“Povertà e Ricchezza nella Bibbia”…..e nella nostra vita

Campo di Comunità Una – Peveragno  4 Agosto 2009

 Premessa antropologica ( Gianni)

Quando 2 milioni d’anni fa apparve l’Homo Habilis (capace di lavorare le pietre, di fare dipinti nelle caverne, di usare il fuoco ed una qualche forma di linguaggio), il nostro pianeta era ricco di vegetazione e di animali. I primi esseri umani vivevano come alcuni gruppi umani d’oggi, all’interno delle foreste brasiliane o come talune comunità di indios (ad es. i Mapuches nel sud di Cile) : in piccoli raggruppamenti (tribù), lavorando insieme come cacciatori o come agricoltori, condividendo il frutto del lavoro comune, usando delle risorse naturali quanto bastasse per vivere o per interscambiarle con altre tribù o per passare le stagioni più fredde. Mai però per creare accumuli di beni, anche per rispetto a Madre Terra che non va sfruttata per ingordigia.
·In seguito a poco a poco le Risorse della terra o i Beni prodotti dal lavoro iniziano a cadere nelle mani di un numero sempre minore di uomini, che se ne appropriano con la forza: appare così la violenza e la guerra, i primi frutti del desiderio di possedere:
”Da dove derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?….Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete;siete invidiosi e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra!”(Gc. 4, 1 seg.).
·Fino ai giorni nostri in cui pochissime multinazionali detengono il controllo, il possesso e lo sfruttamento indiscriminato delle ricchezze della Terra….Così l’11% delle popolazioni più ricche sfruttano l’ 88% dei Beni del nostro pianeta. Per il restante 89 % della popolazione mondiale: povertà, miseria, fame….morte: si calcola che muoiono per fame una persona ogni 3 secondi !!

 

Io penso che i Comandamenti di Mosé siano messi in forma Teologica: prima i doveri verso Dio, poi i doveri verso i fratelli. Da un punto di vista antropologico, andrebbero capovolti: infatti i primi peccati degli umani, non sono contro Dio, che ancora non conoscono o conoscono parzialmente o comunque temono e cercano di non farlo adirare , ma contro gli altri umani.

Allora i primi crimini dell'umanità ( ecco secondo me, il Peccato Originale!) furono quando si iniziò a desiderare i Beni e (le Donne) altrui “Non desidererai la moglie del tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartiene al tuo prossimo” (9° e 10° comandamento).

Iniziammo quindi a lottare per il possesso e l'accumulo di beni. Inventammo l' inganno, calunniando ed accusando falsamente per derubare il prossimo di ciò che necessita per vivere: Non pronuncerai testimonianza menzognera contro il tuo prossimo”( 8°). Così, anche ritagliandoci leggi ad hoc, complici i potenti, abbiamo derubato il prossimo: “Non rubare” ( 7°). E abbiamo rubato la sua donna violando la libertà e la dignità umana: “Non commetterai adulterio”(6°). Per ingordigia , abbiamo iniziato ad uccidere non solo fisicamente, ma anche moralmente: imprigionando, calunniando,schiavizzando, torturando: “Non ucciderai”(5°). Abbiamo ucciso moralmente anche trascurando le cure per i più deboli...non rispettando anziani e padri, dai quali abbiamo ricevuto tutto! “Onorerai il padre e la madre”(4°).

Allora tentiamo di giustificare i nostri crimini o attribuendoli alla superiorità della “razza”....o peggio, in nome un dio fatto a nostra immagine e somiglianza (2° comandam.): vedi ebrei, cristiani e musulmani fondamentalisti, che dimenticano che le loro Scritture Sacre prima d'essere Parola di Dio sono riflessioni e parola umana, da non prendere alla lettera, ma da scoprirne all'interno il messaggio divino.


 

POVERTA’ E RICCHEZZA NEI PRIMI LIBRI DELL’ A.T (dal libro di L. Scaccaglia)
 

·All’inizio della sua storia, per il popolo ebraico la povertà è una condizione sociale. Si tratta di un popolo formato da pastori nomadi che vivono nel deserto, vagando in cerca di mezzi di sussistenza e talora usando di scorribande ai danni di popolazioni già insediate.

