Voi chi dite che io sia?
Una
riflessione/condivisione personale sulla scoperta graduale del vero
volto di Dio e del Cristo, da giudice severo a Padre misericordioso e Salvatore. |
Nel cammino sul tema della misericordia, che
cerchiamo di fare insieme quest’anno, credo sia
importante riflettere su questa domanda che Gesù fa ai suoi discepoli …
E’ una domanda decisiva, coinvolgente, che il Vangelo pone ad ogni persona che
voglia seguirlo: CHI E’ GESU’? Ma è una domanda alla quale non si può
rispondere con definizioni astratte, imparate al catechismo, o con quanto
abbiamo sentito dire… No, Gesù prima chiede “La folla, chi dice che io sia?” … ma poi:“MA VOI, chi dite che io
sia?”
(Lc 9,20; Mt. 16,15; Mc 8,29). In quel ma sento una richiesta
di una risposta mia, personale, non descrittiva. ma esperenziale! Non un “Tu sei…” ma “Tu PER ME sei…”
Per preparare questa riflessione
sono partita dalla rilettura della Bolla Pontificia “Misericordia Vultus”….
In questo documento Papa Francesco chiarisce bene come la risposta che
ci viene dalla lettura della Parola è che Gesù ci ha mostrato come Dio sia un
padre paziente e misericordioso, cioè come ci ami di un amore, che noi uomini possiamo solo
immaginare paragonandolo a quello di un padre e di una madre che si
commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente
il caso di dire che si tratta di un amore “viscerale”, di pancia. (In
ebraico il termine misericordia è rahamim che indica le viscere materne
che accolgono la vita che nasce).
Dio ama le sue creature con una tenerezza infinita!!!
Tutta la Parola ci fa conoscere un Dio che si presenta come Amore “Chi
non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.” (1Gv 4,8), un Dio che vede
nel peccatore colui che, siccome ha
molto peccato, può anche molto amare [“Gesù incontra la peccatrice”(Lc
7,36 ss)].
In particolare le parabole del Vangelo di Luca dedicate alla
misericordia rivelano un Dio che ci
viene a cercare, che ha bisogno di noi, che vive la gioia immensa di ritrovare
l’uomo che col peccato si era allontanato da Lui.
Sono le parabole della pecora
smarrita e della moneta perduta, e quella del padre e i due figli (cfr Lc
15,1-32).
Sì, tutto molto bello, ma… per me questa buona notizia è relativamente recente…
Ho detto all’inizio che sento che Gesù vuole da me una risposta basata
sulla mia esperienza personale… chi sono io per te? Allora per tentare una risposta mia…
ho chiuso tutti i libri e ho aperto la vita.
Per la maggior parte della mia vita Dio è stato per me un giudice
implacabile, che osservava ogni mio passo, ogni mia parola e ogni noi pensiero
per giudicarmi, sempre pronto a punirmi…
il risultato? Una persona infelice, che
trascinava la vita con un sottofondo costante di tristezza, oberata dai sensi
colpa. Non ce la facevo ad essere come Dio mi voleva, quindi l’idea di
morire mi terrorizzava, ma non perché amassi la vita (anzi!), ma perché
certamente sarai finita all’inferno. Troppo difficile meritarmi il
paradiso… Ero piena di conflitti, paure,
rabbia ed anche di invidia e di gelosia…
E Gesù? Praticamente non lo conoscevo… cercavo di credere che fosse il
figlio di Dio, morto in croce a causa dei miei peccati. Come poteva
amarmi?…
Il cambiamento è stato graduale, è avvenuto silenziosamente, senza che
io ci mettessi un vero impegno... nessuna esperienza eclatante, nessuna
illuminazione improvvisa... come se io, che camminavo sull’orlo di un baratro,
fossi stata presa per mano e piano piano riportata su una strada sicura.
Così, a un certo punto, è nata in me la voglia di cercare “di
vedere chi fosse Gesù” (Lc. 19,3) Da allora: un prete mi ha consigliato
di pregare con i salmi, poi mi ha suggerito di leggere un libro di Santa Teresa
d’Avila, … una collega mi ha invitato al pellegrinaggio di una certa Comunità Una... , e così via. Tante piccole e
grandi occasioni di vedere Gesù. Ho cominciato a camminare, con difficoltà, a
passi incerti, ma camminavo! E la mia vita si trasformava, anzi cominciava....
un miracolo per me il passaggio da quel sottofondo di tristezza e di conflitto
interiore a un sottofondo di pace, di consolazione...
