Comunità Una Rivarolo

Campo estivo - San Giovenale di Peveragno
venerdì 8 agosto2012

La preghiera di Gesù per i suoi discepoli



 
 

Dal Vangelo di Giovanni

Capitolo 17
[1]Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. [2]Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. [3]Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. [4]Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. [5]E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. 

[6]Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. [7]Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, [8]perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. [9]Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. [10]Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. [11]Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io
vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. 
[12]Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. [13]Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. [14]Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 
[15]Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. [16]Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. [17]Consacrali nella verità. La tua parola è verità. [18]Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; [19]per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. 

[20]Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; [21]perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 
[22]E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. [23]Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. 
[24]Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. 

[25]Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. [26]E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

(Quello che segue sono appunti presi durante la riflessione esposta a voce)

Riflettiamo sulla preghiera di Gesù per i suoi discepoli, per cui, per iniziare, è importante riconoscersi discepoli e, di conseguenza, riconoscere Gesù come maestro. Vedete, si creava un rapporto speciale tra un discepolo che seguiva un maestro e questo che lo accettava come discepolo. Il discepolo seguiva sempre il maestro e condivideva la vita con lui. Gesù ha vissuto degli anni con i suoi discepoli, istruendoli, soprattutto con il suo esempio. E ora, alla fine della sua vita, prega per loro.
Questa preghiera è divisa in quattro parti:

Gesù alza gli occhi a cielo. È un gesto tipico della preghiera di Gesù, segno di comunione con il Padre.
«Glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te»: bisogna che il legame tra Padre e Figlio si manifesti chiaramente. Nella Genesi si dice che l'uomo è creato "a immagine e somiglianza di Dio". Noi questa somiglianza dobbiamo conquistarla, farla emergere da sotto le incrostazioni. Gesù è invece pienamente somigliante al Padre, e vuole che anche i discepoli lo divengano.
«Questa è la vita eterna: che conoscano te»: Gesù sottolinea che i discepoli conoscano Gesù come Padre. Dice anche, subito dopo: «ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo», e il suo nome è "Padre".
Gesù vuole anche che i discepoli sappiano che, se lui è stato oltraggiato, anche essi lo saranno.

Quando Gesù parla di "gloria" nel vangelo di Giovanni, il termine greco usato equivale ad "Amore". È la manifestazione dell'amore che lega Gesù al Padre, è lo Spirito Santo, che sarà quello che legherà i discepoli. La caratteristica della comunità dei discepoli è quella di essere uniti nell'amore. Un amore che non comporta uniformità di comportamenti. Ciascuno conserva la propria personalità, ma è l'amore che tiene tutti uniti. Come avviene in una famiglia, in cui ogni figlio è diverso ed ha una sua personalità, in cui i genitori non sono solo amici dei figli ma, appunto, genitori. Quindi la famiglia è composta da persone diverse, ed è l'amore che lega tutti tra di loro, non l'uniformità. Il tema dell'amore è fondamentale, ma ognuno nella sua diversità deve amare senza bisogno di uniformarsi. Per amore bisogna rispettare la diversità, ed è proprio nella diversità che bisogna amarsi fino a dare la vita. Qui sorge la domanda: "per chi, per che cosa, darei la vita? per chi, per che cosa, ho speso la mia vita?".
I discepoli sono quindi invitati ad essere come Gesù.

Nella terza parte Gesù prega per noi, ossia per quelli che crederanno sulla base della testimonianza dei suoi discepoli.
«...siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato»: l'amore tra i discepoli sarà l'indicatore che essi sono in unione con il Padre e il Figlio.
Questa preghiera ci dice anche che la nostra morte sarà un entrare nella comunione di amore col Dio trinitario. Si potrebbe fare un parallelo tra questi versetti e il Prologo del Vangelo di Giovanni, tra "Come tu, Padre, sei in me e io in te" e "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio", nel fatto che Gesù dichiara che l'unione di amore con il Padre è da sempre.
La nostra dimensione è quindi quella di una crescita continua nello Spirito.
Il mondo rifiuta l'amore, sia quello del tempo di Gesù che il nostro attuale. Siamo in una società secolarizzata che rifiuta l'amore. Per questo, se la Comunità Una vive rapporti di amore e di fratellanza, può essere testimone del Vangelo di Gesù nella società.
Gesù è Salvatore, e nostra missione è quella di dare testimonianza di salvezza. Da che cosa devo essere salvato? Gesù salva dal male, dal peccato.