·Usciti dall’Egitto e ricevuta la Legge, il popolo è invitato da Mosé ad essere fedele a Dio e alla sua Legge, condizione per ricevere ricchezza e prosperità economica, presentati come benedizione divina: “Osserva i comandi del Signore tuo Dio, camminando nelle sue vie e temendolo, perché il Signore Dio tuo sta per farti entrare in una buona terra: terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee…terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; terra dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame”(Dt. 8,6-9). 

Da allora nelle Scritture Ebraiche fino ai Libri Sapienziali la Povertà sarà vista come conseguenza dell’infedeltà al patto sinaitico: è un castigo di Dio per i peccati personali e del popolo.

Essa è:
·Conseguenza dei vizi, cioè della sregolatezza nei piaceri:“Non seguire le passioni, poni freno ai tuoi desideri...Non rallegrarti per i molti piaceri per non impoverirti con i loro costi”(Sir.18,30)
·Causata dalla pigrizia (accidia): “Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire?…Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposar, e intanto giunge a te la povertà , come un vagabondo, e l’indigenza, come se tu fossi un accattone”(Pr. 6, 9-11)
·Causata dal vino, dai profumi, dai piaceri: “L’ubriacone e il ghiottone impoveriranno e il dormiglione si vestirà di stracci”(Pr. 23,21) “Un operaio ubriacone non arricchirà…Vino e donne deviano anche i saggi, ancora più temerario è chi frequenta prostitute” (Sir. 19,1-2) “Diventerà indigente chi ama i piaceri, e chi ama vino e profumi non arricchirà” (Pr. 21,17)


 

·La Ricchezza, invece viene presentata come una benedizione di Dio per i giusti: “Lunghi giorni sono nella destra del saggio e nella sua sinistra ricchezza e onore:le sue vie sono viedeliziose e tutti i suoi sentieri conducono al benessere” (Pr.3,16-17) “Nella casa del giusto c’è abbondanza di beni, sul guadagno dell’empio incombe il dissesto” (Pr. 15,6).

·I Patriarchi ed i Sapienti di Israele pensavano che la Povertà fosse una maledizione divina, essendo conseguenza del peccato e degna di castigo.

·Tuttavia, nella legislazione di Mosé c’è un chiaro comando ad aiutare generosamente i poveri sull’esempio di Jahve: “Se vi sarà in mezzo a voi qualche tuo fratello che sia bisognoso..gli aprirai la mano e gli presenterai quanto occorre alla necessità in cui si trova….poiché i bisognosi non mancheranno mai nella terra; allora io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel la tua terra”(Dt.15,7-8.11). Il legislatore si preoccupadei più deboli:“Non defrauderai il salario del povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città. Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e a quello aspira”(Dt. 24,14). 

·Ai figli di Israele è anche chiesto di rimettere i debiti e di riscattare le persone : “Se tuo fratello che è presso di te cade in miseria ed è inadempiente verso di te, sostienilo, come un forestiero o un ospite, perché possa vivere presso di te. Non prenderai da lui interessi, né utili…..Non gli presterai il denaro ad interesse, né gli darai il vitto ad usura….Se cade in miseria e si vende a te, non farlo lavorare come schiavo; sia presso di te come un bracciante, come un ospite. Ti servirà fino all’anno del giubileo, allora se ne andrà da te insieme ai suoi figli, tornerà nella sua famiglia e rientrerà nella proprietà dei suoi padri” (Lv. 25, 35-41)


 

·Quando il popolo d’Israele entrò nella Terra Promessa, questa fu divisa tra le 12 tribù secondo criteri d’equità e imparzialità, tirando a sorte. La terra doveva essere trasmessa come eredità di generazione in generazione, come dono di Jahve.
 

Nella Bibbia, infatti, la terra è di Dio è suo dono fatto a tutti. La proprietà privata non è quindi un diritto assoluto, come affermano spesso i documenti del Magistero, nel nostro tempo:

° Paolo VI afferma: “La terra è data a tutti e non solamente ai ricchi (San Ambrogio). E’ come dire che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. In una parola il diritto di proprietà non deve mai esercitarsi a detrimento della utilità comune” (Populorum progressio n.23)

° I vescovi di America Latina hanno dichiarato: “I privilegi illegittimi, derivati dal diritto assoluto di proprietà, causano contrasti scandalosi e una situazione di dipendenza e di oppressione, in ambito sia nazionale che internazionale” (Puebla n° 542)

° Jean Jacques Rousseau, quando s’interroga sull’origine della disuguaglianza tra gi uomini, e la conseguente discriminazione tra ricchi e poveri, prorompe nella famosa invettiva contro il Primo Uomo che, riferendosi al suo podere ha dichiarato: “ Questo è mio!”.

° Norberto Bobbiosostiene :“La discriminazione tra ricchi e poveri è introdotta e perpetuata dalla persistenza del diritto della proprietà privata, considerato inalienabile. Essa è considerata la principale causa della disuguaglianza tra gli uomini” (Destra e Sinistra p.146)


 

·Ben presto in Israele si realizzò una forte disparità di Beni e di Ricchezze, con la conseguente condanna di Dio di queste ingiustizie sociali. Alcuni israeliti divennero sempre più ricchi e potenti, mentre altri, a causa dei debiti e di altri fattori economici, si impoverirono sempre dipiù , anzi dovettero vendere i loro terreni e in alcuni casi furono ridotti in schiavitù” (dal Nuovo Dizionario diTeologia Biblica, ediz. Paoline 1988).

° Per ovviare alle sperequazioni sociali, Mosé istituì l’anno sabbatico e il giubileo. 

° Anno sabbatico. Serviva per preservare la forza feconda e vegetativadel terreno ed a livello sociale per aiutare il popolo, sopratutto i più poveri: “Il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore. Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna…Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e all’ospite che è presso di te”(Lv. 25, 4- 6)

“Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto, ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta: ne mangeranno gli indigenti del tuo popolo e ciò che lasceranno sarà divorato dalle bestie della campagna”(Es. 23,10)
° Giubileo. Ogni 50 anni tutto il paese di Israele doveva riposare e ogni proprietà territoriale e immobiliare, che era stata alienata precedentemente, doveva ritornare al suo proprietario o ai suoi eredi: “Dichiarate santo il 50esimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia…ciascuno tornerà in possesso del suo” (Lv. 25,10-13)
Sembra però che il Giubileo, più che una prassi storica vissuta, fu un ideale proposto dal legislatore per evitare il latifondismo e l’accumularsi di grandi proprietà nelle mani di pochi. Nella Bibbia infatti non ci sono testi che dimostrino che il Giubileo sia stato veramente praticato.

 

 Condanna della ricchezza nei Profeti

La storia di Israele non visse l’ideale di una equa distribuzione dei Beni materiali. Per questo i Profeti insorsero duramente a favore dei poveri. Essi presentano la Povertà come conseguenza delle ingiustizie sociali e dell’avidità dei potenti.

 

Amos (250 ca. a.C.)

Fu il primo grande profeta che si scagliò con veemenza contro i ricchi proprietari di Israele.

·Denuncia i meccanismi che creano miseria. Chi fissava il prezzo cambiando pesi e stabilendo le leggi del mercato, erano i grandi commercianti, gli incettatori del grano. I piccoli proprietari o coltivatori venivano impoveriti o dissanguati da questo sistema:

“Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: ‘Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano?E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo le misure e aumentando il siclo (peso: 11,4 gr.) e usando bilance false, per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche gli scarti del grano ’. Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe: certo non dimenticherò mai le loro opere (perverse)” (Am. 8,4-7). 

·Condanna i ricchi: “Così dice il Signore:Per tre misfatti di Israele e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna, perché hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali; essi che calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri e fanno deviare il cammino dei miseri; e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza, profanando così il mio santo nome”(Am. 2, 6-7)


 

Geremia(626 a.C)

·Afferma che ilvero culto deve portare alla coerenza morale e alla giustizia sociale. 

Il tempio era considerato come un talismano, qualcosa di magico, quasi fosse garanziaassoluta di salvezza per gli israeliti, di maledizione e morte per i nemici se avessero osato profanarlo. Geremia lotta contro questa falsa sicurezza: Dio è presente nei luoghi sacri solo se la religione dei credenti è genuina, autentica, diventa giustizia verso i deboli ed elimina omicidi e idolatrie.