Ma ha fatto tutto Dio: Lui è venuto a cercarmi, proprio come il pastore
con la pecorella smarrita della parabola, e per quanto tempo mi ha cercato, con
quanta pazienza!
Anche per me oggi Dio è amore. Amore senza condizioni... Dio
non mi ama perché me lo merito, mi ama
così come sono e, come ama me, ama il disperato che vive di espedienti, la
zingara che mi racconta bugie all’uscita della chiesa per avere qualche euro, il
ragazzo straniero che mendica spiccioli all’uscita del supermercato… ecc. ecc…
E, ne sono convinta, ama anche colui che ha commesso delitti efferati, quelli che
umanamente si fa fatica a perdonare; Dio
lo aspetta, proprio come ha aspettato me, ma lo ama già ora, anche prima che
lui si penta, lo ha già perdonato… anche
per lui Gesù sta alla porta e bussa…
Inoltre, per me Dio ama tutte le sue creature, anche gli animali e le
piante: “Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore,
Dio è VITA e dovunque c’è vita Dio è al lavoro.
Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo… questa frase, imparata a memoria al catechismo, ha
assunto finalmente un significato.
Quindi oggi (ora che, pur con tutti i miei dubbi, mi sento
davvero salvata) Gesù è per me una presenza costante accanto a me. Se
mi trovo in una situazione che mi dà
ansia, ho sperimentato già diverse volte che non serve una fede grande (io non
ce l’ho, purtroppo), ma è bastata anche una fiducia piccola piccola, quasi
soffocata dal dubbio, dall’ansia che opprime e da quella vocina che ripete
dentro: “è tutto inutile”. Perché quel granellino di fiducia è stato
sufficiente a darmi il coraggio di affrontare la situazione, di ritrovare la
pace e di vivere il presente in piena gioia.
Adesso riesco più spesso a vivere nel presente… sono sparite tante
paure che mi paralizzavano, non penso a quello che potrebbe accadermi in
futuro, come se non mi importasse più tanto…
Anche i miei rapporti con le persone sono cambiati, perché mi sono
abituata a cercare di mettere nelle relazioni l’impegno ad accettare sempre
l’altro. E quando l’egoismo si fa sentire e nascono in me reazioni di rifiuto,
provo a rendermi consapevole di tali reazioni negative, a non identificarmi in
loro… perché io non sono la rabbia o il fastidio che sento… in me c’è il Signore. La cosa che desidero di
più è quella di riuscire, non so ancora come, a trasmettere questo amore a chi
mi sta vicino…
Ora mi rendo conto che, nell’entusiasmo di condividere con
voi quello che il Signore ha fatto per me, ho dato un immagine troppo idilliaca
di quello che è la mia vita oggi… naturalmente ci sono momenti di oscurità… ma,
se li confronto con ciò che è stato, vi
assicuro che sono poca cosa: il Signore mi ha dato la gioia di vivere e non
finirò mai di ringraziarlo per questo e lo prego di darmi sempre la forza di
dire alla Vita il mio Sì.
Per finire, riporto un piccolo “furto”: un brano copiato da una
riflessione trovata sul sito di Comunità nelle preghiere del Giovedì, che mi
piace riproporvi:
“Noi crediamo in Dio, e in un Dio che è Padre, che è Amore. Cosa si
può desiderare di più che incontrarlo, vederlo, farsi abbracciare da Lui? Mi piace ancora una volta ricordare quel canto di Taizé che per me è bellissimo: “De noche iremos, de noche, que para encontrar la fuente, solo la sed
nos alumbra”. È la sete che ci illumina,
anche quando la mente non vede alcuna traccia. E, in relazione al tema generale
dell’incontro con Dio, mi viene a mente un passo del Cantico dei Cantici che
racconta il desiderio ardente dell’incontro con l’amata: “Alzati, amica mia, mia bella, e
vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli
dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce”. E poi quel versetto
dell’Apocalisse: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia
voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. Solo con una vera sete di Dio ci è possibile cogliere i
segni della sua presenza, scovarlo nascosto in un cantuccio, sentirlo che bussa
discretamente alla nostra porta. |
____________________________________________________________________________
Qualche spunto per la riflessione personale:
Rispondere alla
domanda di Gesù: “Ma voi chi dite che io sia?” richiede
soprattutto di ascoltare il cuore e non la mente raziocinante. Gesù ci chiede
una risposta individuale, che può essere poi condivisa, ma che parte dal cuore
di ciascuno di noi.
Non è facile dare degli “spunti”… ognuno troverà dentro di sé i suoi personali… provo ad indicarne qualcuno: