominciano ad entrarle dentro la voglia di mollare tutto, di mandare a quel paese parroco, parrocchia e catechiste... Lei non è responsabile dei sentimenti di delusione che le sono arrivati da soli, sul momento... ma lo è della elaborazione che ne fa dopo e delle decisioni che prenderà!

Il modo per discernere pensieri, sentimenti, ispirazioni, sta nell'osservare gli effetti che questi producono. Mi portano ad un livello più alto di pace, di fiducia, di gioia,... di vita? Allora vengono da Dio. Nel brano letto  poco fà gli angeli dicono alle donne: "Non è qui, è risorto". Dio è per la vita. Nella Genesi, Dio dice e crea, e vede che quello che ha creato è buono. La parola di Dio dona vita.
Oppure questi pensieri mi portano sospetto, sfiducia, amarezza, senso di inutilità... mi portano ad una minor vita? Quelli vengono dal mio negativo, dal maligno, dal serpente della Genesi che altro non fa che insinuare il sospetto che Dio non abbia detto la verità... e alla fine Adamo ed Eva si scoprono nudi, paurosi, vergognosi.
Anche Santa Teresa d'Avila, grande mistica del '500, quando scrive dei fenomeni mistici mette in guardia le sorelle perché discernano le ispirazioni che vengono da Dio da quelle che vengono dalla propria psiche, magari depressa, o dall'orgoglio: quelle che vengono da Dio portano necessariamente a maggiore umiltà e desiderio di servire Dio, senza farsi grandi agli occhi degli altri, anzi, esaltando più le sorelle che sé stesse.

Allora torniamo a leggere la nostra settimana scoprendo i doni di Dio che sono per la vita, che mi spingono a vivere la vita più profondamente, più pienamente. La resurrezione ci rivela che siamo stati creati per la vita; la resurrezione è l'invito al nostro cuore e alla nostra fede (non alla nostra logica!!) ad avere fiducia. È l'invito a rileggere in modo nuovo la nostra vita.

Nel brano letto, l'angelo dice: "È risorto dai morti e vi precede in Galilea". Gesù è il primo a fare il passaggio dalla morte alla vita. Gesù ha aperto per noi questo passaggio... e ci precede là dove ci invita ad andare: la Galilea, il luogo delle nostre attività quotidiane. È nella nostra vita quotidiana che Cristo risorto ci vuole incontrare. La resurrezione non ci porta lontano dai nostri problemi, dai peccati, dalle difficoltà, ma ci incontra nel bel mezzo della nostra vita umana. Cristo risorto ci precede e incontra nella nostra Galilea personale, nella vita di ogni giorno. Ciascuno di noi, persona unica, è invitato a farsi illuminare dalla luce della resurrezione nel suo modo specifico, per la nostra relazione particolare con Dio e con gli altri fratelli.

Un altro bellissimo brano che ci può aiutare è quello dei discepoli di Emmaus, un brano che ci invita a rileggere la nostra vita passata alla luce della resurrezione. Leggiamone un pezzetto:
 
 

Luca - Capitolo 24 
I discepoli di Emmaus

 
[13]Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, [14]e conversavano di tutto quello che era accaduto. [15]Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16]Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. [17]Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; [18]uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. [22]Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro [23]e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. [24]Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
[25]Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! [26]Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27]E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 

Cleopa e l'altro stanno tornando alla loro città pieni di tristezza perché incapaci di capire quel che è successo. Hanno perso il senso della vita e, quando Gesù si avvicina, gli dicono "avevamo sperato che fosse lui a liberare il popolo di Israele". Gesù non si mette a gridare "Sono io!!", ma li conduce pian piano. Prima fa tirare fuori loro i problemi e poi è lui che rilegge con loro le scritture alla luce della resurrezione. E quando li rimprovera dice loro "lenti di cuore", non "di cervello". Gesù spiega, accompagna, ma non si impone. Accetta di mangiare con loro dopo che l'hanno invitato. È questa la relazione che vuole avere con noi. Come dice l'Apocalisse: "Sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me".

E ora leggiamo l'ultima parte del brano di Luca.
 
 

[28]Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. [29]Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. [30]Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. [31]Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32]Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». [33]E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, [34]i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35]Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

È nel gesto estremamente ordinario e familiare di spezzare il pane che lo riconoscono. Gesù spezza il pane e lo dà, segno del dono della vita che Gesù ha fatto e fa. Poi sparisce dai loro occhi... Ed è solo dopo che i discepoli rileggono quanto è accaduto e riconoscono la presenza del Cristo: "non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre parlava?".

Anche a noi succede che lo riconosciamo DOPO. Dio era lì e io non l'avevo visto, al momento.

I discepoli di Emmaus, dopo averlo riconosciuto, si rendono conto di quanto l'esperienza sia stata meravigliosa. È così bella che la vogliono condividere con gli altri. Ripartono, dopo aver camminato tutto il giorno, e vanno dagli apostoli. È la dinamica della resurrezione. Quando nella vita facciamo un'esperienza di resurrezione, questa ci rende apostoli, testimoni della vita.
E le esperienze di resurrezione le facciamo spesso, piccole e grandi, nella nostra vita quotidiana. Una vita fatta di frequenti esperienze di morte e di resurrezione...

Rivediamo dunque la nostra settimana, scorriamola passo passo, riviviamone i momenti significativi. Cerchiamo soprattutto di riconoscere i momenti e le ispirazioni che ci spingono ad una maggior vita.

A volte, ad esempio alla fine di un ritiro di esercizi spirituali, viene proposto di mettere a fuoco dei propositi concreti, ma c'è il rischio di uno sforzo di cervello che poi viene vanificato appena tornati a casa. È piuttosto importante scoprire gli inviti che il Signore mi ha fatto. A cosa mi chiama oggi il Signore? Quali slanci ritrovare? Quali fiducie rinnovare? Quali passetti avanti nella pace, nella gioia, nella generosità?

Riprendiamo dunque la setimana e scopriamone i fiori. Spero ce ne siano stati tanti, più o meno belli, qualcuno magari spinoso... da farne un mazzo e portarlo a casa. Poi a casa decideremo cosa farne, se metterlo in un punto in vista dove lo godiamo, magari gli cambiamo l'acqua perché duri più a lungo... oppure se metterlo nella stanza dove non entriamo mai, ce lo dimentichiamo e appassisce presto... oppure lo buttiamo direttamente via... sta a noi!
L'invito per oggi è di raccogliere questi fiori e di sceglierne possibilmente uno, quello che ci dà più vita, più speranza, più fiducia, quello che ci conferma e rafforza nel cammino di crescita nell'amore e di maggiore familiarità col Signore. E poi, oggi pomeriggio, proviamo a condividerlo con i fratelli.