“Non confidate in parole menzognere ripetendo: Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore,il tempio del Signore! Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia altri déi, io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre. Ma voi confidate in parole false che non vi giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri déi che non conoscevate” (Ger. 7, 4-9)

·Geremia chiede giustizia alla casa reale, sottolineando che la prima funzione per cui è stata creata la monarchia è di stabilire la giustizia tra i sudditi, difendendo soprattutto le persone più deboli: “Alla casa del re di Giuda dirai: Ascoltate la parola del Signore! Casa di Davide, così dice il Signore: Amministrate la giustizia ogni mattina e liberate il derubato dalla mano dell’oppressore, se no la mia ira divamperà come fuoco, si accenderà senza che nessuno la possa spegnere, a causa della malvagità delle vostre azioni” (Ger. 21, 11-12)

·Geremia condanna l’edilizia di lusso sfruttando la manodopera: “Guai a chi costruisce la casa senza giustizia e i piani superiori senza equità, e fa lavorare il prossimo per nulla, senza dargli il salario….” (Ger. 22,13) 


 
 

Isaia (740 a.C.)

Isaia, come e più degli altri profeti, denuncia gli intrighi politici aiutati dai dirigenti di Gerusalemme, le costanti violazioni dei diritti e della giustizia sociale, le false ed esteriori pratiche religiose dietro le quali si nasconde l’oppressione dei poveri, le aspirazioni di grandezza e tutte le forme di corruzione.
·Per Isaia il culto senza la giustizia nei rapporti umani è una farsa: “Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è per me un abominio; i noviluni,i sabati,le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto sono per me un peso; sono stanco di sopportarli…..Anche se moltiplicate le preghiere io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue…Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova” (Is.1,13-17)
Il profeta, quindi, ci insegna che la vera religione si ha quando si unisce in modo indissolubile liturgia e vita, preghiera ed impegno sociale e politico.
·Denuncia chi causa l’ingiustizia ammassando beni, e la perpetua attraverso decreti iniqui contro i poveri: “Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia spazio, e così resterete soli ad abitare nella terra.”(Is. 5,8)
“Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per defraudare gli orfani” (Is. 10,1)


 

POVERTA’ E RICCHEZZA NEL N.T.(Gianni)

Diciamo subito che i Vangeli non parlano di Beni né di ricchezza e povertà in astratto, ma di ricchi e di poveri in una situazione concreta, storica. E’ in tale contesto che l’accumulo di beni nelle mani di pochi ricchi causa la moltitudine di poveri, che ne vengono derubati e privati

(cf Mc 10,17-22. 23-27; Lc 12,21; 1Gv 3,17; Gc 2,1-11)

·Le Sacre Scritture come giudicanoi ricchi, coloro che accumulano Beni, confidando più in essi che in Dio, lasciandosi dominare da “mammona”, il dio-denaro, prostituendosi ad esso?

I ricchi sono esclusi dal Regno perché non sono solidali con i poveri e i piccoli. Sono considerati empi, ingiusti, peccatori, esposti alla dannazione eterna, dai profeti fino agli evangelisti:

“Guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione.Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”(Lc.6, 24….).

·Gesù si rivolge alla“folla” e a NOI: “Fate attenzione e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede”(Lc.12, 15). Gesù quindi racconta la parabola del ricco che ottenne un buon raccolto. Allora il ricco ragionò tra sé: “Demolirò i miei magazzini ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio” (Lc.12, 18-21).

·La ricchezza è disonesta,“mamona iniquitatis”: Procuratevi amici con la (vostra)ricchezza disonesta, perché quando essaverrà a mancare vi accolgano nelle dimore eterne”(Lc.16,9)

° San Girolamo commenta:“La ricchezza è detta ‘disonesta’, non solo perché chi la possiede la ha male acquistata, ma anche perché, più generalmente parlando, all’origine di quasi tutte le fortune c’è qualche disonestà”

·Le ricchezze e beni vanno generosamente condivisi con i poveri: “Le folle interrogavano (il Battista) :’Che cosa dobbiamo fare?’Egli rispondeva:- Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto-” (Lc.3,10-11).

“ Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho rubato aqualcuno restituisco quattro volte tanto” (Lc. 19,8)

“Vendete ciò che avete e datelo in elemosina. Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove iladri non arrivano e la tarmanon consuma” (Lc. 12, 33-34) 

·In Mt.19 Gesù mette TUTTI NOI in guardia dal pericolo delle ricchezze: “Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli”, perché ne siamo esposti tutti,anche coloro che pur non essendo ricchi desiderano, sognano, perseguono obiettivi di ricchezza, modelli di vita proposti dalla società bene, gaudente. I discepoli hanno ben compreso che ciò vale per tutti se commentano:“Chi si potrà dunque salvare?”. E Gesù in risposta: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” .

