Anche quest'anno eravamo
in 16, sedici persone che, prima di tutto, ci tenevano ad esserci, per
stare insieme e vivere una settimana di convivenza fraterna.
E poi per fare un altro pezzo di cammino interiore alla sequela di Cristo, seguendo quest'anno il percorso fatto da San Pietro.
Pietro è stato un personaggio molto "umano", con entusiasmi e
rinnegamenti, con momenti di intuizione profonda e momenti in cui
dimostrava di non aver capito niente dell'insegnamento di Gesù. Un
personaggio con cui ciascuno di noi ha potuto confrontarsi, ora per
somiglianze e ora per differenze, in modo da essere più consapevoli del
cammino fatto e da fare sulla strada dietro al Cristo. I testi scritti
delle riflessioni li puoi trovare nell'Archivio Documenti alla sezione
Documenti dai Campi. Qui invece un po' di foto di momenti diversi
durante l'intera settimana.
L' inizio "ufficiale" del Campo è stato a Genova, con la Santa Messa presieduta da don Claudio a Trasta, in modo che anche chi non sarebbe venuto al Campo potesse essere presente per salutarci e pregare insieme per un Campo arricchente per la Comunità.
Le riflessioni e gli incontri di condivisione si sono tenuti sempre nel pratone davanti casa, cercando l'ombra degli alberi, visto che il tempo è stato sempre buono.
Per i pranzi e le cene quest'anno ha provveduto sempre Ornella Benini, aiutata in cucina da Claudio e Kelly:
I pranzi e le cene sono sempre un momento di festa, come normale in una Comunità di fratelli e sorelle, e ogni occasione è buona per esultare, come una polenta a mezzogiorno, la presenza di padre Andrea e Kelly, o il festeggiamento del primo giorno di pensionamento di Remo.
La sera dopo cena, come già da un paio di anni, non ha previsto un'animazione con scenette e giochi movimentati. Al loro posto la proiezione di film, per ridere e anche pensare, e giochi di società, Taboo e Cluedo, attivamente partecipati da tutti, e magari rallegrati da una pentolata di vin brulé.
Mercoledì 2 agosto un "piccolo resto" di camminatori è salito sul Carmo di Loano, una bella montagna che sovrasta Bardineto e domina Loano verso il mare.
La "liturgia" di fine Campo ha preso lo spunto dall'ultima delle favolette lette da Cesare nella sua riflessione del sabato, "Signore da chi andremo?", quella dell'anfora inperfetta, e da una possibile traduzione della parola Cèfa o Kephas, il nome dato a Simon Pietro da Gesù, che oltre a significare "pietra" o "roccia" può anche significare "testa" o "anfora". Nonostante le nostre imperfezioni, siamo stati invitati ad essere anfore che portano la loro poca acqua nell'anfora più grande della Comunità e del mondo in cui viviamo, e a far fiorire le strade lungo cui passiamo. Quindi, dopo la personale condivisione su "Signore da chi andremo?", ciascuno di noi ha compiuto il gesto liturgico di versare dell'acqua da un bicchiere all'anfora più grande, dopo di che Cesare ci ha consegnato una piccola anfora, ricordo del Campo, ricordandoci appunto: "tu sei anfora, fai fiorire le strade lungo cui cammini".
Un Campo vissuto e concluso in un clima gioioso e con la fiducia in Chi, solo, "ha parole di vita".