"Dio cammina a piedi"
Veglia di preghiera della Fraternità di Romena (Pratovecchio, Arezzo)
20 novembre 2015



Appuntamento atteso, che ritorna da 13 anni presso la parrocchia S. Maria Assunta di Rivarolo, venerdì 20 novembre alle ore 21 si è tenuta la veglia di preghiera preparata dalla fraternità di Romena. “Tu ritorni da dove io ti ho spinto via, dove il passato si schiude al futuro. Io sono fuggito, tu hai fatto al mio posto, hai baciato la vita per me. Tu sei sceso dal cielo fino alla terra, fino alle lacrime e ancora più giù. Dalla mia più profonda paura hai raccolto la vita che ho sprecato quaggiù”. Le parole del canto iniziale hanno immerso i fedeli che gremivano la chiesa in un clima denso di ascolto e di preghiera. Io so poco di Dio - ha esordito don Gigi Verdi, fondatore ed animatore della comunità -, così ogni volta prendo un pensiero, come Dio è un bacio, l'anno scorso, Dio è una luce calda. Quest'anno è “Dio cammina a piedi”. Torniamo a camminare. Camminare ci fa tornare umani. Il Papa ricorda spesso che importante è restare umani. Camminare a piedi vuol dire vedere e cogliere l'essenziale.

Inizio veglia 1  Inizio veglia 2
Inizio della Veglia, con la chiesa gremita di persone da varie parti di Genova, tra cui alcuni sacerdoti.

Misericordia, gioia e innamorarsi - ha proseguito - sono parole fragili, ma le uniche che possono cambiare qualcosa nella nostra vita. Il samaritano - che era in viaggio, mentre altri erano di passaggio - ha un cuore misericordioso: noi a questo siamo chiamati in quest'anno. La diversità non è tra chi crede e chi no, ma chi si ferma per la strada a soccorrere un ferito. Una mamma perdona sempre un figlio, perché lo ha partorito: solo partorendo si riesce ad avere misericordia. La misericordia tra noi è una infinita pazienza, attesa che l’altro capisca e cambi. Solo chi ama riuscirà a perdonare, ricordando che capire non vuol dire giustificare. L’unica cosa seria è perdonare, fare pace, anche con la nostra storia, poiché se non perdono mi avveleno la vita. Siamo così orgogliosi che non vorremmo mai sbagliare. Chi ha un cuore misericordioso non conosce il rancore.


Veglia 3   Veglia 4
La veglia: letture bibliche, riflessioni, canti, preghiere.

La gioia, musica dell'anima, è fatta di piccole cose. Se la felicità ha bisogno di condizioni particolari, per i giovani ad esempio bere, confusione, sballo, la gioia non ha un nemico, neppure la malattia e la vita al tramonto. Per gli adulti il problema è saper ballare sotto la pioggia, ricordando la perfetta letizia di s. Francesco. La gioia è il gusto, il sapore, è un di più di esistenza. Ultima esortazione è stata quella di non chiudere la porta, perché la tristezza non può uscire e la gioia non può entrare. L 'amore è anche capacità di distacco, così cresce il desiderio, altrimenti muore. Poi fedeltà, dire con una presenza amante: non scapperò. Stare senza poter fare è uno dei punti più alti dell'amore; occorre puntare più alla tenerezza che alla forza. Dio per farci capire che ci ama ha plasmato con le mani e ha fatto dei gesti, così è per noi. Gesù ha scelto il pane e lo da ai cinquemila, a tutti, lo spreca, come il seme del Vangelo gettato tra sassi e spine. Il punto più alto dell’amore è la tenerezza, che dovrebbe essere pane di ogni giorno.


Carezza con olio di nardo (1)   Carezza con olio di nardo (2)
Una carezza data con una goccia di nardo.

La veglia è terminata con un gesto significativo: una carezza data con una goccia di nardo, il profumo usato dalla Maddalena per ungere i piedi di Gesù sei giorni prima della passione. Invito non solo a portare fragranze, ma ad essere presenze profumate sulla strada di tutti, con cuore gioioso.

(Testo di Graziella Merlatti)