° Scaccaglia commenta: Gesù non attenua le esigenze della sequela: la salvezza è donata da Dio a chi non ha né ricchezza, né presunzione (ossia: pensa di averne diritto per ciò che fa! ). Tutto è dono, tutto è grazia, non è quindi questione di dosaggio nell’uso dei beni, ma di un cambiamento radicale di mentalità e di rapporto con le ricchezze, cosa che va chiesta a Dio, perché solo Dio può operare tale conversione”


 

·Gesù invita TUTTI:“Non accumulate tesori sulla terraaccumulate invece tesori nel cielo

Perché dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”(Mt. 6,19-21).

Anzi, ci invita tutti a confidare nel Padre:“Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani; il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno. Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”(Mt. 6, 31-33)


 

·Gli Atti degli Apostoli,ci presentano un ideale di comunità cristiana che vive radicalmente le proposte di Gesù per cui grazie alla condivisione dei BENI non vi sono più indigenti: “Tutti i credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno”(At.2,44). In tal modo “nessuno tra loro era bisognoso”(At.4.34)


 

·Gesù , tuttavia, non ha proposto nessun modello sociale edeconomico. Ha solamente indicatocriteri di vita solidale, incentrata sulla carità (attitudine che va oltre la semplice e fredda giustizia umana) che ricerca ogni mezzo affinché nessuno si trovi nell’indigenza: sarà poi compito degli umani elaborare progetti storici in linea con tali orientamenti che sviluppino il Regno nella storia.


 

Le tentazioni, momenti di scelta: Dio e il prossimo o mammona?

TUTTI NOI in qualsiasi momento della vita ci troviamo di fronte ad una scelta che teologicamente esprimiamo con “Dio o mammona”, ed antropologicamente : penso solo a me, ai miei cari, o dedico energie anche per gli altri? (“Ma chi te lo fa fare: pensa a te, agli altri qualcuno ci penserà!” “A me ci penso io , agli altri ci pensi Dio”). Lavoro con spirito di servizio o mi preoccupo di far carriera, anche a costo di scavalcare chi merita più di me? Lavoro per far soldi più che posso possibilmente anche nei giorni festivi, o facendo un secondo lavoro in nero, o lavoro per vivere onestamente e godermi la vita con familiari ed amici? Cerco di vivere sobriamente o mi preoccupo di accumulare Beni per assicurarmi un futuro tranquillo e felice? Pago tutte le tasse o cerco di fare il furbo, ai danni del Bene comune che dovrebbe con le tasse fornire servizi soprattutto alle fasce più deboli? Spendo soldi in cose superflue o dedico una parte dello stipendio per appoggiare organizzazioni o progetti di solidarietà? Sono disposto a mettermi al servizio dei miei simili, o preferisco servirmi di essi, dominando, manipolando, imbrogliando..?


 

·Anche Gesù subisce tentazioni come ogni uomo. ? E’ tentato di usare i propri doni per sé, per soddisfare ai propri bisogni, egli sceglie di usarli per il progetto di Dio: “Se tu sei figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane”…Ma Gesù:“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. ? E’ tentato di servirsi degli altri (gli angeli) e di chiedere a Dio di facilitare il suo compito con segni miracolosi (piegare Dio ai propri voleri), invece sceglie d’essere collaboratore di Dio, di fare la Sua volontà, di lavorare per il Regno:“Se sei figlio di Dio, gettati giù, infatti sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini…ed essi ti sorreggeranno”…Ma Gesù: “Sta anche scritto, non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. ? E’ tentato di possedere beni e potere, ma sceglie di adorare solo Dio, di servire solo la Sua volontà, non mammona, di seguire la logica dell’amore (che si propone), non del potere (che si impone):”Tutte queste cose io ti darò se mi adorerai”. Ma Gesù: “Vattene, satana! Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo renderai culto”

·Gesù entra poi nella sinagoga di Cafarnao e dichiara le sue scelte annunciando la sua missione di diffondere il Regno a iniziare dai poveri. Gesù fa una scelta di campo: i poveri e gli indigenti. Stare dalla loro parte è il grande programma del Messia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me…e mi ha mandato a portare ai poveri un lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’ anno di grazia del Signore”(Lc. 4). 

