"Dio è un bacio"
Veglia di preghiera della Fraternità di Romena (Pratovecchio, Arezzo)
22 aprile 2015



Mercoledì 22 aprile alle ore 21 si è tenuta la veglia di preghiera preparata dalla comunità di Romena sul tema “Dio è un bacio”, organizzata insieme alla Comunità Una e rimandata dai giorni dell'alluvione a Chiavari e Genova. La veglia si è tenuta alla parrocchia del Cige, Santa Croce e Maria Ausiliatrice, per indisponibilità della parrocchia dell'Assunta.

La veglia era articolata in tre momenti: un bacio sulle ferite, un bacio sui giorni, un bacio su ogni inizio, ciascuno ispirato ad un riferimento biblico.

L'idea del titolo "Dio è un bacio" è nata a don Gigi ripensando al Grande Inquisitore di Dostoevskij: il vecchio ha davanti il suo Prigioniero, vorrebbe che quest'ultimo gli dicesse qualcosa, sia pure di terribile. Ma Egli tutto ad un tratto gli si avvicina in silenzio e lo bacia piano sull’esangue volto novantenne. Il vecchio sussulta, va verso la porta, la spalanca e dice al prigioniero: “Vattene e non venire mai più!” E lo lascia andare. Un bacio disarma.

Inizio Veglia
Inizio della Veglia

Per “un bacio sulle ferite” l’icona evangelica è stata quella dell’olio profumato di nardo con cui a Betània Maria - con un estremo gesto di tenerezza - cosparse i piedi di Gesù sei giorni prima della Pasqua. E tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Don Luigi Verdi - fondatore della fraternità di Romena - ha poi proposto un mix di canzoni di De André perché il cantautore ha la capacità di chinarsi sul dolore umano con infinita tenerezza, cogliendo gli sprazzi di bene anche nelle situazioni più negative. Quindi ha offerto il quadro di San Francesco che abbraccia un lebbroso: è facile abbracciare la bellezza, ma Dio è dovunque.

Veglia_2
Stiamo ascoltando un pezzetto della canzone di Marinella, di De André

Per “un bacio sui giorni” l’icona evangelica è stata quella dell’ospitalità in casa di Marta e Maria. La riflessione di don Gigi si è soffermata sulla fatica della vita quotidiana, anche nell’accettazione delle diversità e nell’incapacità di vedere i continui miracoli che avvengono. Dovremmo tornare a scambiarci tenerezza e coraggio. Ogni persona, giovane o vecchia, ha bisogno di tre cose per vivere: un pezzo di pane, un po' di affetto, sentirsi a casa da qualche parte. Uno dei dolori più grandi deriva dai baci che non abbiamo ricevuto o dato, ma Dio li raccoglie e ce li ridarà un giorno.

Veglia_3

Per “un bacio su ogni inizio” il brano evangelico a cui don Gigi si è riferito è stato quello della risurrezione di Lazzaro. Gesù commosso profondamente, dice tre cose: “Toglietegli la pietra”, ossia quando stai male non ce la fai da solo. “Lazzaro esci fuori”: quando ti hanno aiutato a togliere la pietra, alzati, esci, cammina! “Liberatelo e lasciatelo libero!” esortazione rivolta a tutti gli educatori. Per ricominciare a vivere - ha concluso don Gigi - sono necessarie tre cose: spezzare l'idolo, non avere paura del nuovo e non avere paura di fare brutte figure nel farlo. Come i bambini che ai primi passi cadono continuamente, ma si rialzano senza farsi problemi.

La veglia è terminata esortando ad un nuovo inizio. Prima di uscire dalla chiesa siamo stati invitati ad avvicinarsi all'altare dove ci è stata offerta simbolicamente una mandorla, il frutto dell'albero che per primo fiorisce in primavera e per ultimo matura i frutti, con il saluto/consegna: “Invece di aspettare i frutti, comincia a fiorire!”

Veglia fine
Due nostri scout ci offrono una mandorla