E’ la “gioiosa notizia” cioè l’ «evangelo» per i poveri, per coloro che dipendono dall’assistenza o dall’elemosina della società: gli oppressi, gli esclusi dalla mensa della vita, persone prive di beni, emarginate dalla società, sminuiti quindi nella vita e nella dignità. Di seguito aggiunge:

·OGGI si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Infatti da subito Gesù compie le opere che manifestano la presenza di Dio Padre che accoglie i poveri come figli e li libera dalla loro situazione sub-umana, restituendo loro vita e dignità : “I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano” (Mt 11,5) .


 

·Dio è un Padre che non abbandona l’Umanità al proprio destino. E’ Amore misericordioso, amore che si propone ma non si impone, in questo senso per sua natura “impotente”, per cui, impossibilitato di imporre la propria volontà, si schiera dalla parte delle vittime, con cui si identifica e si fa carico delle ingiustizie da essi subite! Quindi entra nella Storia, non per manipolarla, ma per orientarla verso la vita nella sua pienezza e verità; non per sostituirsi agli esseri umani, come fosse un mago con la bacchetta magica, ma per spingerli ad agire. Un Dio che non si fa vedere e conoscere sovvertendo il corso della Storia. Al contrario: si fa conoscere inserendosi nella storia attraverso uomini e donne; attraverso Patriarchi e Profeti prima, poi Gesù che chiama “figlio prediletto”, infine attraverso i “discepoli seguaci” di Gesù, che liberamente proseguono il suo progetto. Sono costoro che continueranno a mostrare il volto di Dio ai poveri ed all’umanità intera.

“Chi vede me vede il Padre” ci ha detto Gesù…e poi “Vi dono il mio Spirito: come il Padre ha mandato me (perché ascoltiate la sua voce, vediate il suo volto e le sue azioni) così io invio VOI..” Quindi potremmo dire “Chi vede voi deve vedere il Padre”. Andate a mostrare il suo volto, il suo amore di Padre, difendendo i deboli, i poveri, gli emarginati, liberando gli oppressi …


 

·Sì! Il Padre ha bisogno di uomini e donne per mostrarsi, farsi sentire ed agire nella storia! Uomini e donne di buona volontà che accettino l’invito di Gesù e che lo seguano liberamente. Uomini e donne che operino per la fratellanza universale, per la pace, per la giustizia…. e che lottino con mezzi nonviolenti, ma con determinazione, contro tutto ciò che si oppone alla costruzione di un Mondo più Umano… Costoro sono i “discepoli e le discepole” che liberamente seguono Gesù.

·SOLO UNA CONDIZIONE pone Gesù ai suoi “seguaci”: che scelgano Dio non mammona, che si facciano “poveri” , che condividano vita e beni materiali con i poveri e con chi si trovasse nel bisogno. Troviamo tutto ciò nel “manifesto”di Gesù: le Beatitudini (vedi Mt.).


 

LE BEATITUDINI 

“Vedendo le folle, Gesù salì sul monte e, sedutosi, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:..”(Mt. 5,1). L’insegnamento che segue è rivolto direttamente ai discepoli, i più vicini a Gesù; in secondo piano alle “folle” che ascoltano il messaggio e sono poste di fronte alla possibilità di inserirsi nel gruppo dei discepoli.


 
 

° “Beati quelli che decidono di vivere poveri (che scelgono di condividere tutto quello che hanno), perché questi hanno Dio per re” (Mt.5,3). Ecco qui la CONDIZIONE che Gesù pone per essere suoi discepoli :“Va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poivieni e seguimi” (Mt.19,21).
° Cromazio d’Aquileia così commenta: “..non ogni povertà è beata, perché spesso è conseguenza della necessità…Beata è dunque la povertà spirituale, quella in altre parole di quegli uomini che diventano poveri per Dio nello spirito e nella volontà, rinunciando ai beni del mondo, ed elargendo spontaneamente le proprie sostanze”.
Costoro mostrano ai poveri il volto misericordioso di Dio giacché:

 
soccorrono i poveri:“Beati i misericordiosi (quelli sempre pronti ad aiutare) perché questi saranno soccorsi (sempre aiutati) da Dio” (Mt. 5,7)
vivono “puri di cuore” (limpidamente, rettamente, senza secondi fini): “Beati i limpidi, i sinceri, perché questi saranno intimi di Dio” (Mt.5,8)
lavorano per costruire la pace: “Beati i costruttori di pace, perché questi Dio li riconoscerà suoi figli” (Mt.5,9)
“Beati” anche quando saranno perseguitati per difendere la causa dei poveri: “Beati i perseguitati per la loro fedeltà (a causa della giustizia) perché questi hanno Dio per re” (Mt. 5,10).
° Gesù stesso è modello di “povertà volontaria” quale segno visibile del suo abbandono al Padre:
“Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor.8,9). Inoltre Gesù ed i suoi discepoli che lo seguivano per divulgare la “gioiosa notizia” (l’evangelo) vivevano poveramente, aiutati da molte donne che li assistevano con i loro Beni (Lc.8,2).


 

Sostiene Padre A. Maggi:“La piena adesione all’ideale evangelico proposto da Gesù instaura una nuova relazione con Dio. Questa è immediata, non ha più bisogno di istituzioni o persone mediatrici tra il credente e Dio, e rende inutile il tempio e con esso le strutture che lo reggono. Questo nuovo rapporto con Dio, che si basa sull’amore fiducioso di un figlio verso il Padre, fa sì che il ricorso alle mediazioni tipiche della religione (tempio, sacerdote, liturgia) diventi un ostacolo tra Dio e l’uomo” (da Le beatitudini pag.129)
 

La 2.a - 3.a - 4.a beatitudine si riferiscono ai poveri per necessità, a coloro che si trovano in una condizione di povertà non scelta, ma sovente imposta da meccanismi sociali di oppressione .

Ad essi Gesù rivela il volto di Dio che si fa loro presente per salvarli (accoglierli come figli) e per liberarli dalla loro situazione sub-umana restituendo loro vita e dignità:

° “Beati gli oppressi, perché questi saranno liberati” (Mt, 5,4) 

°  “Beati i diseredati perché questi erediteranno la terra” (Mt.5,5)

° “Beati gli affamati e gli assetati di questa giustizia, perché questi saranno saziati (Mt. 5,6).

Ma quando “saranno liberati, saziati editeranno la terra”? Dopo Gesù saranno soprattutto i suoi seguaci, che il Padre invia come “collaboratori” a realizzare nel presente tali promesse di liberazione, dal momento che si prenderanno cura dei poveri e condivideranno con essi tutti i loro BENI.

° Gesù chiama beati i poveri per necessità, anche se peccatori, perché Dio è dalla parte di chi è vittima di situazioni di ingiustizia. Perciò essi sono oggetto di un amore particolare del Padre: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto…ho udito il suo grido…conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo…per farlo uscire da questa terra (situazione, realtà d’ingiustizia, oppressione, schiavitù,”tenebre”,ordinamento ingiusto, ideologia oppressiva, potere, dominio….) verso una terra dove scorre latte e miele ( Regno di libertà, di giustizia, di pace, d’amore)”(Es. 3,7-8).

° Gesù inoltre arriva a identificarsi con i materialmente poveri, fino a farne la discriminante del giudizio finale per entrare a fare parte del suo Regno: “Ciò che avrete fatto ai miei fratelli più piccoli, l’avrete fatto a me” (Mt. 25, 40).


 

 Chi sono OGGI nel 2000 i discepoli di Gesù? Solo i battezzati? Soltanto Clero e Religiosi? Gesù nel suo discorso programmatico, in cui suggella la “Nuova Alleanza”, si rivolge a TUTTI (discepoli e folla): tutti sono invitati ad aderire al suo progetto, ad un cambio di mentalità, a fare la volontà del Padre, a costruire il Regno. Quando poi parla ai 12 apostoli (inviati) si riferisce a tutta la comunità di chi ha già liberamente scelto di seguirlo, comprese le donne : costoro sono i suoi discepoli e discepole. (Il n°12 è simbolo di tutto Israele (12 tribù) e della Chiesa (12 apostoli) per dire che tutta l’Umanità è chiamata)


 

Quindi tutti i “battezzati” dovrebbero essere “discepoli e discepole”!

Non entro qui a riflettere se anche “altri”, che vivono al modo di Gesù e dei discepoli pur senza essere “battezzati” possono considerarsi “seguaci di Gesù”, anche se inconsapevoli.

Comunque l’Umanità tutta, benché non credente, sarà accolta nel Regno del Padre.

Coloro che, seguendo l’impulso del proprio cuore (Lo Spirito agisce anche negli atei!), condividono vita e beni coi poveri, contribuiscono indubbiamente alla costruzione del Regno. 


 

° Afferma Scaccaglia “A noi cristiani oggi è richiesto di evangelizzare con l’esempio, la vita, la parola, l’amore soprattutto e con la sobrietà dei mezzi materiali, sobrietà economica e di strutture che spesso manca alla Chiesa! Bisogna stare con i poveri, vivere da poveri per aiutare i poveri in un clima di libertà dalla ricchezza”  e di abbandono fiducioso nel Padre!

° Il dovere della condivisione dei beni non riguarda solo il superfluo, ma anche il necessario. Lo dichiara con chiarezza il Concilio Vaticano II, rivolgendosi all’umanità intera: “A tutti gli uomini spetta il diritto di avere una parte di beni sufficienti a sé e alle proprie famiglie…gli uomini hanno l’obbligo di aiutare i poveri e non soltanto con il loro superfluo. Colui che si trova in estrema necessità ha il diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui” (G.S., 69). E riporta un antico principio: “Nell’estremo bisogno tutto diventa comune e quindi deve essere condiviso”(G. S. nota 11).

Anche Giovanni ci ricorda: “Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3, 17-18)

Adesso tocca a noi scegliere….per le scelte non c’è età….Il Padre ci aiuti a scegliere BENE!!


 

Campo Famiglie – Peveragno2-9 Agosto 2009

Proposte per la riflessione


 

* Amo Dio e il prossimo…………oppure………………Mammona
* Dedico energie anche per gli altri… ..oppure…… penso solo a me e ai miei cari
* Cerco di vivere sobriamente………..oppure ……mi preoccupo di accumulare Beni per assicurarmi un futuro tranquillo e felice?
* Dedico una parte dello stipendio per  appoggiare progetti di solidarietà? ….oppure…… spendo soldi in cose superflue?
 Se abbiamo scelto d’essere seguaci di Gesù, in che modo possiamo vivere concretamente la “povertà” OGGI? Che  possiamo fare in concreto? 
 Quale il nostro impegno sociale e politico in un mondo in cui l’88% delle risorse sono consumati dall’11% della popolazione mondiale più ricca di cui NOI facciamo parte? Come condividiamo “vita”e “beni” con i poveri per collaborare con lo Spirito di Cristo ad annunziare OGGI la “buona notizia” ai poveri? E come lottiamo contro ciò che si oppone alla giustizia sociale ?
Propongo che a livello di Comunità si stabiliscano quali impegni comunitari siano da prendere per il prossimo anno (o siano da rinnovare: case alloggio, quota mensile, progetto Africa) . 

A livello personale e/o familiare uno o più impegni concreti verificabili. *** 

Tutto ciò possibilmente entro la fine del Campo.


 

*** NOTE
 

Prospero un tempo proponeva:

 abbigliamento, anche fine, ma sobrio

 evitare cibi non essenziali…occhio agli avanzi

 piccole spese sicuramente superflue

 orientare gli acquisti, per quanto possibile, verso mercati solidali…ditte biologiche e locali

 fissare una quota (PRECISA) del proprio reddito per i poveri

 impegno per gli ultimi nel sociale, nel volontariato


 

 Francesco Gesualdi nel libro  “Sobrietà”  afferma che, nella vita di ogni giorno, la sobrietà passa attraverso piccole scelte riguardanti ad esempio l’uso dei mezzi di trasporto, l’acquisto di meno prodotti “di marca”, magari rivolgendosi di più ai produttori locali, meno merendine confezionate e più panini fatti in casa, meno cibi surgelati e più prodotti di stagione, meno acqua imbottigliata e più acqua del rubinetto, meno cibi precotti e più tempo in cucina, meno recipienti a perdere e più prodotti alla spina, meno pasti ingrassanti e più correttezza alimentare. “Piccole scelte possibili e salutari, non solo per il corpo e lo spirito, ma anche per il portafogli, perché il passaggio dal consumismo alla sobrietà fa pure risparmiare”.


 

“La prima disgrazia dell’umanità è avere terra, cose e uomini da possedere, su cui lasciar cadere e pesare quel terribile “è mio”. E la seconda disgrazia è che ci siano uomini, leggi istituzioni a riconoscere ed affermare: “sì, è tuo”.  (Sirio Politi)